sabato 19 giugno 2010

I Sensi: strumenti di conoscenza



Nessuno ci ha educati alla conoscenza di cosa sono veramente i sensi.
Semplicemente la natura ce ne ha fornito ed essi semplicemente interagiscono in modo automatico con l'ambiente circostante, proprio come avviene negli animali (che non hanno consapevolezza di sé, perchè non distinguono tra il sé e il non sé).
Osservando attentamente l'uomo sembra proprio che non vi sia un "io" direttivo e che viva come un animale.


Ma l'uomo è un tantino più evoluto degli animali, o almeno dovrebbe esserlo.


I nostri sensi sono dieci, più la mente (detto anche senso interno) che riceve, elabora e sintetizza le informazioni sensoriali.


Abbiamo quindi cinque sensi di percezione: l'udito, il tatto, la vista, il gusto e l'olfatto e cinque di azione: le mani, le gambe, la lingua, i genitali e l'ano.


Tutta, ma proprio tutta la vita passa attraverso i sensi e tutto ciò che sappiamo della vita è passato attraverso di essi (quando non ci è stato sparato direttamente nel cervello dai cosiddetti educatori). E' importante fermarsi a riflettere su questo (non i soliti dieci secondi che dedichiamo ad un tema che ci interessa) perché la qualità della nostra vita potrebbe cambiare radicalmente se imparassimo coscientemente ad usare i sensi.


Come dicevo a proposito degli animali, essi sono sprovvisti di mente (per essere più precisi ne hanno solo un rudimento), in loro è sviluppata solo la parte meccanica ed emotiva.


Ora è proprio la mente che man mano che matura si forma un'idea dell'io e del non io (cioé il resto del mondo).
Lo sviluppo mentale porta all'autocoscienza.


Un animale, ad esempio, non sa che esiste il Brasile e che esistono i cani brasiliani. Non è cosciente di sé, semplicemente è tirato a destra e sinistra dai sensi, comendati dagli istinti di specie e di razza. Oppure, quante volte, vedendo un cane sul ciglio di un'autostrada abbiamo detto o sentito dire: "Guarda che scemo!" ma semplicemente l'animale non sa di stare camminando sulla A14.


L'uomo, invece, grazie alla sua mente può fare tesoro di tutte le esperienze fatte, farsi un'idea del mondo (idea naturalmente da aggiornare continuamente), conservare dentro di sé una sintesi di ciò che ha capito e agire consapevolmente.


Ma stranemente questo non succede nella maggior parte delle persone. Come mai? Perché l'uomo continua ad essere schiavo di automatismi e a farsi guidare a desra e a manca proprio come un animale al pascolo?


A occhio e croce penso che l'inghippo risieda proprio in una mente male educata o educata solo per metà.


Anziché insegnare ad un bambino cosa sono i sensi, come regolarli e osservare gli effetti emotivi che il contatto sensoriale inevitabilmente suscita, già gli si vuol far capire cos'è il mondo. Lo si imbottisce di nozioni su ciò che invece dovrebbe scoprire da solo, direttamente. Già gli si da un'idea "preconfezionata" del mondo.


Ecco perciò che assistiamo allo strano e divertente fenomeno, ad esempio, di un quindicenne che crede di saperne più di un cinquantenne che ha girato il mondo. Un quindicenne che non ha mai messo il naso fuori dal suo piccolo paesino, casomai può "sognare" di diventare un "eroe" in Afghanistan o Irak e deridere il modo placido e tranquillo di vivere del cinquantenne che si dedica alle piante e alla musica.


Ci sarebbe veramente tantissimo da dire sui sensi, occorrerebbe un trattato. Dall'inganno dei sensi, all'unità che esiste tra la materia e i sensi (ad esempio l'olfatto si sviluppa dall'elemento Terra e non è differente da essa), dai danni dell'iperstimolazione sensoriale, alla maturazione coscienziale attraverso l'uso cosciente dei sensi fino ai sensi sottili (che sono una raffinazione della sensorialità che porta a percepire "qualcosa" di più sottile), per finire al significato stesso della parola senso=direzione, ma lascio a voi il piacere della scoperta.

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