domenica 9 agosto 2009

I VIAGGI DELLA MEMORIA - QUATTRO GIORNI IN SALENTO


Lo confesso, pur amando l'essere in cammino ogni tanto mi faccio prendere dalla nostalgia. Nostalgia degli anni sessanta o, addirittura di periodi storici mai vissuti personalmente.

Così, quando viaggio (soprattutto se in Puglia) vado alla ricerca di "reperti" del passato. Tutto il mio essere è teso verso la "percezione" di atmosfere ormai perdute, dissoltesi nell'aria, lasciando il passo a questi tempi di forte accelerazione e di cambiamenti (per ora ancora confusi ed incerti).

Quattro giorni di viaggio
, di spostamenti continui dalla mia terra, il nord della Puglia (la Daunia) fin nel profondo sud: la terra dei Messapi. Un vero e proprio tour de force che ha visto me e la mia compagna toccare, sfiorare come un vento leggero, respirare paesi, genti e città di una terra bella e magica: Otranto, S Cesarea terme, La grotta Zinzilusa (vicino Castro marina).

E poi ancora più giù, fino a Patù (un piccolo paese che è un vero e proprio tuffo nella suddetta Puglia degli anni che furono) e S. Maria di Leuca, con le sue belle ville dell'ottocento di vari stili: Liberty, cinese, fiabesco, ecc. Sembra che i nobili dell'epoca facessero a gara nel mostrare stravaganza architettonica.
Da S.M. di Leuca (situata tra lo Ionio e l'Adriatico) si dice sia passato S.Pietro all'inizio della sua predicazione evangelica in Italia.

E poi Ugento, Gallipoli, Porto Cesareo (dove con la nostra piccola tenda abbiamo pernottato in un bel campeggio, Le Radici, inaugurato da solo un mese. I proprietari del campeggio sono delle persone veramente amabili e piene di entusiasmo. Marcello, un giovane che ha vissuto dieci anni a Roma, è tornato alle "radici" e con i genitori (mamma Lina è una donna dolcissima) ha aperto un Agricamping che consiglio a tutti, si dorme e si mangia bene e si spende poco.

Da una spiaggetta isolata di Porto Cesareo abbiamo assistito ad un tramonto indimenticabile. Dopo il "tuffo" del sole nelle acque dello Ionio è arrivato il "magico" momento in cui si crea una fascia arancione all'orizzonte sormontata da un'altra di colore violetto, e il blu del cielo che diventa sempre più marcato. Tutti questi effetti di colore, nei momenti che precedono il crepuscolo, vibrano e ti riempiono di una calma energia.

Non sono mancate escursioni nell'interno
: Martignano, Zollino, Sternatia, Martano, Galatina, Nardò, Copertino, Melpignano, Tricase...dove abbiamo frequentato delle sagre e assistito a concerti di musica folkloristica salentina: la Pizzica, o Taranta. E' veramente interessante vedere dal vivo come un semplice pubblico di spettatori grazie alla "magia" catartica della musica si trasformi in protagonista, lasciandosi andare alla frenesia dei ritmi e delle melodie arabeggianti di questa musica popolare.

Sebbene si siano perse da qualche decennio le "vere" tarantate, cioé le donne "possedute" dal cosiddetto "morso della taranta" (perché il fenomeno è entrato nel campo della neurologia), qualcosa si può ancora captare nell'aria. I pomeriggi estivi nei paesini del sud Italia (così come in quelli di tutta l'area mediterranea) sono caldi, lunghi e opprimenti, e se oggi che abbiamo la tivù, internet, i localini alla moda, le sale da ballo e quant'altro, le ragazze possono sfogare le loro energie e la "sete di vivere" in molti modi differenti; non era la stessa cosa fino a quaranta o cinquant'anni fa'. La morale e i costumi repressivi che ci hanno preceduti sono, secondo me, la causa che portava molte giovani nubili (la maggior parte delle tarantate erano appunto giovani nubili) ad una noia tale da sfociare in forme di isteria durante le quali le loro energie si liberavano momentaneamente grazie alla "cura" del ballo e della danza. Solo che ciò avveniva nell'inconsapevolezza.
Se guardate alcuni documentari sul tarantismo, o anche degli spettacoli moderni di pizzica e taranta, noterete la somiglianza con tecniche liberatorie del tipo Dynamic Meditation di Osho. Tecniche che non ha certo inventato Osho, perché antiche di millenni.

Non poteva mancare una visita a Lecce e alle sue architetture Barocche e Rococò.

Né ci siamo fatti sfuggire, al ritorno, delle occhiate fugaci ai trulli della zona di Martina Franca, Locorotondo, Fasano.

Tutto questo in soli quattro giorni (che sono sembrati quattro settimane).






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