sabato 28 febbraio 2009

SCHIAVI IN CASA PROPRIA (1) OVVERO: COME LE MULTINAZIONALI SI STANNO IMPADRONENDO DEL PIANETA




Avete capito bene. Non c'è nessun "doppio senso". Questa è la Verità, nuda e cruda.

La situazione è questa: per il Papa "i bambini non sono nostra proprietà". La citazione è tratta da un articolo, letto sulla Stampa circa un mese fa. Per lo Stato, idem: "i bambini non sono nostra proprietà". Ci pensano loro ad "educarli" ed "impostarli" secondo la loro ottica.
Per le Mutinazionali "peggio che andar di notte": i beni non sono nostri, ma appartengono a loro. Noi, al massimo, possiamo andare a fare gli operai nelle loro fabbriche (per quattro soldi bucati) o zappare la terra, per dare a loro i frutti del nostro sudore.

NUOVI NATI: BENVENUTI SUL PIANETA DELLA LIBERTA'!

Detto questo, parliamo di cereali e di globalizzazione (ovvero la schiavitù del terzo millennio).
I cereali sono un Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Esistono da millenni sul nostro pianeta e non appartengono a nessuno in particolare, se non a chi li ha seminati.

Non vogliamo azzardare ipotesi sul tempo e luogo della loro "comparsa". Sappiamo però di certo che il Kamut (tanto per dirne uno) era largamente coltivato nell'antico Egitto. Pare che questo cereale e la birra ne costituissero le risorse alimentari primarie. Addirittura i salari venivano corrisposti in Kamut e birra (infatti si viveva di baratto).
I Maya, invece, coltivavano il Mais. Questi ritenevano addirittura che fosse stato "Dio" a donarglielo.
Il cereale maggiormente coltivato in Asia era, ed è tutt'ora, il riso. Un tempo ve ne erano moltissime varietà. Oggi (grazie alle strategie commerciali della Monsanto ed altre Multinazionali) si è ridotto a poche varietà.
I Romani, ci dice Plinio, si nutrivano principalmente di una sorta di polenta di cereali sfarinati (farro, orzo, miglio) dalla quale ricavavano delle gustose e nutrienti focacce.

I cereali, insomma, hanno sempre rappresentato (e lo sono tutt'ora) il principale alimento dell'uomo. Boccone appetibile per chi vuol controllare il potere economico, perché qui si entra nei "bisogni primari".

Un tempo ci pensavano i re, gli imperatori ed i potenti ad appropriarsi dei terreni. Questi li davano ai contadini (per riprendersi il ricavato in tasse). Oggi la situazione è cambiata di poco. Ad appropriarsi dei terreni ci pensano le multinazionali e, quel che resta, se lo prende di tasse il governo.
MA QUESTO NON E' L'UNICO PROBLEMA. Come vedremo parlando di Vandana Shiva (attivista ambientalista di fama internazionale) e di un saggio di Ulrich Beck, le conseguenze di una certa "politica" agricola ed economica, influenza ogni settore della società ed il futuro "biologico" dell'intero pianeta.
Per ora concludo con le parole profetiche di Karl Marx: "Il mercato schiaccerà la società".

MI RACCOMANDO, NON FRAINTENDETEMI. NON SONO COMUNISTA. NE' MI INTERESSO DI POLITICA, MA SOLO DI GIUSTIZIA UMANA. PUNTO E BASTA.

Continua. (1)

IL GOVERNO INDIANO, LE MULTINAZIONALI E IL COPYRIGHT




Finalmente una buona notizia! Il Governo Indiano è riuscito (vincendo due cause) a far ritirare i brevetti esistenti su due piante millenarie: la curcuma e il neem.




Certo, è solo un primo passo contro la "pirateria" delle Multinazionali che, da un po' di anni, stanno brevettando di tutto: dal riso Basmati alla millenaria pianta Brahmi o all'Aloe Vera. Le battaglie da vincere sono ancora tante e i nemici sono forti, ricchi e potenti. Ma, a quanto sembra, il Governo Indiano sta facendo sul serio. Una squadra di 200 specialisti tra scienziati, medici ayurvedici e maestri di erboristeria hanno tradotto gli antichi testi e catalogato 200 mila trattamenti indigeni. Quindi li hanno immessi in una banca dati e registrati come "pubblica proprietà", ahhhh!


Sembra che presto inseriranno anche i dati di centinaia di Asana (per combattere la nascente moda di "marchiare" le posizioni dello Yoga.

venerdì 27 febbraio 2009

L'OLOCAUSTO DEI TIBETANI: UNA VERGOGNA MONDIALE
























Cosa fareste se qualcuno si intruducesse in casa vostra, si appropriasse dei vostri beni, violentasse vostra moglie e i vostri figli e gli imponesse un nuovo modo di vivere e nuovi valori?

Questo è quello che "vergognosamente" accade in Tibet da cinquant'anni. E i potenti del cosiddetto mondo civilizzato, cosa fanno? Timidi tentativi. Niente di veramente efficace. Fumo negli occhi.

Io, personalmente, mi vergogno un po' di non riuscire a fare granché per aiutare il Tibet (se non qualche piccolo aiuto economico). Ma penso che se fossi un importante capo di Stato mi vergognerei ancora di più. Accettare che la Cina, solo perché forte e potente, possa fare quello che vuole ai danni di una civiltà antichissima e nobile, come capo di stato non mi farebbe dormire la notte.

Da decenni ci si accanisce a parlare dell'olocausto degli Ebrei (ormai passato alla storia). Penso che lo si faccia perché si vuole evitare altri massacri di massa di popolazioni inermi. E poi? E dell'olocausto tibetano ancora in corso? Pochi accenni, spesso addirittura di critiche al suo "capo" in esilio: il XIV Dalai Lama.
Riporto pari pari alcune righe da "Tibet in fiamme" di Bruno Zoratto, Schena Editore.
<...Il genocidio è iniziato nel 195o, quando il cosiddetto "esercito di liberazione comunista della Repubblica Popolare Cinese" ha illegalmente e violentemente occupato il Tibet...Più di un milione e duecentomila tibetani sono morti massacrati a causa dell'occupazione cinese. Un dramma di proporzioni gigantesche, se si pensa che i morti sono stati un sesto dell'intera popolazione...>
Naturalmente la mia indignazione non va solo al genocidio dei tibetani, ma anche dei palestinesi, e di tutte le popolazioni che subiscono le angherie dei "potenti" del momento.










IL NON ATTACCAMENTO E IL SEGRETO DELL'AZIONE EFFICACE


Viviamo in un'epoca in cui tutti si "attaccano" a tutto. Le scene a cui assistiamo sono spesso tragicomiche: dirigenti coi culi incollati alle poltrone, cantanti "decrepiti" che ancora si ostinano a voler apparire e cose di questo genere...

Personalmente trovo estremamente elegante (e di buon senso) sapersi "ritirare" quando non è più il nostro momento.

Collegato a questo discorso vi è l'attitudine "regina" che ogni essere umano dovrebbe coltivare: il NON ATTACAMENTO. Ma, questo, non è obiettivo facilmente raggiungibile. Inoltre è facile fraintendere e cadere nel nichilismo, cioé in quella rinuncia "anticipata" alla vita e all'azione. Niente di tutto questo! Il non attaccamento e "vivere pienamente ogni cosa e...lasciare che passi, non volerla trattenere a tutti i costi.

Aggiungo solo un altro breve spunto di riflessione, tratto da un Testo Medievale Taoista: "Allenare il corpo senza essere oppressi dal corpo, esercitare la mente senza essere usati dalla mente, agire nel mondo senza essere preda del mondo, eseguire i compiti senza essere ostacolati dai compiti, questa è l'azione efficace. Zhong Ho Ji

giovedì 26 febbraio 2009

RICERCA INTERIORE - APRIRE GLI OCCHI ALLA REALTA'



Msg. n. 32
Inviato da sagitta55 alle ore 12:17 del giorno 11/02/2009

Noi pensiamo di vedere le cose per quello che sono, ma siamo certi che sia così?

In realtà, nella stragrande maggioranza dei casi noi vediamo solo il riflesso della realtà e, spesso, neanche il riflesso diretto, ma un insieme di frammenti che, uniti, formano un simbolo (per giunta filtrato dal nostro computer mentale).

Noi viviamo in un mondo di simboli.

Ogni civiltà ne è stata profondamente caratterizzata (e influenzata).
Partendo dall’uomo della preistoria e passando ad antiche civiltà come quella Sumera, Egizia, Indo-Ariana, Cinese, Precolombiana e Celtica (solo per citarne alcune di quelle storicamente conosciute), o le più recenti civiltà Greca, Romana, Araba, ecc., fino alla moderna civiltà tecnologica, vediamo che il simbolo la fa da padrone.
Anche (e soprattutto gli Stati e le Religioni) sono fortemente impregnate di simbologia.
Ma cos’è un simbolo?

Etimologicamente questo vocabolo si riferisce ad un elemento scelto per rappresentare un’idea, un concetto. Il simbolo è un segno grafico “convenzionale” usato per rappresentare qualcosa. Solo che non si limita a questo. Il simbolo, infatti, influenza fortemente il nostro pensiero e le nostre emozioni.

La parola simbolo deriva da synbàllo “mettere insieme” (syn “insieme”+ bàllo “mettere, gettare”).
Quindi ogni segno grafico, lettere dell’alfabeto (perciò anche la scrittura e la parola), dipinti, sculture, bandiere, oggetti, architetture…fino all’abbigliamento possono essere fortemente simboliche.

Noi viviamo in un mondo di simboli.
E ne siamo fortemente influenzati.

Pensiamo, per esempio al forte impatto che una bandiera o una pubblicità possono avere sull’immaginario collettivo; oppure al senso di deferenza che i più provano alla presenza di un importante personaggio che riveste un’alta carica: un papa, un presidente, un re o un divo dello spettacolo (anch’essi simboli). Prendiamo ad esempio un papa, se l’incontrassimo vestito normalmente, al mercato rionale del nostro paese, forse non lo guaderemmo neanche di striscio. Immaginiamo, invece, di essere invitati in una sala del Vaticano (già essa un simbolo e piena di simboli) e vediamo un uomo vestito da papa, circondato da alte cariche della chiesa, pronto a conferirci una onorificenza (altro simbolo) ecco che ci sciogliamo, ci emozioniamo, ci sentiamo onorati e lusingati e….forse, in quel momento ci sentiremo quasi in odore di santità.
Potenza del simbolo.

Liberarsi dall’influenza dei simboli (comprendendo come agiscono su di noi) è già un modo per risvegliarsi alla “vera” realtà.
Voglio comunque chiarire che i simboli non sono negativi, al contrario. Questi servono a sintetizzare dei concetti, dei princìpi, delle leggi. Conoscerli aiuta a capire o interpretare la vita, la storia, gli eventi...perfino i sogni, come ci hanno dimostrato René Guénon (ad esempio in Simboli della Scienza Sacra) o C.G. Jung (tanto per citarne qualcuno).

E' quindi bello e utile conoscere il simbolismo. A mio avviso il problema sorge quando si fa dei simboli strumenti di potere, creando soggezzione e influenze "sottili" nella mente delle persone, pilotando le loro scelte e la loro "visione" della vita.
In definitiva (sempre secondo me), la distorsione della visione reale delle cose è uno dei peggiori mali che affligge l'umanità moderna.

mercoledì 25 febbraio 2009

OMAGGIO A KRISHNAMURTI




Chi conosce il pensiero di Krishnamurti sa che, questo Grande Istruttore dell'umanità, ha dedicato tutta la sua vita ad un unico grande compito: demolire le certezze che tengono l'uomo prigioniero di credenze, superstizioni, dogmi. Il fine è vedere direttamente la realtà, senza questi filtri.

DEMOLITORE DI CERTEZZE

Detto così può sembrare cosa da poco. L'uomo vive di tante certezze, ma non se ne rende conto. Sono proprio le certezze in cui si rifugia ad impedirgli una "visione" sempre fresca della Realtà.
Krishnamurti sapeva bene tutto ciò, perciò non offriva certezze (al contrario di tutti gli altri "guru"). Egli era un demolitore di certezze. Compito arduo ed ingrato, per chi vuole dare una mano ai propri fratelli.

LE PAROLE CHE LIBERANO
Vi sono parole che legano, altre che liberano.
Egli spingeva ad interrogarsi, su tutto. A non credere ciecamente a nessuna autorità.
"Cos'è la mente?
Cos'è il vuoto? Esiste veramente il vuoto? Cos'è ciò che chiamiamo vuoto?
Cos'è la coscienza? Essa coincide con i suoi contenuti? Oppure è altro?
Possiamo osservare la coscienza? La mente?
Cos'è il sacro?

Il sacro non risiede nei templi, nelle moschee, nelle chiese.

Se non si scoprono queste cose coi propri sforzi, se la verità non può menifestarsi a noi (dovunque) non ci può essere una nuova cultura. Non ci può essere una nuova qualità umana. "
Queste sono parole di Krishnamurti (video A Mente libera http://www.youtube.com/watch?v=6-RKx0wcyM4,) che io condivido pienamente, per esperienza diretta.

Finché l'uomo non si libererà dalle "fedi", dai dogmi, dai luoghi comuni, dalle superstizioni, dai preconcetti, non vedrà mai "direttamente" la realtà. Ma vedrà solo ciò che le "autorità" in materia: preti, scienziati, guru, esperti tuttologi, gli diranno.


L'ITALIA E IL NUCLEARE






L'accordo francese tra Sarkozy e Berlusconi segna il primo passo del ritorno del nucleare in Italia.
L'evento già da tempo preannunciato è al centro di numerosi dibattiti (a favore e contro).

A me, la forzatura di questo Governo a favore del nucleare, pur non essendo un esperto del settore, puzza un po'. E mi chiedo: "Perché il Governo non incoraggia seriamente l'impiego di energia pulita, come l'eolico o il solare?"

Contemporaneamente a questo accordo, Sarkozy fa sapere che vuole rilanciare il Capitalismo. Ecco! Forse qui sta la "chiave di lettura" di questa e di tante altre scelte dei "potenti" del mondo (tra l'altro tutti ricchi e straricchi).
Io, da un po' di anni, quando voglio capire gli eventi (dai più piccoli ai più grandi) mi chiedo: "Cosa muove i passi di questa persona? Perché lo fa? Qual'è la sua personale motivazione?"

Non aggiungo altro, anche perché tutti sappiamo un po' di aritmetica e, come 2+2 da 4, una volta capito il "movente personale" di un governante è altrettanto facile "intuire" il perché delle sue scelte. Scelte che ci vengono spacciate come di pubblica utilità.
Se non si comprende la chiara logica (commerciale) che sta dietro a tutte le guerre e migliaia di altre scelte dei potenti contro l'umanità è perché, quella stessa umanità, e "strafatta" di fiction, talk show, spettacoli a quiz e calcio. Non si rende più conto, poverina, di quanto viene "macabramente" presa per il culo da chi è più scaltro e potente.
A buon intenditor...






martedì 24 febbraio 2009

FARMACI A CONFRONTO (1)



Msg. n. 24
Inviato da sagitta55 alle ore 13:23 del giorno 04/02/2009



Con questo post inizio a parlare anche di medicina (dal mio punto di vista, naturalmente). E comincio col riportare dei miei articoli pubblicati su:
http://benessere.guidaconsumatore.com/
FARMACI A CONFRONTO

COS'E' LA MALATTIA? COME USARE I FARMACI? QUALI SCEGLIERE: NATURALI O SINTETICI? COME COMPRENDERE QUANDO E' IL CASO DI PRENDERLI E QUANDO NO? COS'E' IL CORPO UMANO?


Ripeto: riporto solo la mia "visione". Non voglio certo sostituirmi ai pareri degli "specialisti".


Che cos’è la malattia?

Quando si parla di malattia viene subito in mente di chiedersi cosa sia il suo contrario, cioè la salute. Cos’è la salute? Una definizione corretta potrebbe essere: “ La salute è una condizione normale, nella quale tutti gli organi del nostro corpo si muovono facilmente, liberamente ed in armonia”. Quindi, nello stato di salute, tutti i nostri organi funzionano in modo normale.


Allora, la malattia, dovrebbe essere una condizione di anormalità nel funzionamento dei nostri organi, una condizione di disarmonia. Una cosa molto importante da notare a questo riguardo è che tutta la vita si orienta sempre verso uno stato di salute. La tendenza di ogni forma vivente ammalata è sempre indirizzata verso il ritorno ad uno stato di salute, a meno che il processo degenerativo o disarmonico non abbia superato il livello massimo consentito.

La salute è la normalità, mentre la malattia è una condizione di anormalità, ed ogni organismo tenderà con tutte le sue forze a recuperare la condizione normale; è quindi molto importante non ostacolarlo in questo processo (spesso i farmaci fanno proprio questo).


QUALI SONO LE CAUSE PRINCIPALI DI UNA MALATTIA?

Non considerando i fattori di origine psicosomatica, perché esulano dal presente studio, le cause di una malattia possono essere:

alimentazione sbagliata (sia in qualità che in quantità);
cattiva igiene;
infortunio;
cause ereditarie;
cause per contagio;
per intossicazione da agenti inquinanti esterni;
inquinamento elettromagnetico.

Se escludiamo da questa lista le malattie ereditarie e quelle per infortunio, restano quelle per contagio e per inquinamento elettromagnetico (alle quali si può ovviare con le dovute precauzioni).


Rimangono quindi solo le malattie derivate da una cattiva alimentazione e quelle da intossicazione; molto spesso queste due cause, che sono all’origine di una malattia, coincidono. Il consumo di cibi inquinati, carichi di prodotti chimici, e acqua e bevande in cui sono disciolte sostanze conservanti altamente tossiche ha raggiunto livelli preoccupanti.

Se poi aggiungiamo che l’uomo medio occidentale consuma molto più del suo fabbisogno giornaliero, è facile comprendere come il nostro organismo faccia una enorme fatica a conservare, o recuperare, lo stato di normalità. E’ veramente alto il numero di malattie conseguenti ad un cattivo regime alimentare: cancro, diabete, disturbi cardiaci, allergie, asma, artrite, osteoporosi, senilità precoce e molte altre sono la “naturale” conseguenza di uno stato di intossicazione alimentare che causa seri squilibri alle nostre funzioni vitali. Se a queste aggiungiamo la mancanza di un adeguato esercizio fisico il quadro è completo.

In effetti le condizioni anormali di vita, di cui ci siamo circondati, sono all’origine della maggior parte delle nostre malattie. Vegetali e frutta carichi di pesticidi, carni imbottite di mangimi innaturali, acque e bevande sature di prodotti chimici, farine raffinate, ecc. sono le reali cause dei nostri malesseri.
Continua. 1

A CHI APPARTIENE L'ESSERE UMANO?



Msg. n. 30
Inviato da sagitta55 alle ore 13:46 del giorno 09/02/2009


DI CHI E' PROPRIETA' OGNUNO DI NOI? QUAL'E' LA LINEA DI CONFINE TRA IL PUBBLICO E IL PRIVATO?

La battaglia portata avanti dal signor Peppino Englaro (riguardo al destino della figlia Eluana) sta sollevando una questione etica di portata storica. Probabilmente è uno dei punti più importanti che l'uomo, all'inizio di questo Terzo Millennio, è chiamato ad affrontare e risolvere. Ne va di mezzo non solo la sua dignità di uomo, ma anche (e soprattutto) la sua libertà.

Di chi è proprietà ognuno di noi?
1) Per lo Stato siamo "soggetti giuridici" con diritti e doveri (per la verità più doveri che diritti);
2) Per il Potere Economico siamo unità produttive o "consumatori";
3) Per la Chiesa siamo "pecore" da guidare.
E il libero arbitrio, dove lo mettiamo? Una società che si dice "libera" non può che essere composta da "uomini liberi". O no? Il primo dei Diritti Umani è quello della Libertà di scelta e di opinioni.
1) Certo, c'è bisogno di leggi che regolino la buona convivenza. Sono daccordo.
2) C'è anche bisogno di lavorare e di produrre (ma con senso della misura).
3) E c'è anche il rapporto tra l'uomo e il Divino (solo che questo non può essere un bisogno o un obbligo, ma un desiderio intimo di ognuno di noi).
La domanda interessante da farsi (per la verità già sollevata da diversi pensatori) è: "Lo Stato e l'economia sono al servizio del cittadino, o è il cittadino al servizio dello Stato e dell'economia?"
Evito volutamente di parlare della Chiesa perché, secondo me, non dovrebbe avere nessuna ingerenza nelle questioni pubbliche e private. Chi vuole affidarsi alle sue "cure" è libero di farlo. Ma, altrettanto libero dev'essere chi vuole ignorarla completamente. LO DICO A CHIARE LETTERE: "LA CHIESA NON E' PADRONA DELLA MIA VITA. LA MIA ANIMA E IL MIO CORPO SONO MIEI, E LI GESTISCO IO". PUNTO E BASTA!
Resta da chiarire il punto uno e due. A mio avviso lo Stato e l'Economia (che, se ci pensiamo bene, sono due "entità astratte" fondate su idee discutibili) dovrebbero fare la volontà della "maggioranza" delle persone. Questa è Libertà. Questa è Democrazia. Altrimenti che lo dicano chiaramente: "Siete sotto dittatura". Non che ci ricamano tanto attorno per farci credere una cosa per l'altra.

Io trovo assurdo che un Governo si "permetta" di interferire in una vicenda personale come quella della famiglia Englaro (e tante altre nel mondo).

lunedì 23 febbraio 2009

E TU QUANTO SEI INTOSSICATO?



Msg. n. 35
Inviato da sagitta55 alle ore 23:33 del giorno 13/02/2009

Probabilmente siamo tutti, chi più e chi meno, un po' intossicati. Ma ne conosciamo le conseguenze? Sappiamo riconoscerne i sintomi?



Mi viene in mente, a proposito di intossicazione, la spiegazione che ne danno i medici "igienisti". Per i quattro naviganti che, per caso, si trovano a leggere questo post, riporto alcuni punti chiave espressi su una pubblicazione della "Società Editrice Igiene Naturale", collegata al Life Science Institute americano.

La pubblicazione in questione (una audiocassetta) si intitola "La panacea per le allergie". Quasi tutti pensano che le allergie sono causate dal polline, dalla polvere e cose di questo genere. In verità, sostiene il medico "igienista" autore di questa pubblicazione, "una allergia, o una malattia, sono sempre delle reazioni naturali di un corpo vivente che vuole disintossicarsi dai suoi veleni". Quindi, il polline, ecc. sono solo cause secondarie, la causa principale delle allergie è l'intossicazione del corpo (quando raggiunge il livello limite si scatena l'allergia).

In pratica i cibi tossici, l'acqua e l'aria inquinata (nonché i farmaci) intossicano lentamente il nostro organismo. Il corpo cercherà di liberarsene con reazioni allergiche o con malattie varie (riporterò in seguito un test basato sui sintomi da intossicazione).

Un'altra cosa molto importante da sapere è che "più il corpo è puro e vitale più sarà sensibile ai veleni, e reagirà più in fretta". Questa naturale reazione viene definita "resistenza vitale". Mi sembra logico, chiaro come il sole. Tutte le sostanze tossiche sopprimono la vitalità. Più cala la vitalità meno il corpo riesce a liberarsi dai veleni.

La malattia è quindi una crisi, una emergenza nella quale il corpo tenta di recuperare uno stato normale di salute. In caso di malattia (come la febbre o il raffreddore) non è vi è motivo di allarmarsi, basterebbe digiunare (come sanno fare gli animali selvatici) per recuperare la salute. Quanto alle malattie più gravi queste, di solito, sono la conseguenza di sintomi ripetuti non ascoltati.

Anche lo stress e l'affaticamento eccessivi debilitano l'organismo (perché lo esauriscono a livello nervoso). Lo stress (in particolare quello emotivo) scarica in fretta le nostre batterie.
Quindi, per concludere (prima di passare al test): Una allergia, o una malattia, sono sempre delle reazioni di un corpo vitale che vuole liberarsi dai veleni accumulati. Se, da un lato, le medicine antistaminiche accelerano il processo di disintossicazione, dall'altro indeboliscono ulteriormente l'organismo, privandolo della sua vitalità.


TEST - SCOPRI SE SEI MOLTO O POCO INTOSSICATO CON QUESTO SEMPLICE TEST. SEGNA UN PUNTO (SU SPESSO RARAMENTE O MAI) PER OGNI RISPOSTA DATA...ALLA FINE LEGGI IL RISULTATO.

1) HAI PRURITI INSOLITI - SPESSO RARAMENTE MAI

2) TI SI FORMANO CHIAZZE

ROSSE SULLA PELLE " " "

3) HAI DOLORI ALLE GIUNTURE " " "

4) STARNUTISCI " " "

5) MAL DI TESTA " " "

5) ALITO CATTIVO " " "

6) DEBOLEZZA " " "

7) PROBLEMI DIGESTIVI " " "

8) NAUSEA " " "

9) VOMITO " " "

10) SANGUINAMENTI INSOLITI " " "

11) COSTIPAZIONE " " "

12) DIARREA " " "

13) RUTTI " " "

14) TORCICOLLO " " "

15) EDEMI " " "

16) FEBBRE " " "

17) REFFREDDORE " " "

18) INAPPETENZA " " "

19) IDEE CONFUSE " " "

20) SBALZI D'UMORE " " "

21) STRESS " " "

22) SENSO DI IMPOTENZA " " "

23) VIVI MALE I CAMBI
DI STAGIONE? " " "

In una condizione nella norma dovresti aver risposto solo ai RARAMENTE e MAI. Se, invece, ti è risultato qualche SPESSO allora è il caso di consultare uno specialista. A te la scelta se tradizionale o "alternativo".

RACCONTO BREVE



E SE CAMBIASSIMO IL PRIMO ARTICOLO DELLA COSTITUZIONE?


L'altra mattina ho passeggiato per le vie del centro, assaporando ogni istante di vita con la freschezza e la genuina gioia di un bambino.



Poi sono entrato in un parco. Il clima era mite. Una brezza leggera si divertiva a far frusciare le foglie degli alberi e scompigliarmi i capelli. Dolci e luminosi raggi di sole sembravano incoraggiarmi a dimenticare i miei impegni e abbandonarmi con voluttà alla semplice "gioia di esistere".


Il mio sguardo sereno si posava dolcemente su tutto ciò che incontrava, non soffermandosi su nulla in particolare. Tutto era così bello! Vedevo visi giocosi di bimbi, curiosi di tutto. Oppure rugosi volti di anziani, carichi di storie vissute e di tanti pensieri.
Alcuni cani, più in là, si rincorrevano ruzzolando sull'erba soffice, indifferenti ai richiami dei loro padroni (verso i quali, di tanto in tanto, rivolgevano solo degli sguardi distratti). Tutto era così leggero e calmo. Il tempo mi sembrava scorrere più lentamente del solito.

Uscendo dal parco, circa un'ora dopo, ho sentito il forte contrasto tra la calma quiete che avevo appena lasciato ed il nervoso procedere di uomini e mezzi che affollavano la strada. Poi ho notato dei cani al guinzaglio, mi sono sembrati più nervosi e insofferenti dei loro simili che si stavano divertendo nel parco.


Ad un tratto ho visto in lontananza il mio amico Gigi. Era da un po' che non lo vedevo e avrei avuto un gran piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui. Ho provato a chiamarlo, ma il rumore del traffico ha coperto la mia voce. Ho visto Gigi svanìre tra la folla prima che potessi muovere un passo.


Proseguendo oltre mi sono imbattuto in Renato (un mio ex collega di lavoro), un tipo simpatico. Gli ho proposto di prendere insieme un caffé, ma lui ha reclinato l'invito e, dopo avermi distrattamente stretto la mano, si è allontanato di fretta dicendomi: <Scusami, non ho tempo. Ma non la conosci la storiella del leone e la gazzella?> <Certo che la conosco>. Ho risposto sottovoce. Ma Renato era già scomparso.


Mentre riflettevo su come tutti oggigiorno vanno sempre di fretta, mi sono imbattuto in Gianluca, un vecchio compagno delle elementari. Anche lui, alla mia proposta di fare due passi, replica sullo stesso tono di Renato: <Perdonami, vado di fretta>. <Ma dove corre, e verso cosa?> Ho pensato osservandolo allontanarsi ansioso.


L'INCONTRO CON UN VECCHIO SAGGIO


Ieri mattina sono tornato al parco. Sedendomi accanto ad un anziano signore con una corta barba e l'aria sveglia, gli ho chiesto cosa ne pensasse dei tempi "moderni".


Dopo un istante di incertezza (forse non s'aspettava una simile domanda da un giovane, "figlio" dei tempi moderni), riprendendosi, mi fissa bene negli occhi, come se stesse valutando la serietà della mia domanda. Poi, vedendomi seriamente interessato al suo parere, l'uomo tira un respiro profondo e con aria dolce e paziente mi dice: <Forse, un giorno, saremo sommersi dalle automobili. E poi...gente che corre a destra e sinistra, sempre preoccupata per qualcosa. Telefonini che squillano...che caos! Ha notato?> mi dice . <Il mondo sembra lanciato verso una inarrestabile "frenesia" produttiva, senza un preciso senso della misura. Si lavora per avere la seconda o la terza casa, per la seconda o la terza automobile, e via discorrendo>.

L'uomo fa una pausa, guardandomi interrogativamente.
Io ricambio lo sguardo, comunicandogli che condivido la sua visione.
L'uomo volge distrattamente gli occhi verso il cielo, oltre le cime degli alberi, dalle quali filtrano fasci di raggi di sole. Poi torna a guardarmi e riprende: <Le aziende automobilistiche, tanto per fare un esempio, devono produrre e vendere un certo numero di autoveicoli, ogni anno, per non fallire. E così le fabbriche di scarpe, di elettrodomestici, di medicinali...persino di armi. L'imperativo è: produrre e consumare! Tutto, oggi, si misura con questi parametri>...

<Tutti siamo in affari con tutti...
e i rapporti umani, dove sono andati a finire?
Dov'è finito quel disinteressato relazionarsi agli altri, solo per il piacere di condividere istanti di vita che mai più ritorneranno?
Qual'è, oggi, lo scopo dell'uomo?
E lo ha scelto lui, questo scopo, o gli è stato imposto?>


L'uomo parlava, ed io lo guardavo ammutolito ed ammirato. Guardavo i suoi capelli bianchi e l'aria serena sul suo volto. Tuttavia scorgevo, nel fondo dei suoi occhi, un sottofondo di amarezza e di impotenza. Capivo che aveva una visione chiara di cosa stesse accadendo attorno a lui, ma era allo stesso tempo cosciente di non poter far nulla per correggere l'andamento autodistruttivo dell'umanità.


<Lo scopo> riprende il vecchio, <qual'è lo scopo di tutto questo? Ad esempio: qual'è lo scopo di una nazione? Prendiamo la nostra bella Italia: qual'è lo scopo del nostro Governo? Se analizziamo la Costituzione della Repubblica Italiana e leggiamo il Primo articolo dei Principi Fondamentali, vi leggiamo: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro". Ecco! Da queste poche parole possiamo comprendere qual'è lo scopo principale di un'intera nazione: il lavoro. Ma capisce il meccanismo che questa prima affermazione mette in moto? Il lavoro non è più solo un diritto, ma anche un dovere, una necessità, una ossessione. Soprattutto se associamo lavoro-soldi-sopravvivenza ne risulta che l'uomo si percepisce soprattutto come una "unità produttiva" e il PIL è diventato il dio da adorare e servire. Guardi cosa sta succedendo: rapporti dettati solo dall'interesse personale, egoismo, ossessione verso il denaro, prostituzione dei valori umani al servizio dell'economia, e via discorrendo>.


Io capivo, e non potevo non essere daccordo con lui.


L'uomo continua: <Pensi cosa accadrebbe se cambiassimo quel primo articolo> mi dice accalorandosi, <quante cose cambierebbero nei rapporti tra gli esseri umani...e tra gli uomini e la Terra>, continua addolcendo la voce.


L'uomo fa una pausa di silenzio, mi guarda intensamente negli occhi e, quasi sussurrando riprende: <Ci rifletta nei giorni che verranno. Provi ad immaginare cosa accadrebbe se, l'uomo "democratico", cambiasse quel primo articolo delle Costituzione con un altro, del tipo: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sulla Libertà espressiva". Oppure: "L'Italia, eccetera eccetera, è fondata sulla Comprensione della vita". O, ancora: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sull'Amore". Huumm, questa è bella! Suona proprio bene: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sull'Amore".> Ripete compiaciuto mentre si alza stringendomi la mano.


Poi, guardandomi con un sorriso complice, aggiunge: mi dice quest'ultima frase con la mia mano ancora stretta nella sua poi, senza aspettare risposta, mi saluta e si allontana senza aspettare risposta.
Credo sapesse già che la pensavo come lui.

domenica 22 febbraio 2009

MEDITAZIONE - CERCARE IL TESTIMONE SILENZIOSO



Msg. n. 22
Inviato da sagitta55 alle ore 19:51 del giorno 02/02/2009



"LA MENTE E' SIMILE AD UNA LASTRA FOTOSENSIBILE, CIO' CHE LA "IMPRESSIONA" LA TRASFORMA".


Questa frase non è mia, ma di uno dei miei Maestri.

Personalmente ritengo che, nella vita, capire la Mente è di fondamentale importanza. Una delle prime cose da comprendere a fondo è che, la mente, non è i suoi "contenuti".

Non si può conoscere la mente studiando i pensieri o i comportamenti (giusti o sbagliati che siano). Un conto sono i contenuti, altra cosa il contenitore (e le sue funzioni). Nessuno si sognerebbe di confondere un treno con i suoi passeggeri.

Allo stesso modo, i pensieri (e tutte le "nostre" convinzioni) sono solo "passeggeri" che salgono e scendono dalla nostra Mente (la quale è solo uno "strumento" per interpretare il mondo).


E sarebbe un grave errore seguire inconsapevolmente i passeggeri, corriamo il rischio di non arrivare mai alla nostra destinazione (cioé a noi stessi). Piuttosto scenderemmo di continuo a tutte le stazioni, seguendo questo o quell'altro individuo.

L'ARTE DEL SILENZIO E DELLA PRESENZA

Ecco che la pratica, cioé stare seduti immobili e attenti, è un modo per contemplare gli spazi di silenzio tra un pensiero e l'altro. Un modo per disidentificarsi dai contenuti della Mente. Come dire? E' un modo per osservare lucidamente il treno, i passeggeri, lo spazio (e il tempo) dell'esperienza, e la nostra Coscienza (il Testimone silenzioso).


L'Osservatore, allora, si scopre "altro" dall'oggetto osservato. Perché l'Osservatore è il "Testimone silenzioso".

In quei momenti di silenzio si apre il varco verso una Realtà fatta di "spazi" più ampi. Spazi attraversati da infinite sfumature, che sono assenti nelle parole.

Ma il rischio di identificarsi è sempre presente. Questa volta in più raffinate sensazioni.

Meditazione è "Contemplazione del Testimone".

La domanda da porsi è: "Chi sono io, che osservo tutto questo?"

Ma attenzione a non darsi una risposta...sicuramente è un'altra "identificazione".

VEDIAMO ANCORA LA MAGIA DEI BOCCIOLI IN FIORE?



Msg. n. 23
Inviato da sagitta55 alle ore 17:57 del giorno 03/02/2009




QUESTA E' UNA FOTO DEL FIORE DELLA PASSIONE. LA MIA PIANTA MI HA DATO FIORI FINO A DUE ANNI FA, POI...NIENTE PIU'.


Sicuramente ho sbagliato in qualcosa.

Forse l'esposizione al Sole.


Fatto sta che non ho più il piacere di vederne sbocciare uno.
Questo fatto dovrebbe farci riflettere. Sono proprio le cose che abbiamo sotto il naso le più preziose. Ma noi non le apprezziamo (forse è colpa dell'abbondanza), salvo quando le perdiamo.
Sì, lo sò, sembra una frase fatta, scontata. Eppure, pensiamoci bene. Abbiamo ogni ben di dio a disposizione. Intendo le cose belle che ci regala la Natura: erba, piante, alberi, cielo, mare, terra, il Sole, le Stelle, la Luna...ma quanti di noi si fermano stupiti ad osservare la magia del mondo? Quella che ad ogni istante si "rinnova" sotto i nostri occhi?
Prendiamo l'essere umano: la quint'essenza della Creazione.
Forse non apprezziamo molto i nostri simili perché ne siamo tanti. Ci diamo per scontati. Eppure, quanti milioni di anni di evoluzione ci sono voluti per arrivare a quello che è l'uomo oggi?
Dobbiamo aspettare la minaccia di estinzione per apprezzare il nostro vicino di casa?

sabato 21 febbraio 2009

Tai Chi - L'armonia degli opposti

Msg. n. 36
Inviato da sagitta55 alle ore 11:40 del giorno 14/02/2009
L'armonia è un fatto fisico, reale, che riguarda tutte le dimensioni, dalle più piccole alle più grandi.
Dall'armonia delle varie componenti dell'atomo, fino a quella tra i pianeti del Sistema Solare (passando per quella tra gli uomini), dipende la sussistenza e la continuità della vita.



Quando si "spezza" l'armonia una qualunque cosa inizia ad autodistruggersi. Tutto ciò che esiste è retto da Leggi Armoniche che, anche se invisibili agli occhi umani, permettono la vita così come la conosciamo. Anche l'armonia in noi stessi (perché la nostra personalità è formata da molti "io") è di fondamentale importanza per una vita sana ed equilibrata. Quando si è armoniosi interiormente è più facile esserlo anche con gli altri e con l'ambiente. Capire questo punto è di fondamentale importanza per comprendere il perché, l'utilità e la belleza di pratiche antiche come il Tai chi, lo Yoga o la Ricerca Interiore (tanto per citarne alcune).

Tutti i sapienti di ogni parte del mondo si sono interessati a fondo all'Armonia. Molti di loro ne hanno fatto lo scopo della loro vita (come il grande Pitagora).

Vi riporto tre frammenti che, se non sbaglio, sono di Eraclito:

"Ciò che contrasta concorre, e da elementi che discordano si ha la più bella armonia".

"Armonia che da un estremo ritorna all'altro estremo, come nell'arco e nella lira".

"Armonia invisibile, della visibile è migliore".

Belli vero?

Queste frasi si sarebbero potute attribuire tranquillamente anche ad un maestro di Tai chi. Sì, perché il Tai chi (come tutto il taoismo, del resto) si fonda proprio sullo studio, e sulla padronanza, dell'armonia tra le "forze opposte e complementari" Yin e Yang.
Saperle riconoscere, dai loro effetti sulla materia, e sapersi armonizzare ai "vuoti e i pieni" che le due rispettive forze creano, è uno degli elementi base della Forma del Tai chi (di qualunque Forma, anche breve).


In definitiva, studiare Tai chi (praticamente, si intende) è imparare a compiere un gesto (qualunque gesto) con equilibrio, presenza ed armonia.