lunedì 11 febbraio 2013

Dissociazione



Le vicende umane del mondo moderno sono l'esempio lampante di quanto la "dissociazione" si sia diffusa in modo capillare.

Dissociazione deriva dal latino dis = disgiungimento, e sociare = accompagnare, unire.
La dissociazione è quindi un "disgiungimento, una divisione sociale tra persone (oppure in se stessi)".

Oggi più che mai tutto appare diviso, frammentato. Questo da un lato impedisce una "visione" d'insieme delle cose e degli eventi, dall'altro è fonte di conflitti tra le parti interessate.

E sembra che a molti giovi molto questo stato di cose: politici, uomini d'affari (di grandi affari internazionali) non possono che trarre grandi profitti dalla "dissociazione umana". Basti pensare ai grandi interessi economici che ruotano attorno alle guerre, alle speculazioni monetarie...alle divisioni politiche e sociali.

Ma la colpa non è degli uomini d'affari, dei politici o dei religiosi: questi non fanno che "cavalcare l'onda" di una situazione che è propria alla natura umana (natura sulla quale l'uomo dovrebbe lavorare per raggiungere innanzitutto "l'unità in se stesso").

E' questo il punto: l'uomo è già diviso in se stesso, di conseguenza non può che creare sistemi sociali, politici, economici e religiosi, dissocianti e conflittuali.

Il problema della dissociazione è forse il più grande problema dell'essere umano, solo che l'uomo non lo sa. A scuola e in chiesa nessuno gli ha mai detto che l'uomo è innanzitutto dissociato in se stesso: l'uomo non è "uno", il suo nome è legione. 

L'uomo, così com'è, non può amare, fare promesse, essere costante...perché passa costantemente da un "io" all'altro. Un'istante pensa di fare una cosa, l'istante successivo ne fa un'altra esattamente contraria.

Questo perché l'uomo ha centinaia e migliaia di "io" differenti dentro di sé: ogni umore, desiderio, pensiero, emozione, gusto, appetito, convinzione, idea...rappresenta una parte dissociata dal resto della Personalità. 

Questi "io" sono in perenne conflitto tra loro, e quando un "io" prende il comando della situazione fa subire a tutti gli altri la "sua" volontà. Quando l'io che vuole fumare prende lo scettro del comando, se ne frega dei nostri "io" salutisti.

Il grosso problema della stragrande maggioranza di noi è che consideriamo "dissociate" solo quelle persone che hanno raggiunto il limite estremo, che hanno perso il controllo totale della "macchina umana".

Ma, in effetti, la dissociazione è un dato di fatto comune ad ognuno di noi. E solo attraverso un preciso "lavoro di Scuola" si può creare unità in noi stessi.

L'illusione dell'unità è dovuta al fatto che abbiamo una "forma fisica" apparentemente stabile, un nome e cognome e dei ricordi "apparentemente" coerenti del filo conduttore della nostra vita. Ma l'unità interiore è solo un'illusione.

Occorre svegliarsi, capire come stanno realmente le cose (osservandosi mentre si agisce e si pensa), vedere quanto sono incoerenti i nostri comportamenti e i nostri pensieri e...desiderare di trovare una Scuola che ci permetta di acquisire - attraverso tecniche e conoscenze ben precise - il bene più prezioso per ora alla nostra portata: l'Unità Interiore.

Senza aver acquisito un certo grado di unità interiore resteremo sempre incostanti e irresponsabili, e non potremo che continuare a costruire società caotiche e disarmoniche, esattamente come quella in cui siamo attualmente. 

E' inutile scaricare la colpa sugli altri: una società è composta da individui, e se questi individui sono dissociati in se stessi, divisi, disarmonici, irresponsabili e conflittuali, cosa mai possono aspettarsi dall'esterno?





sabato 9 febbraio 2013

Parole senza tempo

Quelle che seguono sono parole pronunciate circa un secolo fa da G. I. Gurdjieff, riportate da Ouspensky in 'Frammenti di un insegnamento sconosciuto', e ci fanno comprendere come in cento anni l'uomo sia cambiato ben poco...anzi...




- ...Progresso e civiltà, nel senso reale di questa parola, possono apparire soltanto al termine di sforzi coscienti. Non possono apparire come risultato di azioni incoscienti e meccaniche.

...E' precisamente nelle manifestazioni incoscienti e involontarie che sta tutto il male..

Il più grande errore consiste nel credere che vi sia un'unità permanente nell'uomo...l'evoluzione è il risultato di una lotta cosciente (Gurdjieff affermava che solo la frizione interiore tra il 'sì' e il 'no' può cristallizzare un principio di volontà dentro di noi).

...L'evoluzione dell'uomo è l'evoluzione della coscienza, e la coscienza non può evolvere inconsciamente.
L'evoluzione dell'uomo è l'evoluzione della volontà, e la volontà non può evolvere involontariamente.
L'evoluzione dell'uomo è l'evoluzione del suo potere di fare, e fare non può essere il risultato di 'ciò che accade'.

...Lo sviluppo dell'uomo si effettua secondo due linee parallele: sapere ed essere...il sapere dipende dall'essere.

...In modo particolare nella civiltà occidentale si ammette che un uomo possa avere un vasto sapere, essere autore di grandi scoperte, ed abbia allo stesso tempo il diritto di essere un povero piccolo uomo egoista, cavilloso, meschino, invidioso, vanitoso, ingenuo e distratto...

In Occidente si ritiene che il sapere non dipenda dall'essere...accordano un valore massimo al sapere ma non accordano alcun valore all'essere, e non si vergognano del livello inferiore del loro essere. Non comprendono neppure ciò che questo significhi...

Alllorché il sapere sorpassa di troppo l'essere, esso diventa teorico, astratto, inapplicabile alla vita. Esso può anche diventare nocivo, perché invece di servire la vita e aiutare le persone nella lotta contro le difficoltà, questo sapere comincia a complicare tutto. Di conseguenza non può che apportare nuove difficoltà, nuovi turbamenti ed ogni tipo di calamità che prima non esistevano.

...Non si comprende più che il livello del sapere è determinato dal livello dell'essere...Un cambiamento della natura del sapere è impossibile senza un cambiamento nella natura dell'essere.

Preso in sé, l'essere di un uomo presenta molteplici aspetti. Quello dell'uomo moderno si caratterizza soprattutto per l'assenza di unità in se stesso e per l'assenza di una benché minima traccia di quelle proprietà che specialmente ama attribuirsi: la lucidità di coscienza, la volontà libera, un Ego permanente, o 'Io', e la capacità di fare.

Sì, per stupefacente che ciò possa sembrarvi, vi dirò che la caratteristica principale dell'essere di un uomo moderno, e ciò spiega tutto ciò che gli manca, è il sonno...vi diverrà allora evidente che un uomo, se vuole realmente conoscere, deve innanzitutto riflettere sulla maniera di svegliarsi, cioé sulla maniera di cambiare il suo essere.

Esteriormente l'essere dell'uomo ha molti differenti aspetti: attività o passività, veracità o malafede, sincerità o falsità, coraggio e vigliaccheria, autocontrollo e sfrontatezza, irritabilità, egoismo o disposizione al sacrificio, orgoglio, vanità, presunzione, assiduità, pigrizia, senso morale, depravazione; tutte queste caratteristiche e molte altre compongono l'essere di un uomo.

Ma tutto questo nell'uomo è interamente meccanico. Se egli mente significa che non può fare a meno di mentire. Se dice la verità significa che egli non può fare a meno di dire la verità, e così per tutto.
Tutto accade.
Un uomo non può fare niente, né interiormente né esteriormente.
...Per questo sono rari gli uomini che possono ricevere il vero sapere. -