lunedì 23 maggio 2011

SCENE D'AUTORE - La scena finale di Gattaca

Con questo post ho deciso di inaugurare una nuova Rubrica dedicata a scene cinematografiche indimenticabili (almeno secondo me).


Il cinema rappresenta sicuramente una formidabile "forma d'arte". Unendo in sé dialoghi, musica, immagini e scenari (a volte fantastici), gli autori cinematografici possono ricreare e trasferire "frammenti" di bellezza volti ad evidenziare o esaltare particolari significativi della storia umana, individuale o collettiva, nonché del mondo naturale, fisico, emotivo e mentale.


Una scena, un frammento di film, quando è ben fatto e ben compreso dallo spettatore attento e sensibile, può trasmettere più conoscenza di mille parole e risvegliare belle emozioni sopite nel profondo della coscienza.





Da Gattaca, un uomo e il suo sogno di viaggiare nello spazio.







lunedì 16 maggio 2011

Il libro del mese - L'Arte della guerra (Bingfa)




Sicuramente un testo che ha fatto storia, scritto da uno che di strategie se ne intendeva.



Dalla quarta di copertina:


Composto nel IV sec. a. C. da un anonimo che si riallacciava tradizionalmente alla scuola di Sun Tzu, l'Arte della guerra (Bingfa) è il più antico, famoso e studiato fra i trattati militari della Cina antica. In tredici stringati capitoli, l'opera espone per principi fondamentali una dottrina bellica improntata al più schietto utilitarismo, fornendo preziose indicazioni su valutazioni preliminari e gestione logistica di un conflitto, strategie e manovre di attacco e ritirata, rapporti psicologici con le proprie truppe e col nemico, conformazione dei terreni e fattori atmosferici, peculiarità e strutturazione di una rete spionistica.


Dopo essere stato per oltre due millenni l'indispensabile livre de poche delle alte gerarchie militari cinesi ed estremo-orientali, il Bingfa è stato in anni recenti applicato al campo delle strategie economico-aziendali, e ha in parte ispirato il personaggio di Gordon Gekko nel film Wall Street.




Alcune pagine dal libro:

Si coalizzino le energie e si accumulino le forze.

Si muova l'esercito secondo strategie indecifrabili.

Se si pongono gli uomini in una posizione priva di vie di uscita, essi non fuggiranno nemmeno di fronte alla morte. In tale situazione nulla è impossibile, e massimo è lo sforzo di ufficiali e soldati. Se il pericolo è estremo, le truppe non sentono la paura; se non ci sono vie di uscita si attestano saldamente; se sono penetrate in profondità, si tengono unite; se non hanno alternative, si gettano nella mischia.

In tali frangenti l'esercito starà all'erta senza incoraggiamenti; otterrà risultati senza chiedere; sarà solidale senza bisogno d'essere unificato; sarà leale senza bisogno di imposizioni...



...nel giorno in cui si ordina di partire, le lacrime bagnano i risvolti delle tuniche ai soldati seduti e solcano le gote di chi sta disteso; gettali però in una situazione disperata e mostreranno il coraggio di Zhuan Zhu e Cao Gui...


venerdì 6 maggio 2011

I FIORI DI KAMA - Perdersi nel vortice del piacere


Per via della sua natura matematica e calcolatrice, la mente ricerca continuamente la stabilità, la sicurezza, perciò costruisce continuamente “confini”.

Ogni numero, forma geometrica, teoria, concetto, opinione e dogma, non è altro che un confine creato dalla mente, un recinto, un luogo in cui mettersi al sicuro.

Non pensa mai, questa mente, che nessun luogo è veramente sicuro su questo pianeta? Non pensa mai che il pianeta stesso non è che un granello di polvere sparso per l’Universo?

Non pensa mai alle infinite variabili della vita che, quasi a ridere delle certezze create dalla mente, sconvolgono puntualmente tutti i piani da lei elaborati? Perché, allora, non cerchiamo un nuovo centro? Una nuova prospettiva da cui guardare la vita e noi stessi?

Il segreto non potrebbe essere quello di accettare l’insicurezza dell’esistenza e “imparare a danzare nel vuoto”, anziché vivere una vita misera, piena di ansie e di paure, barricati dietro le nostre false certezze?

LASCIARSI ANDARE NEL VORTICE DELL’AMORE

Dall’ignoranza alla saggezza c’è di mezzo una vita vissuta pienamente, fosse anche costellata di errori. Non si arriva alla saggezza con le lauree, i master, le conoscenze teoriche, né tantomeno rifiutandosi di vivere i propri desideri accettando di conformarsi ciecamente a regole sociali e religiose che altri hanno deciso per noi.

Studiare il Kamasutra, in quest’epoca, può essere di grande aiuto proprio per imparare a lasciarsi andare. E’ un modo libero di sperimentare l’esistenza.

Non vi è nulla di sporco o peccaminoso nel vivere i piaceri sensoriali. Non vi è nulla di male nel sesso vissuto con chi ci aggrada, nel pieno rispetto del partner e senza senso di prevaricazione ed egoismo.

Fare l’amore, lasciando cadere tutti i freni inibitori, soprattutto se si porta avanti un lavoro di ricerca interiore, ci può aprire la “porta” che conduce alla nostra vera essenza.

Tutti i testi tantrici sostengono che la nostra essenza è composta di vacuità e beatitudine. Questo è il luogo dove tutte le paure e i timori svaniscono, esattamente come la nebbia si dissolve nello spazio. Questo è il luogo della “Chiara Luce”, la luce della propria coscienza immacolata.

Il luogo dell’Amore Universale. Il luogo dell’Unità, dove non vi è più “io e l’altro”.

L’unione con l’altro sesso, vissuto completamente, ci può far cadere in un vortice di piacere di una tale intensità da farci superare in un istante tutte le barriere mentali e le illusioni di separazione, conducendoci nel luogo dell’eterna beatitudine.

Ora resta da chiedersi: “Siamo disposti a lasciarci andare nel vortice del piacere?”

lunedì 2 maggio 2011

Yoga - Quando l'Asana è stabile e confortevole



Dice il saggio Patanjali, negli Yoga Sutra, che le carattereristiche di una Asana è che deve essere:

- stabile e confortevole;
- mantenuta a lungo;
- praticata in perfetta concentrazione;
- praticata nella perfetta immobilità.



Quindi vediamo che uno dei requisiti essenziali della pratica delle asana è che devono essere stabili e confortevoli.


Ma quando una asana è stabile e confortevole?


Non certo dopo una, due o dieci volte che l'abbiamo praticata.



L'asana stabile e confortevole è una conquista. Una conquista che può richiedere anche mesi o anni di addestramento.

Ma perché faticare tanto per stare comodi in una asana? Non sarebbe meglio sdraiarsi tranquillamente sul divano e...lasciarsi andare?


Perché faticare tanto? Per ottenere cosa poi?


E qui subentra l'importanza di capire cosa stiamo facendo e perché lo stiamo facendo.


Se ci siamo iscritti ad un corso di yoga per rilassarci sicuramente va bene anche starsene sdraiati sul divano con un bel sottofondo di musica lounge, classica, jazz...


Ma se ci siamo iscritti ad un corso di yoga perché abbiamo letto testi importanti, come la Bhagavad Gita, gli Yoga Sutra, la Shiva Samita...


Se abbiamo comprato quei testi perché avevamo intuito che c'era altro da conoscere su noi stessi e sul mondo che ci circonda...



Se avevamo intuito che c'era altro da sapere sul perché dell'esistenza, cose di cui non ci ha mai parlato nessuno...



Se avevamo intuito, leggendo quei testi (ed altri classici) che lo yoga può aprire squarci di conoscenza, di amore e di potere interiore non ottenibili con altri mezzi comuni...



Se avevamo intuito che diventare uno "yogi" può essere un'impresa talmente ardua (ma altamente desiderabile) da richiedere una intera vita di dedizione alla pratica e allo studio, e...



Se avevamo intuito che la prima tappa importante da raggiungere per poter affermare che stiamo "veramente" praticando yoga è l'aver reso la mente stabile, silenziosa, attenta, concentrata (come afferma lo stesso Patanjali proprio all'inizio del suo trattato), allora capiremo il perché dell'importanza di rendere l'asana stabile e confortevole.


Infatti finché il corpo non si è forgiato con la pratica dello yoga, finché non si ragginge una perfetta immobilità fisica, non si può avere anche l'immobilità mentale. Questo perché la mente si agita ad ogni piccolo soffio di vento, ad ogni pensiero, ad ogni emozione...ad ogni seppur minimo movimento fisico o alterazione del respiro.

E solo quando le "fluttuazioni mentali" si sono acquietate è possibile una ferma e duratura concentrazione della coscienza su un pensiero, un oggetto meditato...una dimensione di noi stessi più rarefatta e raffinata.



E questo è ottenibile solo quando l'asana è stabile e confortevole.


Ecco il perché di una conquista!