lunedì 31 maggio 2010

2.332


2.332 non è la nuova data, rivista e corretta, della fine del mondo secondo i Maya, né l'anno in cui finalmente la BP riuscirà a ripulire le coste americane dalla Marea Nera.


2.332 è semplicemente il calcolo di quante volte respiriamo durante l'arco delle 24 ore considerando una media di 18 respiri al minuto.


La mia domanda è: escludendo le 8 ore di sonno notturne (e quindi di inconsapevolezza), in un giorno di quanti di questi respiri siamo consapevoli?


Non sto qui a parlare di tutte le sfumature del respiro, della sua importanza a livello fisiologico, emotivo, eccetera, ma solo della nostra consapevolezza.


Se non riusciamo a rimanere consapevoli neanche del nostro respiro per più di cinque minuti, se non riusciamo ad avere questa costanza nell'osservare qualcosa di intimo e personale come il respiro, come possiamo sperare di conquistare alcunché nella vita?

domenica 30 maggio 2010

venerdì 28 maggio 2010

LA PEDOFILIA NON E' SOLO UN REATO, MA SOPRATTUTTO UNA DEVIANZA SESSUALE



La pedofilia è un reato, sicuramente, ma metterla su questo piano sposta l'attenzione su quello che è il vero punto della questione: la devianza di una "forza", l'energia sessuale, che quando viene castrata o tenuta forzatamente sottocontrollo, inevitabilmente "sfocia" da un'altra parte.


Quindi, secondo me, il continuo metterla sul piano del reato in questi ultimi tempi, da parte della Chiesa, sposta l'attenzione, come ho già detto dal fatto che il vero problema sta nella forzata astinenza, con l'obbligo del celibato, a cui i preti sono sottoposti.


E' importante capire che il sesso non è un optional nelle nostre vite. Il sesso è il "motore" che muove l'intera creazione. E' una forza immensa che pulsa nostro malgrado. L'energia sessuale è come il magma incandescente che bolle nelle viscere dei vulcani, il quale deve trovare uno sbocco, una via di uscita, altrimenti sono cazzi amari.


Lo vogliamo capire o no che tutto questo problema della pedofilia ecclesiale è una conseguenza delle scelte sbagliate della stessa Chiesa e di tutte le "chiese" castranti del pianeta?
Tutte le religioni del mondo dovrebbero rivedere seriamente la questione del celibato, abolirlo e permettere ai sacerdoti di sposarsi o di avere comunque una sana vita sessuale. Non vi è devianza dal "divino" nel sesso, al contrario, il sesso ben fatto (cioé libero da abusi e soprusi) non può che condurre al divino.
Questa è la mia opinione.

LA VOCE DI JAMES TAYLOR IN YO'VE GOT A FRIEND

Un inno all'amicizia dedicato a tutti i veri amici.
Alle spalle di questo giovanissimo James è possibile vedere un'altra grande interprete del pop americano: Carole King.
Anche lei ha cantato una stupenda versione di questo magico brano.


Testo della canzone:

Quando sei giu e hai problemi
e hai bisogno d'amore e attenzioni
e niente, niente va nel modo giusto
chiudi gli occhi e pensa a me
ed io arriverò ad illuminarti le tue notti oscure
semplicemente chiama il mio nome
tu sai dove sono sempre
verrò di corsa per vederti ancora.
Inverno, Primavera, Estate o Autunno
tutto ciò che devi fare é chiamarmi ed io arriverò.
Se il cielo sopra di te diventa scuro e coperto di nubi
e quel vecchio vento del nord inizia a soffiare
mantieni la calma e chiama il mio nome ad alta voce
presto sentirai il mio battere alla tua porta
semplicemente chiama il mio nome tu sai dove sono
sempre verrò di corsa per vederti ancora.
Inverno, Primavera, Estate o Autunno
tutto ciò che devi fare é chiamarmi ed io arriverò.
E' bello sapere che hai un amico
tra tutta quella gente fredda
loro ti feriscono e ti abbandonano
prendono la tua anima se li lasci fare,
oh, ma tu non glielo permetterai.
Semplicemente chiama il mio nome
tu sai dove sono sempre
verrò di corsa per vederti ancora.
Inverno, Primavera, Estate o Autunno
tutto ciò che devi fare é chiamarmi ed io arriverò.



giovedì 27 maggio 2010

IL LIBRO DEL MESE: KA


Un testo godibilissimo per gli amanti della mitologia indiana (mitologia o realtà? Io resto sempre dell'idea che dietro i miti vi sono fondamenti di verità).


Ma anche un testo indispensabile per tutti i praticanti di yoga, meditazione e ricerca della verità.


Infatti assaporare un po' delle storie contenute in testi che parlano di Shiva, di Krishna, di Ganesha, Garuda, Buddha e molte altre divinità adorate dagli indù non può che aiutare nell'edificazione del carattere di ogni essere umano.


Un passo del libro:

"...durate il secondo quarto nella notte del risveglio, il Buddha ricordò le sue vite anteriori. Prima una, due, cinque. Presto non le contò più.

Apparivano nomi e diceva: - Quello ero io. - Vedeva luoghi e diceva: - Quello ero io. - Vedeva sorgere e spegnersi le passioni. Vedeva agonizzanti e diceva: - Quello ero io. -


Una ressa di volti, vesti, città, animali, merci, strade. Continuava a osservare. Ormai non si ripeteva più - Quello ero io - E a un tratto si accorse che stava guardando le vite di altri...


...dopo quattordici giorni il Buddha si alzò e cominciò a camminare. Non aveva meta. Non lontano da lui Mara (il dio delle morte) si era accasciato, sconfitto. Con un bastone scriveva dei segni per terra. Tantri e Arati, le sue figlie, si avvicinarono e lessero: - Gautama è sfuggito al mio potere. -


KA, di Roberto Calasso, ed. Adelphi


mercoledì 26 maggio 2010

Chi l'ha detto che il Leopardo è l'animale puù veloce del mondo?

Ma dico io: è possibile saltare il pranzo per colpa di uno stronzo che non si fa i cazzi suoi?



UN SENATORE SALENTINO PROPONE DI TORNARE A SCUOLA AD OTTOBRE, FINALMENTE UN PO' DI COMPASSIONE PER I NOSTRI PARGOLI!



E' questa la proposta del senatore del PDL Giorgio Costa, presentata in un disegno di legge: tornare ai vecchi modelli degli anni '60, rientrare a scuola il 1° ottobre.


Questa scelta, secondo me più giusta nei confronti dei nostri ragazzi, permetterebbe tra l'altro di allungare la stagione estiva, con conseguente beneficio al turismo balneare.


Ma sembra che questa cosa di allungare i tempi delle "vacanze scolastiche" estive non piaccia molto al sig. Bossi, chissà perché.


Ci sono anche qui giochi di interessi personali e di partito? Mah!

Intanto a pagarne le conseguenze sono i nostri ragazzi.

lunedì 24 maggio 2010

Parsifal dei Pooh

Sicuramente in molti il nome dei Pooh richiama la canzonetta all'italiana.
A me i Pooh dei primi anni '70 hanno dato moltissimo e vi sono brani che mi hanno segnato ed ispirato.

Questo è uno di quelli.




UN RARO ESEMPIO DI DANZA DELLA SEDUZIONE

Il filmato che segue è tratto dal film Kamasutra, della regista Mira Nair.

In questo film l'arte delle seduzione la fa da padrona.
Purtroppo nel film, come pure nella vita, si intromette anche la gelosia...e guasta tutto.


I FIORI DI KAMA - LA DANZATRICE



"La Danzatrice è una figura strettamente associata all'energia sessuale ed al potere femminile dell'iniziazione.


Un canto mistico appartenente alla tradizione tantrica dice: - La danzatrice ha il potere di iniziare il processo di ringiovanimento sessuale -.


Molti templi dell'antichità ospitavano danzatrici, le cui danze trasmettevano la vera essenza dell'erotismo.


La loro presenza nei templi indiani turbò ed offese la morale puritana degli inglesi, che promulgarono leggi che impedivano tale attività.


Sfortunatamente l'abilità sessuale delle danzatrici del tempio fece sì che gli inglesi le credessero delle prostitute.


Le danzatrici del tempio indiano, o Devadasi (letteralmente: servitrici del Divino) erano divise in varie categorie. Le più elevate erano esperte nei diversi tipi di yoga e attraverso anni di prova sviluppavano il controllo sulle funzioni del corpo.


Come iniziatrici dello yoga tantrico, avevano un ruolo importante. Esse furono considerate come le amanti degli dei del tempio, le incarnazioni delle Gopi e le emanazioni di Lakshmi.


Si credeva che la prosperità del paese fosse in relazione alle attività e ai riti delle danzatrici del tempio.


brano tratto da: "I Segreti Sessuali dell'Oriente".

domenica 23 maggio 2010

BUONA DOMENICA CON I SUPERTRAMP

Quanto tempo è passato da quando, nella seconda metà degli anni '70, ascoltavo questo brano?
Non lo ricordo più, e neanche mi interessa saperlo.
Buon ascolto e gustatevi questi due simpatici pinguini.


sabato 22 maggio 2010

TOTO' IN UN INDIMENTICABILE SAGGIO DI DANZA

Non c'è che dire, la bravura, l'eleganza, la delicatezza di questo ballerino lasciano veramente col fiato sospeso.



I VIAGGI DELLA MEMORIA - C'ERA UNA VOLTA L'EUROPA


C'era una volta l'Europa divisa, quella dei singoli Stati Sovrani.


Intendiamoci, io non sono per la divisione tra gli uomini, sono per la fratellanza dei popoli.


Ma questa non è fratellanza.

Questa è solo una gigantesca presa per il culo.


Una presa per il culo con degli effetti disastrosi nel quotidiano economico, sociale e morale di ognuno di noi.


Non sappiamo più chi siamo, dove stiamo andando e né tantomeno sappiamo più cosa stiamo mangiando.


Questa della UE non è una unione economica, è una dittatura economica.

Inutile parlare della BCE, della Banca Mondiale, del Parlamento Europeo, del Consiglio d'Europa o del Trattato di Lisbona, tanto quasi nessuno ti capisce.


Nessuno sembra capire che quando si consumava la propria produzione artigianale ed agricola "fatta in casa" i prodotti costavano molto meno, erano più genuini e rispettavano un po di più i ritmi delle stagioni.


Adesso vi sono i "cervelloni" di Bruxelles che decidono chi vendere cosa e a chi.


Così, come tante volte in passato ha riferito Beppe Grillo in modo tragicomico, le merci viaggiano da un posto all'altro dell'Europa, fanno il giro del mondo, poi ti ritornano in casa coi prezzi mille volte superiori rispetto all'origine.


Pensate non sia vero?


Anni fa ho lavorato in una industria conserviera alimentare.

Compravamo carciofi, li lavoravamo e li mettevamo in salamoia (in acqua e sale, per mantenerli in buono stato) prima di venderli.

Bene, dopo aver comprato i carciofi, per esempio, a 5 lire al pezzo, con l'aggiuta dei costi di lavorazione dovevamo rivenderli, sempre per esempio, a 7 lire.

Quando andavamo a proporre l'acquisto a qualche altra industria di trasformazione questa rifiutava l'offerta perché "troppo esosa". Vi erano i carciofi della Spagna o della Grecia (spesso di qualità molto scadente, direi melma, perché la salamoia se non è fatta nelle giuste percentuali di acqua e sale, o se non è rinnovata periodicamente, il prodotto agricolo si decompone) che venivano offerti a 4 lire il pezzo. Cioé una lira in meno a quanto l'avevamo pagata noi in origine.
E non finisce qui. Stranamente, poi, quando andavo nei supermercati e guardavo i costi dei vasetti di carciofini sott'olio, notavo che un vasetto che conteneva dieci carciofini che, secondo la mia logica, avrebbe dovuto costare al massimo cento lire, invece costava 1500 lire.
Una cosa assurda.

Altro esempio: noi pugliesi, che siamo tra i primi produttori in Europa di uva da vino, andiamo a comprare spesso il vino prodotto in Emilia Romagna o addirittura in Spagna.


Che facciamo? Ci ridiamo su o ci buttiamo a terra e ci mettiamo a piangere come degli asini frustati a sangue, oppure ci incazziamo veramente?


Non è possibile assistere ad un simile manicomio.


Vi faccio altri pochi esempi pratici, che riguardano la mia zona.


Nel territorio in cui vivo vi sono centri agricoli specializzati nella coltivazione delle patate, delle carote, dei pomodori, dei carciofi, eccetera.


Bene, pensate che se i coltivatori vanno al mercato a vendere i loro prodotti li vendono al giusto prezzo? Ma neanche per sogno. Vi sono le patate che arrivano dalla Grecia, le carote che arrivano dalla Spagna, i pomodori idem, e via dicendo, ad un prezzo inferiore a quello minimo che chiedono gli agricoltori per sopravvivere.


Stessa cosa per i mosti, di cui siamo i maggiori produttori in Italia. I mosti che arrivano dalla Grecia e dalla Spagna sono molto più convenienti, alle grandi industrie del settore, di quelli prodotti in casa.


Da quando si aggiunta la Cina e l'Europa dell'est la cosa poi non ha fatto altro che peggiorare.


In pratica quelle tante vocine che parlano e parlano al Parlamento Europeo non stanno facendo altro, da qualche decennio a questa parte, di confondere terribilmente le acque.


Dare la possibilità ai paesi membri di smerciare i loro prodotti all'estero, facendo crollare l'economia di una nazione o di un territorio, non mi sembra il modo migliore per aiutare l'economia.


Ognuno dovrebbe consumare prodotti fatti in casa, così la penso io. Coltivarli, trsformarli e...consumarli.


E se una nazione è molto più ricca delle altre, in nome della "fratellanza" sborsa un po' di soldini e manda un aiuto economico senza ritorno (non un prestito capestro) alla nazione più bisognosa.


Questa è fratellanza tra i popoli.

O no?

venerdì 21 maggio 2010

LA VOCE DI MARLENE DIETRICH IN MOROCCO

Non si può dire che avesse una voce perfetta, ma sapeva incantare gli ascoltatori.


IL LAVORO IN ITALIA E LA LEGGE DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA, OVVERO COME INVENTARSI NUOVI LAVORI




Tutti sappiamo bene la drammatica situazione della mancanza di lavoro, in Italia e all'estero.


Ma forse non tutti conosciamo la legge della domanda e dell'offerta, o meglio, le implicazioni che queste hanno nel delimitare i confini del tessuto sociale.


Da qualche decennio sto assistendo al proliferare di avvocati, venditori di polizze assicurative, maestrine e professori, ragionieri e commercialisti e via dicendo.
Tante schiere di uomini e donne tutti uguali, grigi.


Quasi nessuno che si inventi un nuovo lavoro.


Hanno mai riflettuto, gli aspiranti ad una delle solite professioni, sul fatto che ad un certo punto il tetto massimo dell'offerta non può che collassare, oppure produrre nuove domande inquinanti che alterano le condizioni sociali in modo artificiale.


Faccio un esempio, aumentando a dismisura gli avvocati molti di loro sono destinati a rimanere senza lavoro, oppure dovranno per forza di cose aumentare anche i criminali e le problematiche giuridiche: domanda-offerta.


Stessa cosa vale per i medici: più medici=più malati.

E via dicendo.


Come ho fatto notare gli effetti negativi di questa spirale sono parecchi.

Uno: si avrà (anzi si è già avuto da un bel pezzo) un intasamento dei posti di lavoro (con conseguente disoccupazione).

Due: un noioso amalgama di professioni e lavori tutti uguali, grigi.

Tre: l'aumento a dismisura di "falsa" clientela, che non ha bisogno di ciò che il professionista offre, ma viene coinvolto suo malgrado, con trucchetti vari, a divenire cliente di quel professionista.


Ecco che, come dicevo, per far lavorare tutto l'apparato giuridico quello stesso apparato ha tutti gli interessi a far aumentare i criminali, gli evasori e quant'altro possa portare loro la pagnotta.

Idem per far lavorare tutto l'apparato sanitario, che ha tutti gli interessi affinché voi vi ammaliate e stiate male da cani.


Chi scrive, naturalmente, si è inventato un nuovo lavoro: progettare e produrre oggetti di designer fatti a mano, più precisamente "Lampade in mosaico rivestite di tessere di marmo".


Andate in fondo al blog per una conferma.

Vi è il video (anche questo fatto a mano da me) di una parte delle lampade prodotte.


Questo non vuol essere un vanto, quanto uno spronare ad inventarsi nuovi lavori perché, primo si diventa più vivi, creativi; e secondo si porta un po' di nuovo colore a questo mondo lavorativo grigio ed intristito.
Una cortesia però: non copiate il mio lavoro, inventavene un altro, e che ca..

mercoledì 19 maggio 2010

TAI CHI - DELICATI EQUILIBRI



Nel mio post precedente ho tentato di mettere in evidenza, in modo semiserio, due questioni che io ritengo di fondamentale importanza: uno che tutta la vita è retta da delicati equilibri, e due che questi equilibri sono costantemente in movimento, perché le situazioni interne od esterne che ci troviamo ad affrontare sono sempre nuove.



Faccio degli esempi.


Punto primo: abbiamo equilibri interni in costante mutamento, dalle percentuali di ossigeno e anidride carbonica nel nostro sangue, agli equilibri del sistema nervoso simpatico e parasimpatico o delle varie coppie di muscoli antagonisti. Vi sono gli equilibri tra il sonno e la veglia o momenti di fame e sazietà, eccetera. Già solo per stare ritti in piedi entrano in gioco tutta una serie di muscoli antagonisti, diretti dalla volontà, che fanno sì che non cadiamo rovinosamente sul pavimento.



Insomma le coppie di opposti, così come descritte nel simbolo del Tai chi, sono veramente tante e sono costantemente all'opera.



Punto secondo: il dinamismo dell'esistenza e il continuo cambiare delle percentuali di pesi e contrappesi, sia al nostro interno che nelle relazioni con gli altri e col mondo circostante.




E l'imprevedibilità è una costante sempre presente nell'esistenza.



Con questa affermazione rispondo a quanti a volte mi hanno chiesto perché a volte faccio un movimento di Tai chi in un modo e poi me ne vedono fare un'altro leggermente diverso.


Dal mio punto di vista, considerata appunto la dinamicità e l'imprevedibilità dell'esistenza è bene non fossilizzarsi in comportamenti, fisici o mentali, fissi e stereotipati.


Ciò che conta di più, sempre secondo il mio punto di vista, è una forte presenza ed una giusta reattività agli eventi.



Per questo occorre una acuta sensibilità.



Un attacco dall'esterno può essere sempre nuovo, come sempre nuovi sono i microbi delle influenze stagionali.



Un vaccino per una vecchia influenza può rivelarsi perfettamente inutile per quella nuova, anche se simile alla precedente.



Una tecnica di difesa per un certo tipo di attacco può, allo stesso modo, non servire a nulla per un nuovo attacco, quasi simile a quello precedente ma pur sempre nuovo.



Sapersi adattare all'avversario, interno od esterno che sia.



Per questo è importante una "delicata" sensibilità, che risponda immediatamente ad una forza, assorbendola in sé per poi farle deviare percorso.



Il Tai chi è dunque dinamico, come dinamica e imprevedibile è l'esistenza.



Se persino una pietra è in costante movimento che dire di un uomo?


TEMPI DURI


Cattive notizie per i pacifisti: “Siamo in guerra ragazzi!”

Non so quanti l’hanno notato ma ognuno di noi subisce costantemente attacchi, dall’esterno e dall’interno.

Tecniche di guerra sono costantemente all’opera, da quelle più sofisticate dei microbi che attentano alla nostra salute o degli infiniti conflitti interiori, a quelle della moglie o del papà che vuole condurti dove vuole lui/lei, a quelle poi del piazzista che appena ti distrai ti rifila venti paia di calze per l’alta montagna anche in piena estate al mare.

Le tecniche sono tante e talmente varie che bisogna costantemente adattarsi ed essere vigili.
Vi sono le tecniche di guerriglia dei ragazzini sotto casa che giocano a forarti i pneumatici nuovi (appena comprati a rate); poi vi sono quelle corpo a corpo, come con l’ultima amante di turno, che afferma categoricamente di non essere gelosa di te ma, con fare disgustato, ti dice che non ti si addice andare con altre donne, guasta la bella immagine che ha di te.

Per non parlare di quegli attacchi subdoli perpetrati dal vicino di pianerottolo che, sapendo che scendi con l’ascensore alle otto e un quarto, due minuti prima di te prende l’ascensore fumando tre sigarette tutte d’un fiato e spara tre o quattro cannonate (frutto della fagiolata della sera prima).

Ad ogni istante, ad ogni passo, siamo chiamati a fronteggiare un attacco più o meno dichiarato, sempre diverso da quello precedente.

Per questo è importante sapersi difendere, ma a questo fine le quattro tecniche di autodifesa imparate al dopolavoro ferroviario non sono sufficienti, occorre piuttosto un diverso tipo di abilità difensiva, imprevedibile come imprevedibili sono gli attacchi.

E non ci si può crogiolare neanche nelle vittorie e come dice Sun Tzu nell’Arte della Guerra: “In caso di vittoria è bene non ripetersi, occorre adottare un’inesauribile varietà dispositiva difensiva”.

Inoltre, come disse quell’altro grande stratega di non so che epoca, non so che luogo e non so come si chiama: “Occhio! Il nemico ti osserva e…è molto arrapato, meglio non mostrargli il di dietro”.

A buon intenditor…

lunedì 17 maggio 2010

ASTURIAS IN UNA CELEBRE INTERPRETAZIONE DI ANDRES SEGOVIA


L'autore di questo brano è Isaac Manuel Francisco Albeniz (1860-1909).


La cosa curiosa è che Albeniz è stato un celebre compositore di opere per pianoforte, eppure sentite quanta magia e dolcezza in quest'opera suonata con chitarra, Asturias, che rappresenta il quinto brano della Suite espanola.



Dell'indimenticabile Andres Segovia non v'è nulla da dire, tranne che è stato uno dei maggiori interpreti di chitarra classica di tutti i tempi.






SONO 113 LE BASI MILITARI USA IN ITALIA


Si, avete capito bene!

Sul territorio italiano vi sono ben 113 basi militari americane, di cui otto solo in Puglia.


Il Ministero delle Difesa Statunitense possiede sul suolo italiano ben 430 edifici militari dislocati su 783 kmq (cioé lo 0,261 % del territorio nazionale).


Solo nella base di Grigignano d'Aversa (Caserta) vivono stabilmente 3500 militari statunitensi.


E sono 90 (ma questo non è ufficiale) le testate nucleari stanziate in Italia.


Ma l'Italia non è l'unica ad ospitare gli americani per la difesa. Sono ben 716 le basi, più altre installazioni, sparse in 38 paesi di tutto il mondo.


La guerra (o la difesa?) è proprio un grande business, al punto che Obama, chiaramente un pacifista, ha stanziato per l'anno finanziario 2010 la cifra irrisoria di 680 miliardi di dollari.


Anche l'Italia fa la sua parte e contribuisce economicamente al mantenimento delle truppe USA in casa nostra con 366 milioni di dollari l'anno.


L'affare è talmente grosso che nel 2008 è nata la Difesa Spa, che fa capo al Ministero della Difesa e dell'Economia.


Intanto in America gli scettici sull'utilità di tenere tante testate nucleari sul suolo italico si chiedono: "In caso di conflitto atomico l'Italia sarà capace di effettuare un attacco termonucleare?"


Domanda da un milione di dollari, anzi...da 366 milioni di dollari.

domenica 16 maggio 2010

La suggestiva voce di Vas : "In the garden of souls"

Nell'ascoltare questo brano, visto che non c'è molto da vedere sullo schermo, fate un esperimento: mettete il volume al massimo, alzatevi, andate al centro della stanza, aprite le braccia e...cominciate a ruotare su voi stessi seguendo il ritmo spiraliforme della musica.
Lasciatevi andare.


sabato 15 maggio 2010

UN PO' DI DANZA DEL VENTRE?

Le melodie di sottofondo non sono di sicuro tra le più tradizionali, ma la danzatrice è strepitosa.


YOGA - USHTRASANA: AFFRONTARE LA VITA DI PETTO


Secondo la Fisiognomica ogni postura, ogni atteggiamento fisico rivela stati di umore, mentali e caratteriali di un qualunque individuo.


Il suo corpo e il suo atteggiamento fisico hanno molto da dire.


A lungo andare l'atteggiamento fisico diventa una caratteristica saliente dell'individuo che, a sua volta, influenza le sue emozioni, i pensieri e il suo "modo di affrontare la vita".


Abituandosi a certe posture si genera così una spirale che trascina l'uomo in un vortice di emozioni negative da cui diventa molto difficile uscire fuori.


Quindi, se in un primo momento sono certe emozioni e pensieri ad influenzare gli atteggiamenti fisici, poi sono quegli stessi atteggiamenti ad influenzare l'umore.


Ho ripetuto due volte questo concetto perché lo trovo di fondamentale importanza per comprendere il perché del "lavoro sul corpo" per liberarsi (o reindirizzare) di certe caratteristiche negative che sempre ci accompagnano.


Sono un chiaro esempio di ciò che sto dicendo il classico portare la testa china o le spalle chiuse e incurvate quando si è abbattuti o giù di tono. Le implicazioni "negative" di questi due atteggiamenti sono veramente enormi.


Divenire consapevoli di quante implicazioni hanno questi due atteggiamenti nella nostra vita di tutti i giorni, nelle nostre relazioni col mondo e con gli altri è il primo passo per liberarsene.


Il secondo passo consiste nel "correggere" le posture indesiderate.


Partire dal corpo per guarire dentro.


Ecco che anche qui lo yoga ci viene in aiuto e partendo dalla correzione posturale ci "corregge" anche all'interno.


Esistono asana nel mondo dello yoga molto efficienti a questo fine: Bhujangasana, Shalabhasana, Dhanurasana, Rajakapotasana, Natarajasana, Urdhva Mukha Svanasana, Ushtrasana ed altre ancora.


Naturalmente esistono differenze sostanziali tra una asana e l'altra e i "benefici" variano da posizione a posizione.


Ma tutte queste asana hanno in comune il fatto che rinforzano i muscoli dorsali, sciolgono e rinforzano il bacino, raddrizzano la colonna vertebrale, aprono il torace ed altro ancora.


Ushtrasana, in particolare, è una di quelle posizioni yogiche veramente odiose per chi è "abituato" a curvarsi in avanti, e solo chi veramente ha compreso a fondo l'importanza di partire dal corpo per correggere il proprio carattere e cambiare il modo di sentirsi nel mondo è disposto ad affrontare il lavoro con una simile posizione.


Come è evidenziato nell'immagine il torace, in Ushtrasana, si apre completamente, le scapole si avvicinano tra loro, le spalle si aprono lasciando cadere il capo e le braccia all'indietro.


Molti principianti, all'inizio, avendo visto delle immagini di posizioni yoga fatte da esperti pensano sia facile imitarli. Questo perché non sono consapevoli delle loro condizioni psico-fisiche.


Il momento della verità arriva però quando decidono di provare, momento drammatico e ridicolo allo stesso tempo. Molti neanche risescono a stare in equilibrio sulle ginocchia, che dire poi del curvarsi all'indietro? Più facile rinunciare e tornare a camminare per strada con la testa china e le spalle curve.


Benefici di Ushtrasana: questa posizione stimola la circolazione del sangue lungo tutta la colonna vertebrale, quindi vivifica e rinforza tutta la regione dorsale. Anche gli organi genitali ricevono influssi benefici grazie alla tensione della zona pelvica. Il cuore viene massaggiato e rinforzato a causa del sollevamento del diaframma. La colonna vertebrale si stira in tutta la sua lunghezza all'indietro. Il torace si apre completamente, sbloccando il diaframma ed il plesso solare (con i conseguenti benefici di cui abbiamo già parlato).


Buona pratica e...affrontiamo la vita di petto!

giovedì 13 maggio 2010

IL PIACERE DI PERDERSI...PER VERAMENTE RITROVARSI



Vi è mai capitato di perrdervi?

Vi siete mai concessi il lusso di lasciarvi andare totalmente all'ignoto?

Avete mai provato il brivido di camminare in un "territorio" sconosciuto dove dovevate stare allerta, vigili, presenti con tutti i sensi, tutto il corpo...tutto il vostro sentire?

Vi siete mai persi al punto tale da non sapere più chi eravate?


Chi scrive si è perso molte volte nella vita.

Si è perso in territori sconosciuti lontani molte miglia da casa sua.

Ma si è perso anche negli occhi di una donna...di un bambino.


Si è perso tante volte che ora sa di essere irrimediabilmente perso...ed è felice di esserlo.


Superata la barriera del terrore dell'ignoto chi osa avventurarsi in territori sconosciuti può sentire con tutto il proprio essere il piacere derivante dal "toccare" la vita senza i filtri della mente concettuale, razionale.


Momento magico, carico di pathos ma anche di leggerezza, di curiosità...di voglia di avventura.


E' quel momento in cui si capisce che è proprio il voler tenere tutto sotto controllo, il voler stabilire dei paletti segnalatori sul proprio cammino ad impedirci di tuffarci nella realtà fisica e vederla come un paradiso terrestre.


Quando ci si perde si esce da quel limbo in cui si dorme da svegli, identificati nei ruoli sociali, e per la prima volta si sente di essere svegli, con gli occhi pieni della magia della vita che ci circonda e il cuore felice di esistere...di sentire.


Ma per provare tanta bellezza occorre vincere la paura dell'ignoto, quella paura che ci ha continuamente impedito di vivere meravigliose ed esaltanti avventure in cui siamo noi gli Indiana Jones, i cercatori di tesori nascosti...e casomai scoprire che quei tesori erano proprio lì, sotto i nostri occhi...da sempre, pronti per essere goduti.


Ma la scoperta più grande, il tesoro più prezioso (e più nascosto) che si può trovare nel perdersi è il nostro sé più profondo, più vero, più autentico.


Ma occorre perdersi per ritrovarsi.

mercoledì 12 maggio 2010

IL PIACERE DI SAPER FARE TANTE COSE

Guardate questo Genio.
Non sarebbe bello se anche noi imparassimo a fare molte più cose di quelle che facciamo attualmente?

Forse basta solo impegnarsi di più.

O no?


lunedì 10 maggio 2010

MEDITAZIONE: SE SOLO REALIZZASSIMO CHE LA MENTE NON HA FORMA...


Di quanti abbagli ci liberermmo se realizzassimo che la mente non ha forma. In un sol balzo supereremmo le infinite identificazioni inconsapevoli, le infinite paure e ossessioni...gli attaccamenti.


- La mente è come una lastra fotosensibile - ha detto una volta il mio Maestro - ciò che la impressiona la trasforma -.


Proprio come una bolla di sapone, leggera e trasparente, la mente riflette tutto ciò che vi è all'interno e all'esterno. Ne prende la forma, diventa quella cosa...per poi diventarne un'altra subito dopo.


La mente si perde nell'oceano delle forme fluttuanti come nubi nel cielo, si identifica in quelle forme e...vi annega dentro.


Meditazione, parola sconosciuta ai più...pratica sconosciuta ai più.


Peccato.


Perché la Meditazione è una via di accesso ad una visione più limpida dei fenomeni e di Ciò che sta dietro ai fenomeni.


Così, osservando a lungo la mente (senza identificarsi nei suoi contenuti) si arriva finalmente alla stupenda comprensione dell'aformalità della mente. Momento magico, meraviglioso, che apre ad infinite possibilità creative.


Perché se la mente non ha forma e prende inconsapevolmente le forme (fisiche o mentali) in cui si riflette, allora posso far prendere alla mente le forme che io ho deciso.


E' allora che inizia la vera battaglia interiore, perché la mente indisciplinata non è abituata ai nostri comandi, e si opporrà strenuamente.


Chi riuscirà a domarla avrà una preziosa alleata, con la quale potrà creare infinite forme meravigliose oppure, quando è stanco dei giochi con le Forme, immergersi nei Regni sensa Forma.


...e passare di godimento in godimento, sia con le forme che senza...


sabato 8 maggio 2010

I FIORI DI KAMA - LO STADIO DELLA SODDISFAZIONE


Ho già avuto modo di parlare sul fatto che tutto è magia.


Così come ho spiegato che senza anni di meditazione e studio del controllo dell'energia ciò di cui scrivo è inutile ai più.


Allo stesso modo è inutile iscriversi ad un corso di pochi giorni sul Tantra ed aspettarsi risultati concreti, così come inutile è leggere un libro, anche un libro come quello che segue, senza le suddette pratiche.


E' indubbio che un atto erotico ben fatto sia un atto di magia e che porti ad una completa e profonda soddisfazione; soddisfazione che è bene gustare (alla fine dell'atto stesso) immergendosi silenziosamente in ciò che si è generato con l'atto amoroso.


"Lo Stadio della Soddisfazione coinvolge gli aspetti fisici, mentali ed emotivi del Sé. E' l'espressione piena e la gioia del fare l'amore armoniosamente. L'esperienza è estatica, conduce all'orgasmo ed è completamente soddisfacente. Le dottrine tibetane lo paragonano al momento della Genesi, realizzata dai nostri ancestrali Spiriti Primordiali: l'unione estatica cosmica Padre-Madre. La rappresentazione iconografica di questo momento è una coppia seduta immobile in un abbraccio sessuale, con l'aspetto maschile colorato di blu scuro e quello femminile bianco latte.


La Grande Anima, che in cinese è conosciuta come Po, comincia ad esistere con la concezione. Nasce dall'unione dei genitori ed è direttamente responsabile della formazione degi organi del nascituro. Come abbiamo detto precedentemente ha nove parti, concepite come spiriti vitali, che si proiettano nei Nove Spiriti della donna. Questi spiriti sono normalmente addormentati nel corpo della donna, ma si manifestano se risvegliati dall'erotismo.


Insieme alla Grande Anime, c'è anche Hun, il Grande Spirito. L'Hun entra nel corpo nel momento in cui si respira per la prima volta...

...Coltivando una consapevolezza di questi due Principi ed interpretandone i ruoli coscientemente durante l'atto amoroso, la coppia potrà nutrire scambievolmente il Sé più profondo.

Questo potente e significativo segreto ha molte applicazioni pratiche..."


brano tratto da "I Segreti Sessuali dell'Oriente"

giovedì 6 maggio 2010

IL LIBRO DEL MESE: IL TRATTATO DI MAGIA BIANCA (di Alice A. Bayley)



Chi pensa di trovare in questo libro formule magiche per filtri d'amore e incantesimi e meglio che cambi scaffale, quello più in basso, a sinistra.


Qui siamo nel campo della Ricerca della Verità.


Vi presento una paginetta da questo meraviglioso libro, destinato a tutti gli aspiranti all'Adeptato, libro che si può trovare gratis anche in rete..


"...Queste regole potranno sembrare tropppo semplice al dotto aspirante, ma per coloro che sono disposti a diventare simili a fanciulli esse si dimostreranno una sicura guida alla verità e li metterà infine in grado di superare le prove dell'adeptato.

Alcune sono espresse in termini simbolici, altre sono necessariamente degli schermi, mentre altre esprimono la verità quale essa è.

1 Osserva il mondo del pensiero e separa il falso dal vero.

2 Impara il significato dell'illusione e, in ezzo ad essa poni il filo d'oro della verità.

3 Domina il corpo delle emozioni, poiché le onde che si sollevano sopra i mari burrascosi della vita travolgono il nuotatore, offuscano il sole e rendono inutile qualsiasi piano.

4 Scopri che hai una mente e imparane il suo duplice uso.

5 Concentra il principo pensante e sii padrone del tuo mondo mentale.

6 Impara che il pensatore, il pensiero e lo strumento del pensiero sono di natura diversa, eppure nella realtà ultima sono una cosa sola.

7 Agisci come pensatore e impara che non è giusto prostituire il tuo pensiero all'uso meschino del desiderio separativo.

8 L'energia del pensiero deve servire al bene del tutto ed a promuovere il piano di Dio. Non usarla quindi per i tuoi fini egoistici.

9 Prima di costruire una Forma Pensiero vedine il proposito, accertane la meta e verificane il movente.

10 Per te, aspirante sulla Via della Vita, la costruzione cosciente non è ancora la meta. Il lavoro di purificare l'atmosfera del pensiero, di sbarrare saldamente le porte del pensiero all'odio e al dolore, alla paura, alla gelosia e ai bassi desideri deve precedere il lavoro cosciente di costruzione. Sorveglia la tua Aura, o viandante sulla Via.

11 Sorveglia attentamente le porte del pensiero. Poni una vigile sentinella al desiderio. Rigetta ogni paura, ogni sentimento di odio, ogni avidità. Guarda lontano ed in alto.

12 Se la tua vita è per lo più accentrata sul piano della vita concreta, le tue parole e il tuo linguaggio indicheranno il tuo pensiero. Sorvegliali molto attentamente.

13 Le parole sono di tre tipi: frivole, egoistiche e di odio. Le parole frivole, ognuna delle quali produrrà il suo effetto, se sono buone e gentili non vi è necessità di trattenerle. Nel caso non lo siano si dovrà pagarne il prezzo a breve scadenza; le parole egoistiche, pronunciate con forte intenzione, costruiscono una parete di separazione. Occorrerà molto tempo per abbattere quella parete e liberare il proposito egoistico accumulato. Esamina i tuoi moventi e cerca di usare le parole che fondono la tua vita con il vasto proposito della volontà di Dio; le parole di odio, il linguaggio crudele che manda in rovina coloro che ne subiscono il fascino, i pettegolezzi velenosi passati di bocca in bocca per l'eccitazione che suscitano, queste parole uccidono i vacillanti impulsi dell'anima, tagliano le radici della vita e portano quindi morte. Se pronunciate apertamente portano la giusta punizione, se pronunciate e riconosciute poi come menzognere, rafforzano il mondo illusorio in cui vive colui che parla, impedendogli di procedere verso la liberazione. Le parole dette con l'intento di far male, ferire e uccidere ritornano a colui che le ha pronunciate, e sarà lui a essere ferito o ucciso.

14 Il pensiero frivolo, il pensiero egoistico, il pensiero crudele pieno di odio espresso a parole crea una prigione, avvelena tutte le fonti della vita, conduce alla malattia ed è causa di rovina e ritardo evolutivo. perciò per quanto sta in te, sii amabile, benevolo e buono. Mantieni il silenzio e la luce entrerà in te.

15 Non parlare di te stesso. Non lamentarti del tuo destino. I pensieri rivolti al sé e al tuo destino inferiore impediscono alla voce interiore della tua anima di giungere al tuo orecchio. Parla dell'anima, dilungati sul Piano, dimentica te stesso nel costruire per il mondo. Così verrà ridotta all'impotenza la legge della forma. Così potrà stabilirsi in quel mondo la legge dell'amore.


Queste semplici regole porranno le giuste fondamenta per proseguire il lavoro magico e renderanno il corpo mentale così limpido e potente che il giusto movente predominerà, rendendo possibile una vera opera di costruzione".

DUE PENSIERI SULLA LIBERTA' DI CREAZIONE ED UN'ASTRONAVE




Prima di riportare pari pari un articolo di Giuseppe Valentino, regista indipendente nato a Cerignola ma che vive in Svizzera e realizza servizi per le televisioni svizzere (da tre mesi nella nostra città per girare un film sulle elezioni politiche), vorrei dire giusto due parole sul contenuto del suo scritto.


Poiché il suo articolo ha suscitato polemiche tra i giovani di Cerignola mi chiedo, e chiedo a questi giovani: "sappiamo tutti che ciò che ha detto Giuseppe corrisponde alla verità! Perché allora prendersela tanto?"
Anzi, è interessante ascoltare l'opinione di chi guarda le cose con "occhio" fresco.

E poi: l'autore non l'ha specificato ma non intende dire che siamo tutti così, sicuramente c'è tanta bella gente nella nostra realtà cittadina. Una città che tutto sommato è ancora vivibile.

La cosa interessante nel quadro che lui dipinge della nostra realtà sociale e politica è che è molto simile alla realtà dell'Italia in toto. Non mi sembra vi sia molta differenza tra quello che sta accadendo qui e quello che succede in altre città d'Italia.


Fatto sta che tutti dovremmo fare un esame di coscienza e ammettere che in parte ognuno di noi contribuisce (spesso semplicemente non facendo nulla) a far sì che le cose vadano avanti in questo modo disastrato, così come l'ha descritto Giuseppe.


Per quanto riguarda "l'astronave" a me piace molto, ma ognuno è libero di vedere le cose a modo suo.


A voi l'articolo.

Cerignola: due pensieri sulla liberta' di creazione ed un'astronave.

Salgo in sala consiliare. La stanza e' gremita, illuminata al neon. Un mucchio eterogeneo di individui dalla strana andatura, dallo strano tono si agitano, ed ecco il formicaio.
Dato ufficioso: ha vinto Giannatempo, cosi' si mormora, si aspetta il prossimo sindaco di Cerignola con ansia (Antonio Giannatempo verrà dopo mezz'ora, visibilmente stanco e anche un po' triste, e' appena stato al funerale di un prete) .
Delle bottiglie di spumante (di buon prezzo, alla buona, solo per il gusto di rovesciarselo addosso) stanno aspettando sul tavolo di vetro della sala, con i bicchieri di plastica.
Stringo parecchie mani, partono sempre pacche sulle spalle e baci, i mille baci schioccanti.
La sala consiliare gremita sa' di dopobarba, alito cattivo, di rancido, di profumo francese.
Cerco e voglio caratterizzare questo tipo di gente ma non ci riesco, mi guardo intorno, tengo la telecamera appoggiata sulla spalla mentre medito sulla ripresa da fare e mi soffermo: "Se dovessi descrivere questa gente, se dovessi o volessi catalogarla, come procedere, che dire, da dove posso cominciare?"
L'atmosfera nella sala consiliare e' da retata, da bolgia, da circo, da fine del mondo. I microfoni non funzionano, c'e' addirittura qualcuno che piange. Si sta festeggiando il nuovo sindaco, il mio documentario e' in pratica finito, un paio di personaggi mi chiedono che cosa faro' ora che la campagna elettorale e' finita, mi dicono che il PDL "c'ha proprio il gusto per la kermesse nel dna, e' buono il PDL per il tuo documentario!"
Spengo la telecamera e mi cerco un posto a sedere, sono stanco ma teso per i troppi caffè dell'automatico.
Mi trovo a Cerignola dal 19 Gennaio, ho passato poco meno di tre mesi nel posto in cui sono nato e cresciuto e che no, non amo (chi potrebbe desiderare un'amante cattiva, incarognita, col trucco sciolto, di seconda mano?). L'idea era quella di realizzare un documentario che in parte, penso, e' stato realizzato, andrebbe assemblato ma piu' o meno e' finito.
Sono partito da Zurigo con un'idea chiara e ci ritorno con molta confusione e parecchi amici in meno.
La gente che ho incontrato in quest'avventura e' bella ma anche stronza, un po' diffidente, senza pretese è incuriosita ma con il muso duro, la faccia cattiva, da picciotto.
Cerignola e' una citta' strana.
Parlando di architettura: al centro della citta' si trova quella struttura assurda che chiamiamo Duomo Tonti. Filmando per la citta' ho puntato parecchie volte la videocamera su questa specie di astronave che pare scolorita perche' disadatta all'atmosfera del pianeta terra.






l'Astronave



Il Duomo e' una sorta di specchio delle peculiarità cerignolane. L'astronave e' una struttura stilisticamente rumorosa, arrogante per il posto che s'e' scelta per atterrare, egocentrica perche' circondata dal brutto ( si scorge quà e là speculazione edilizia anni settanta) ed e' falsa. Sfarzo che non contiene nulla all'interno. L'astronave e' atterrata convinta di riprendere il volo e pare stia aspettando. Risaliranno i cerignolani a bordo dell'astronave?
Fra le tante cose il documentario ha preso la piega buona di partire dal piccolo per descrivere il grande.
L'idea era un viaggio nell'Italia Berlusconiana attraverso una campagna elettorale in una cittadina relativamente anonima della capitanata. Ebbene, tutta l'Italia l'ho ritrovata in questo posto!
La città che si identifica con un'astronave eretta a monumento religioso non merita molto. L'astronave aveva gente al suo interno che e' uscita all'aria dopo l'atterraggio, si e' adattata e si e' riprodotta: sono i Cerignolani.
La gente dell'astronave non legge, per esempio, non chiede scusa. Non sogna nè di notte e nè di giorno, pare abbia perso la facoltà di farlo. Questa gente non prova empatia, e' affascinata dal male, non ha fiducia in se stessa e di conseguenza non ha fiducia negli altri. In quanto popolazione aliena non e' curiosa di quello che la circonda, tanto si aspetta di risalire a bordo a breve.
Cerignola e' il posto meno adatto per la creazione perche' il trascendente e' deriso (il retaggio dell'agricoltore pragmatico e fiero della consapevolezza che oltre al fenomeno dello scorrere delle stagioni ogni manifestazione altra e' di zero importanza).
La città si merita, e sono contento che subisca, il lento allontanamento della gente piu' interessante che l'astronave abbia partorito. Ma perchè delle persone, soprattutto ventenni, stanno lasciando Cerignola?
Nelle strade, di sera, fra i tanto strombazzati Giovani si avverte la saturazione da routine oltre all'attesa inquietante che qualcosa stia per succedere e la consepevolezza dell'inutilità di quest'attesa.
L'attesa e' un meccanismo di autodifesa, in realtà e' l'ultima manifestazione di umanità che ci è rimasta.
Chi avra' il coraggio di accettare e magari comunicare che ognuno di noi si trascina lento verso la fine dei propri giorni cercando di seguire una corrente comportamentale sperimentatissima, onorare le tradizioni vuote di significato, consumare panzerotti fritti, crescere figli educandoli male e vivere nella piu' totale ignoranza per il bello, per la cultura e per il rispetto degli altri? Questo e' umano, quasi naturale fra le civiltà post-rivoluzione industriale e' vero, ma troppo accentuato dalle nostre parti.
Un posto senza cultura, senza passato e proiezioni future e' un posto bloccato in un limbo inquietante, senza speranza. La pressione energetica dell'astronave e' forte, sara' quello.
Personalmente ero partito con un film documentario da ambientare a Cerignola con la pretesa, arrogante immagino, di porgere uno specchio ai nostri volti, alle nostre abitudini, alle nostre reazioni agli eventi, cercare di catturare lo Zeitgeist di questo posto per poi rivedercelo assieme, tutti quanti, cercare di fermare il tempo, cosa che penso un documentario dovrebbe fare.
Invece non penso sia andata cosi', la gente dell'astronave e' difficile da inquadrare, possibile generalizzarla, sicuro, ma i cerignolani sfuggono ad ogni descrizione precisa in quanto popolazione aliena che merita, piu' di un documentario, uno studio antropologico serio. Io montero' il documentario e lo proiettero' nella mia città, spero serva a qualcosa.

mercoledì 5 maggio 2010

Leggo sulla Gazzetta questo titolo: "L'EUROPA RISCHIA DI FAR SCOMPARIRE LE TELLINE DALLE NOSTRE TAVOLE"...e io dico "MA CHI SE NE FREGA!"



L'UE vuole cambiare alcune norme del Regolamento Comunitario del Mediterraneo (entreranno in vigore dal primo giugno). Una di queste norme vieterà la pesca con le draghe a 0,3 miglia dalla costa.


Io le condivido.


Ma le reazioni degli addetti ai lavori (pescatori, ristoratori, eccetera) e delle associazioni di categoria sono tutt'altro che positive.


Come al solito si bada solo ai propri interessi.


A me tutta questa faccenda (delle azioni di protesta) sembra storta, a iniziare dal titolo letto sulla Gazzetta (che non mi sembra scritto correttamente): l'Europa non rischia proprio niente! O sbaglio?


E poi, ci fosse un articolo (tra i tanti che ho visionato) che specifichi perché le nuove Norme vieteranno la pesca di vongole e affini con i mezzi distruttivi della flora e della fauna marina che si usano attualemete. No! Tutti mettono l'accento solo sul fatto che la nostra economia subirà un durissimo colpo.


Come se esistesse solo l'economia!


E la sopravvivenza dell'ecosistema dove la mettiamo?


Per capire il perché di questa norma ho dovuto fare delle ricerche personali...e non è stato facile. Alla fine ho beccato questo sito: http://www.wwf.it/UserFiles/File/News%20Dossier%20Appti/DOSSIER/pesca/Politica%20com%20pesca%202004.pdf


leggete e capirete perché l'UE una volta tanto ha ragione (tra le tante minchiate che di solito ci impone).


Vuol dire che mangeremo un po' di vongole e canolicchi in meno.


Riusciremo a sopravvivere?

martedì 4 maggio 2010

UN'INTERESSANTE SERVIZIO DI RAI TRE SUI RISCHI DELLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA

Da una decina di giorni è partita la raccolta delle firme per indire un Referendum contro la privatizzazione dell'acqua.

Questo è un tema molto delicato che va affrontato tempestivamente per evitare che l'acqua "cada" in mani sbagliate.
Di seguito il primo di una serie di dieci video su un servizio mandato in onda da Rai Tre.
Protagonista: l'Acqua.


lunedì 3 maggio 2010

LA SPLENDIDA VOCE DI PHIL COLLINS IN AFTERGLOW

Cosa dire di questa voce?
Una voce che ha entusiasmato e fatto sognare intere generazioni.
Una voce che con gli anni è diventata sempre più carica e raffinata.
Personalmente sono molto legato a questo brano.
Spero piaccia anche a voi.
Buon ascolto.


domenica 2 maggio 2010

SECONDA PARTE DEL RACCONTO "LA PROVA DEL DESERTO"



Per chi non l'avesse ancora letto consiglio la lettura della prima parte di questo "racconto nel racconto". E' nel mese di aprile.

Questo racconto è tratto dal mio libro: Il sogno nel bosco.


Buona lettura.


"I primi giorni passarono tranquilli: praticavo, sedevo immobile, osservavo il cielo o i mille piccoli insetti che popolavano quella distesa desolata.

Per affrontare il caldo del giorno e il freddo della notte mi ero costruito un piccolo riparo con i miei indumenti e delle pietre. Tutto sommato la vita solitaria non mi sembrava poi male.

Ma col passare dei giorni e delle notti una inquietudine inspiegabile cominciò a manifestarsi al mio interno. Cominciai a sentire molto distante tutto il mio passato e il peso della solitudine prese a crescere in modo esponenziale. Era ormai da un po’ che non vedevo più anima viva. Non vedevo neanche la persona che mi portava i viveri, perché le scorte le trovavo inspiegabilmente al mattino, al risveglio dalle mie poche ore di sonno.

Perfino prima, quando viaggiavo in cerca del bosco, non ero mai stato solo per un tempo così lungo. Mi capitava spesso di avere dei compagni di viaggio o, comunque, di alloggiare in qualche villaggio o locanda.

Stavo divenendo sempre più consapevole di non essere mai stato neanche un giorno, nella mia vita, senza incontrare un mio simile. In quel momento mi sembrava buffo come nessuno di noi ci faccia caso.

Pensavo: “Nasciamo in questo mondo già circondati dai nostri simili, tanti specchi di noi stessi, e spesso neanche ci accorgiamo della loro presenza.

Non ci accorgiamo, per esempio, di come tutto quello che ci circonda è stato costruito col sudore e la fatica di altri nostri simili. Di quanta conoscenza “viaggi” tra gli esseri umani: architetti, artigiani, agricoltori, stallieri, fabbri, massaie…ognuno di loro fa qualcosa per noi.

Anche se non lo conosceremo mai personalmente qualcuno ha costruito gli abiti che indossiamo, le posate che usiamo per mangiare, il tavolo sul quale desiniamo, la sedia su cui sediamo o il letto sul quale andiamo a riposare quando siamo stanchi morti. Tutti danno un contributo alla civiltà.

Ma non solo. Dove li mettiamo i rapporti umani? Anche solo sentirsi augurare il buon giorno da qualcuno ti fa sentire meno solo. Ricevere uno sguardo di simpatia, un sorriso…per non parlare dell’amore. Quante donne ho amato fin’ora? Quanti doni ho ricevuto dalla vita. Li ho apprezzati fino in fondo? Ho apprezzato i miei genitori, fratelli, compagni?”

Le giornate cominciarono ad essere sempre più cariche di questa consapevolezza e…di solitudine.

A momenti in cui il mio spirito sembrava espandersi all’infinito, dimentico della forma umana, se ne susseguivano altri angoscianti in cui cominciai a dubitare della mia salute mentale e anche, lo ammetto, del mio Maestro. Sapeva veramente quello che stava facendo? Questa mi sembrava una prova senza senso, terribile, inutile…

E’ vero! Ora avevo capito l’importanza degli altri nella nostra vita e pensavo non vi fosse altro da scoprire. Perciò se veramente era un veggente Abadam sarebbe dovuto venire a prendermi.

Invece i giorni e le notti si susseguivano senza che riuscissi a portarne neanche più il conto.

Cominciai a realizzare di essere solo, tremendamente solo... inesorabilmente solo.

Il dolore della solitudine era talmente forte e costante che non ressi più e l’apatia si impossessò di me.

I tempi che passavo sdraiato senza fare nulla, senza neanche pensare, cominciarono a dilatarsi. Finché non arrivai a stare giorni interi steso come un cadavere. Non mangiavo più e diventavo sempre più debole. Senza accorgermene avevo perso la mia identificazione con la forma fisica, ma stavo perdendo anche la lucidità mentale…stavo scivolando nell’oblio di me stesso.

Allora non me ne rendevo conto, solo in seguito ho compreso che mi stavo annullando, dissolvendo nella natura, perché non avevo più nessuno scopo come essere umano, nulla che mi desse stimoli ad agire.

Mi stavo lentamente disgregando.

Non so come avvenne ma un giorno, in un barlume di coscienza, trovai la forza di ribellarmi a quell’abisso che mi stava divorando. Iniziai allora la recita di una preghiera di poche sillabe che il Maestro mi aveva insegnato tempo prima, una preghiera di luce e potere.

Mentre recitavo mentalmente la preghiera non avevo alcuna coscienza del mio corpo ma solo della preghiera, della voce interiore, ininterrotta.

Non so se recitai la preghiera per ore o giorni ma, pian piano, quelle sillabe, quei suoni mentali, cominciarono a vibrare fortemente e ad essere luminosi.


Ora non vi era differenza tra il suono mentale e la luce.


Il suono era luce e la luce suono.


Mentre recitavo vedevo le lettere di fuoco stagliarsi sullo schermo della mia coscienza….e un’energia incredibile prese a crescere in me.

Un fuoco sacro ardeva dentro, fuori, in ogni luogo.

Io ero divenuto la preghiera.


Non vi era differenza tra il suono, le lettere infuocate e la mia identità: tutto era uno…tutto era potere creativo, e quel potere creativo ero io.

Ora le lettere erano vive ed erano Io, e io ero vita allostato puro, essenziale: Io sono Quello, Quello sono io, realizzai.

Fu allora che vidi l’Uomo Divino, o meglio che io ero l’Uomo Divino.

Io, l’Essere di Luce, figlio di Dio, senza forma ma signore di tutte le forme che sono state, che sono e che saranno.
Io, il viaggiatore nel tempo venuto dal non tempo, ero l’erede dell’immenso potere creatore.

In me vedevo tutte le forme generate dal pensiero…eppure sapevo di essere informe.


E realizzai profondamente la forza di quella consapevolezza: la consapevolezza di poter agire e creare con la sola forza del pensiero.

In quella condizione ogni cosa che pensavo diveniva subito realtà, si manifestava come una mia creazione. Potevo manipolare lo spazio e l’energia creando, dai livelli mentali, qualunque cosa o mondo la mia immaginazione fosse in grado di visualizzare.

Capii allora l’immenso pericolo insito in un simile potere quando fosse caduto in mani sbagliate, e del perché sia così difficile raggiungerlo.

Altre esperienze legate a quei momenti che possono essere durati solo istanti (o una eternità, non so) non le racconto, perché cosa segreta ma, quando afferrai di aver capito tutto ciò che vi era da capire per il momento, decisi di interrompere quell’esperienza e subito mi sentii precipitare tra suoni e vortici di luce, galassie orbitanti e infine nella densa materia.

Ora sentivo il respiro.

Non ero ancora cosciente che fosse il mio respiro, ma solo il respiro: l’alito cosmico, l’alito divino, non differente dalla vibrazione che muove tutte le particelle di energia o immense galassie.

L’alito soffiava generando un suono regolare. Calma e potere erano in quel soffio vitale.


*


Dopo non so quanto tempo ripresi coscienza del corpo e, quando aprii gli occhi, vidi indistintamente delle sagome fluttuare nel mio campo visivo. Le sagome si muovevano attorno a me emanando dei suoni indistinti.

Dopo ancora molto tempo i miei occhi cominciarono a mettere a fuoco ciò che mi circondava. Alcune persone anziane dai bei volti sereni si affaccendavano con degli intrugli. Uno di loro mi pose delicatamente una mano dietro la nuca e sollevandomi il capo mi invitò a bere qualcosa.
Sorseggiai la calda bevanda sentendomi subito rinforzato nel corpo, ma ero ancora molto debole e persi di nuovo i sensi.

Mi svegliai che era giorno. Da una piccola apertura in una grezza parete filtravano raggi di luce. Guardai a lungo l’ambiente circostante: si trattava di una piccola stanza con pochi mobili, con degli splendidi affreschi alle pareti. Il tutto era molto semplice ma emanava qualcosa di sacro.

Solo allora mi resi conto di essere sdraiato su un semplice giaciglio, con una coperta addosso. Il ricordo delle esperienze passate era ancora vivo nella mente e sapevo che non era stata una allucinazione onirica: avevo veramente vissuto il viaggio nel mondo degli archetipi. Avevo riconosciuto in me l’Uomo Divino e toccato il Potere della mente Superiore. Sebbene ancora debole nel corpo ero forte più che mai nello spirito.

In quel momento la porta si aprì ed entrarono alcuni eremiti. Abadam era con loro.

- Bentornato fra noi, figliolo - mi disse uno di loro - ti abbiamo vegliato per settimane. - Nel guardare il volto della mia vecchia guida fui preso da un senso di vergogna, e abbassai il capo. – Cosa ti prende ragazzo? Dovresti essere contento, hai superato la prova. – disse un altro eremita.
- Maestro – dissi guardando di sfuggita Abadam – ho dubitato di te.


Tutti i presenti scoppiarono in una sonora risata. – Non saresti stato sano di mente se no l’avessi fatto – mi rispose ridendo il Maestro. – Io al posto tuo avrei fatto lo stesso. Quale uomo sensato manderebbe il suo allievo a morire nel deserto? – Ancora risate.

A quella battuta mi sentii immensamente alleggerire e risi con loro. Evidentemente la mia colpa non era grave.

Abadam mi si avvicinò e baciandomi il capo disse ai presenti: - Cari amici, questo giovane eroe è un mio prezioso amico. Il suo nome è Veromo ed è degno di appartenere al nostro circolo di Iniziati.

Ad uno ad uno i presenti mi si avvicinarono posando la loro mano benedetta sul mio capo, mentre lacrime di gioia sgorgavano copiose dai miei occhi.

Uno di loro, evidentemente esperto in intrugli, mi pose una tazza fumante contenente un liquido dorato. – Bevi ragazzo! – disse – Hai bisogno di riprendere le forze. Siamo stanchi di vederti a letto. – Tutti risero. – Anche perché il giaciglio che occupi è il mio – disse un altro di loro ancora ridendo – e sono stanco di dormire sul pavimento. –

Così tra l’ilarità generale Abadam cominciò a raccontare tante delle sue, e delle nostre avventure, deliziando tutti i presenti con la sua calda retorica.

I giorni che seguirono descrissi per punto e per segno tutto ciò che avevo vissuto nella solitudine del deserto, fino all’esperienza finale. Gli uomini parvero apprezzare immensamente il mio racconto e, alla fine, uno di loro disse solennemente: - Gioiamo fratelli, è nato un altro Uomo. – "


sabato 1 maggio 2010

La voce di Kate Price in The Labyrinth

Un'altra bella voce che non ha bisogno di presentazioni.


QUANDO LO YOGA DIVENTA UN ATTO DI FORZA


E’ possibile praticare yoga due ore la settimana. Recarsi in un centro o in palestra portandosi dietro la copertina di lana e assumere qualche posizione rilassante.

Sì, è possibile, ma non è yoga.

Chi pratica yoga per rilassarsi non ha ben capito cosa sia lo yoga: lo yoga è un mezzo di “elevazione di se stessi per mezzo di se stessi” come dice Krishna nella Bhagavad gita.

Lo yoga è uno strumento potentissimo, offerto alla personalità inferiore, di elevarsi verso “dimensioni” più elevate dell’Essere. Ma prima di ciò occorre fare un altro passo: mettere le briglie ai nostri “io” indisciplinati.

E per fare questo occorre uno sforzo, un tremendo sforzo.

Una asana tenuta a lungo tiene a freno con autorità tutti gli io che, come cavalli impazziti, altrimenti correrebbero a destra e a manca.

La nostra deve essere una pretesa di ciò che stiamo inseguendo, una pretesa che richiede polso fermo e una determinazione incrollabile.

Non una pretesa verso le Dimensioni Superiori che ci guidano, s’intende. Ma verso la propria personalità condizionata, indisciplinata, limitata, incostante, debole, perdente in partenza e che si disperde in mille “faccende” diverse (e spesso inutili).

Col passare degli anni d’insegnamento è facile notare - guardando gli occhi e il comportamento di chi entra in sala di pratica - il terrore di cosa l’insegnante gli farà fare; terrore dovuto soprattutto al fatto che non hanno ben compreso cosa sia e a cosa serve lo yoga.

Quale altra tortura si inventerà oggi?” questa la domanda mai espressa verbalmente.

I poverini non sapevano, iscrivendosi ad un corso di yoga, cosa esattamente li attendeva. Non avevano mai letto nessun testo classico sullo yoga (e continuano a non leggerlo anche dopo numerosi inviti dell’insegnante).

Così dopo poche settimane, mesi e a volte (mistero che non ho mai capito) dopo anni, se ne vanno a cercare altro da qualche altra parte: magari un corso di costellazioni familiari.