mercoledì 25 aprile 2012

Sri Vishnu Sahashranama

I mille nomi di Vishnu recitati in sanscrito.
Per chi non sa il sanscrito c'è la traduzione in inglese.
Chi non sa l'inglese si goda la musicalità.

Buon ascolto.


martedì 24 aprile 2012

The Here and After - dal Film: "Pina 3D" di Wim Wenders

Un film pieno di "forti suggestioni" che ci mostra cosa succede quando la Danza, la Musica, la Scenografia e l'Espressione Corporea incontrano il Cinema: Bellezza che non ha bisogno di parole.



lunedì 23 aprile 2012

Tredici saggi sul T'ai Chi Ch'uan



Un testo che non può mancare nella biblioteca di un appassionato di Tai Chi Chuan scritto da Cheng Man Ch'ing.

Cheng Man Ch'ing era maestro delle cinque arti: pittura, calligrafia, poesia, medicina e Tai Chi Chuan. Da giovane, grazie alla pratica costante del Tai Chi riuscì a guarire dalla tubercolosi. Il suo corpo, sin da giovane gracile e debole, divenne forte e resistente.

In questo libro, scritto quando in Cina erano ben pochi a praticare Tai Chi (contrariamente a come si pensa in Occidente) Cheng Man Ch'ing parla "scientificamente" di questa antica disciplina taoista, rivelando molti "segreti" utili ai praticanti.

Dal libro:

Saggio nono


Dare beneficio agli organi interni

Esistono due scuole di arti marziali: quella interna e quella esterna; ossia il Wu-tang e Shaolin. Wu-tang è la scuola interna di Tai Chi Chuan di Chang San-Feng.

Un proverbio cinese afferma: "Le scuole interne allenano il Ch'i, mentre quelle esterne allenano legamenti, ossa e pelle". Ciò significa che la scuola interna espressamente enfatizza il ruolo del Ch'i.

Per poter coltivare il Ch'i è necessario farlo sprofondare nel tan t'ien. Quando ciò avviene, allora il Ch'i diventa forte. Quando il Ch'i è forte, allora il sangue è abbondante. Quando il Ch'i è forte e il sangue è abbondante, allora gli organi interni ne traggono benefici.

Perché?
Perché gli organi interni degli esseri umani sono differenti da quelli degli altri animali.

La spina dorsale animale è orizzontale come una trave, ma l'animale non può stare eretto come l'essere umano.
Di conseguenza gli organi interni degli animali stanno appesi alla spina dorsale in una disposizione conveniente. Quando l'animale salta, tutti gli organi si scuotono in avanti e indietro; questo fatto rende i tessuti connettivi degli organi più forti, ed è per ciò che gli organi interni degli animali sono più sani di quelli degli umani.

Gli uomini possono stare in piedi; la loro spina dorsale è eretta. Sono creature intelligenti e più sagge degli animali, ma la loro forza si è indebolita.

Perché?
Perché la spina dorsale eretta fa sì che gli organi interni si ammassino uno sull'altro e pertanto le loro superfici sono aderenti l'una all'altra. Si produce così un calore umido e il calore che ne risulta danneggia in primo luogo la milza e lo stomaco; quindi a deteriorarsi sono i polmoni, l'intestino e gli altri organi interni.

La gente non sa perché questo accada; pensa ancora che i piedi siano fatti per camminare e che il solo fatto di camminare possa renderci sani, ma non è così. Le gambe vanno bene per camminare e l'esercizio fisico è meglio della pigrizia, se però camminate troppo fate del male ai vostri legamenti.

Sebbene gli organi interni si scuotano quando la gente cammina, comunque restano aderenti e non possono strofinarsi scioltamente l'uno con l'altro in un contatto benefico. Pertanto i tessuti connettivi degli organi non sono esercitati e giorno dopo giorno indubbiamente diventano più deboli.

Soltanto facendo sprofondare il Ch'i nel tan t'ien il risultato dell'esercizio sarà differente.

Il tan t'ien è collocato al centro dell'addome, tre centimetri circa sotto l'ombelico; gli organi interni sono posti sopra il tan t'ien, e quando il Ch'i sprofonda nel tan t'ien gli organi interni possono rilassarsi e muoversi, aprirsi e contrarsi a ogni respiro.

Questo processo è ulteriormente aiutato da speciali esercizi, come la rotazione del bacino, l'attivazione delle braccia, l'abbassamento del petto, il movimento dei passi, tutte azioni che consentono agli organi interni di strofinarsi leggermente gli uni con gli altri.

Questi atti non solo rafforzano i principali tessuti connettivi degli organi, ma dissipano anche il calore umido in modo che non possa causare malattie.

In aggiunta a ciò svilupperete una meravigliosa energia e trarrete benefici in altre maniere.

Far sprofondare il Ch'i nel tan t'ien consente a ciascun organo interno di fare il suo proprio esercizio.

E' in questo modo che il T'ai Chi Ch'uan serve agli organi interni.

Non cercate l'esterno, cercate l'interno, il Ch'i; ossia, il cuore della faccenda.


(Tredici saggi sul T'ai Chi Ch'uan, Cheng Man Ch'ing, Universalòe Economica Feltrinelli)




venerdì 20 aprile 2012

Intervista di Sanguineti a Socrate

C'è stato un tempo in cui in Rai si divertivano a fare dei programmi culturali, a volte anche spiritosi e divertenti.

Ahh, che bei tempi.



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mercoledì 18 aprile 2012

Una firma per salvare internet

Il Governo Monti ci riprova con la Legge Bavaglio.

Dopo il tentativo dell'anno scorso di imbavagliare Internet ora è la volta di questo Governo che, con la scusa di proteggere le grosse aziende (con il Diritto d'Autore) sta per varare una Legge che autorizza la chiusura di qualunque sito in "odore" di violazione.




Oltre trenta parlamentari si stanno opponendo a questa nuovo tentativo di Legge Bavaglio.
Forse con una nostra firma possiamo evitare quest'altro tentativo restrittivo della libera informazione.

Questo è l'indirizzo per firmare:
http://www.avaaz.org/it/monti_save_our_internet/?cl=1730116268&v=13694 .


domenica 1 aprile 2012

I colori della Passione




Un film molto particolare, I colori della Passione, tanto particolare che per circa un quarto d’ora dall’inizio non viene pronunciata una sola parola: parlano le immagini.

E che immagini!

E quanto parlano.

Basato sul capolavoro d’Arte Fiamminga “La salita al Calvario”, di Pieter Bruegel il Vecchio, il film è un vero e proprio quadro vivente, dove i numerosi personaggi dipinti dall’artista si animano come d’incanto.

L’occhio dello spettatore viene sin da subito illuminato da atmosfere d’altri tempi e il suo orecchio pervaso da altri suoni, altri ritmi.

Le Fiandre del XVI secolo, luoghi lontani nello spazio e nel tempo, vengono magistralmente fatti rivivere (dal regista Lech Majewsky) e le vicende tragiche di quel cupo periodo mostrate con la leggerezza di una pennellata attenta al più minuto particolare, alla più leggera sfumatura cromatica.

E nulla sfugge in questo quadro vivente: abiti, pose, volti, arredi, animali, paesaggi, situazioni umane e sociali…addirittura anche le emozioni e gli istinti animaleschi, che vengono mostrati con immediatezza e poco rumore, eppure sempre chiaramente visibili nelle differenze dei chiaroscuri e nell’enfasi data al tocco pittorico.

Il risultato è un’atmosfera a volte sfumata, altre volte cupa, altre volte ancora colorata e candida, dove ogni personaggio e ogni evento trova il suo giusto posto nel dolore di una terra umiliata e martoriata dagli spagnoli e dalla sacra inquisizione.

La bellezza generale del film, con situazioni e musiche con dei chiari rimandi allo stile felliniano, è tale che anche la Passione del Cristo, tema centrale dell’opera - vissuta nella totale indifferenza di uomini, donne e bambini che hanno altro a cui pensare -, passa quasi in secondo piano, perché tutto viene visto come da un altro “livello d’osservazione”.

La sensazione, all’uscita della sala, è quella di essere pervasi da un senso di bellezza e di eleganza - cosa alquanto strana dato che si narra di vicende drammatiche – ma lascia anche un po’ di amaro in bocca.

Un vero capolavoro, insomma, e un’ennesima testimonianza che col cinema si può fare arte.

Finito qui?
No!

Il film - come anche il dipinto - è un perfetto spaccato del ‘500, e riesce a mettere in mostra le varie tipologie umane di quel periodo, le loro debolezze, le loro stranezze…le loro mancanze.

Da questo punto di vista è un film impietoso, e mostra un mondo dove nessuno è “normale” e nessuno è veramente conscio di ciò che sta avvenendo.

C’è chi è troppo preso dai suoi interessi personali, chi invece è troppo preso dal lavoro, o dalla religione, dal potere politico, dal sesso, dal gioco, oppure, come i bambini, semplicemente inconsapevole e distratto.

Neppure lo stesso pittore, Bruegel (Rutger Hauer), può essere definito un uomo normale, appare infatti freddo e distaccato, solo interessato a ”mettere in scena” il suo dipinto .

E neanche il “grande architetto” (che vive nel mulino a vento sullo sperone roccioso che rappresenta l’axis mundi) può essere definito “normale”. Lui, però, è fuori dal gioco, lui semplicemente fa girare la ruota del divenire.

L’unica che sembra conscia, normale e composta è la madre del Cristo (Charlotte Rampling), ma è comunque una donna debole e impotente di fronte allo strapotere della chiesa e dei mercenari spagnoli.

I colori della passione è quindi un film che “spiega”, interpreta, ciò che vuole raccontare un dipinto che ci mostra cosa stava avvenendo in quei tempi bui e tempestosi, non solo nelle Fiandre, ma in tutto il resto d’Europa.