sabato 28 marzo 2009

I FIORI DI KAMA - UN INVITO AI LETTORI AD ESPRIMERSI SUI TEMI DEL PIACERE, DELLA BELLEZZA E DEL DESIDERIO

I FIORI DI KAMA NASCE CON L'INTENTO DI CANTARE, RIFLETTERE, CELEBRARE E MEDITARE SU QUELLI CHE SONO OBIETTIVI FONDAMENTALI NEL NOSTRO "UMANO ESISTERE": IL PIACERE, IL DESIDERIO E LA BELLEZZA.


Personalmente ho avuto la fortuna di incontrare dei Maestri che, direttamente o indirettamente, mi hanno fatto capire molto al riguardo. Offrendomi gli "strumenti" per trasformare la mia Coscienza "ottenebrata" in uno "spazio" pieno di Luce, Essi mi hanno fatto comprendere che vi è piacere e Piacere, bellezza e Bellezza, desiderio e Desiderio.

Quanto detto può sembrare un gioco di parole, ma non lo è.
Non è facile spiegare, nello spazio ristretto di un post, quanto l'uomo (o l'essere) sia soggetto ad essere influenzato da differenti "stati di coscienza" (per questo è indispensabile frequentare una Scuola di Ricerca Interiore).
Dalla coscienza animalesca (senza offesa per quelle bellissime creature che sono gli animali, il problema sorge quando è l'uomo a comportarsi da bestia) a quella Divina, le sfumature intermedie sono tantissime. Tantissimi sono quindi i "modi" di ricercare, sperimentare e comunicare le qualità suddette.

Io ho scoperto il Piacere attraverso la RICERCA DELLA VERITA' e le Pratiche datemi dai Maestri.

Ma anche questa affermazione dice ben poco al lettore che non abbia calcato lo stesso mio "sentiero". Lascerò, quindi, che siano le poesie, gli aforismi o brevi aneddoti, a spiegarlo...col tempo (sempre che ci riesca).
Per esempio Kama (il Desiderio, il Piacere) è sì la causa della nostra venuta al mondo, ma può essere anche "uno strumento di Liberazione".

Vi sono, come dicevo, desideri e desideri. Anche il Desiderio (o l'aspirazione) al Divino è desiderio. Ma se l'uomo si è addormentato ed ha smesso di desiderare (parlo dei desideri profondi, non quelli indotti dall'esterno) e vive solo di bisogni, quando mai arriverà a desiderare l'Abbraccio Divino?
Ma anche quest'ultima affermazione può essere largamente fraintesa (perché interpretata attraverso i personali condizionamenti culturali e religiosi). Io posso sperimentare l'Abbraccio del Divino sia immergendomi nella Luce che abbracciando una donna o odorando un fiore. Quindi, la faccenda è molto più complessa di quanto possa sembrare.


SCUSATE QUESTA LUNGA PREMESSA, MA ERA DOVEROSA. ORA SPAZIO ALLA POESIA (E VI PREGO DI INVIARE LE VOSTRE).




COME L'ACQUA CHE SCORRE


Se proprio vuoi dare un nome al Mondo

chiamalo Sogno o Miraggio, se ti va,

ma mai Realtà.


Sin dalla notte dei tempi

abili mani tessono trame con fili di Luce,

portando in "essere" magiche forme.


Di Luce son fatti i Mondi:

di Luce e Suono,

ed han la consistenza del fumo.


Apri gli occhi e guarda bene!

C'è forse una forma che non muta?

E se ascolti attento nessun suono udrai per sempre.


Tutto passa! Passa il giorno e la notte.

E passan le gioie e i dolori,

le sensazioni, i pensieri e le emozioni.


Tutto scorre,

come in un film che non puoi fermare,

e tu ne sei attore e spettatore.


Vuoi sapere

il Segreto della Felicità?

Il "non-attaccamento".


Vivi! Lascia scorrere la vita, non la fermare!

Lascia che sia come acqua corrente:

sempre fresca e nuova.


Perché dunque attaccarsi? E a cosa?

Tutti i dolori sorgono da questa illusione:

scambiare un sogno per Realtà.


Credendo nella eterna permanenza delle forme

si scambia un sogno per Realtà.

Vivi! Godi! Ma lascia scorrere, non tentar di fermare.


La coscienza inconsapevole sbaglia approccio alla vita:

si identifica coi nomi e le forme, si attacca e soffre.

Così irretita non troverà mai pace.


Poiché mai nulla le darà nel Cuor la Gioia

se prima non avrà compreso che,

la Gioia già nel Cuore è...da sempre.


Il Mondo dei nomi e delle forme

è come un gioco...o un sogno,

ma la sostanza è Luce, Pace, Amore.



giovedì 26 marzo 2009

FARMACI A CONFRONTO (5) - L'OMEOPATIA


L’Omeopatia è una scienza medica sperimentale.
Questa viene applicata in modo molto preciso, perciò richiede particolari qualità da parte del medico omeopatico.

Innanzitutto è importante che il medico sappia diagnosticare alla perfezione i sintomi del paziente. Di conseguenza, il medico, deve saper distinguere ciò che è patologico da ciò che è fisiologico. Cioè, un conto è un vero stato di malattia, un altro conto è un cambiamento delle funzioni fisiche (dovuto, per esempio, al cambio di stagione). L’omeopata si interessa anche dei cambiamenti ambientali e degli effetti che questi hanno sull’organismo. Il medico omeopata indaga su tutto, dai cambiamenti di temperatura alle preferenze alimentari fino, addirittura, alla posizione in cui il paziente si pone per addormentarsi.

Un buon medico va quindi alla ricerca delle cause, perché solo conoscendo le cause (ed eliminandole o semplicemente correggendole) si può ristabilire il giusto equilibrio dell’organismo.

L’OMEOPATIA CONSIDERA L’INDIVIDUO NELLA SUA TOTALITA’

Quella che viene chiamata Omeopatia Unicista ha una visione olistica del nostro corpo; essa considera l’individuo un sistema interdipendente di equilibri elettromagnetici e di forze. Il giusto interscambio di forza, di energia e di sostanze tra le varie parti del nostro organismo, è considerato uno stato salutare. Uno squilibrio in questo processo si manifesta con dei sintomi che, studiati attentamente, possono ricondurre alle cause, e sarà proprio agendo sulle cause che il medico omeopata aiuterà l’individuo a recuperare una condizione di salute.

I MEDICINALI OMEOPATICI

La differenza sostanziale tra i farmaci omeopatici e quelli allopatici è che i primi riequilibrano l’intero sistema psico-fisico, mentre i secondi mirano ad alleviare solo i sintomi. Il fondatore dell’omeopatia, il dottor Hahnemann, sperimentò personalmente gli effetti di molte sostanze su migliaia di pazienti. Con l’aiuto di collaboratori e medici raccolse i risultati della sperimentazione di un certo numero di sostanze. Hahnemann arrivò così a porre le basi di una teoria delle “Leggi di guarigione” in modo da poter disporre di un certo numero di rimedi da offrire ai malati.

SIMILIA SIMILIBUS CUREANTUR

I medicinali omeopatici, composti da microdosi di sostanze di origine minerale, vegetale o animale, stimolano la guarigione naturale secondo il princìpio che vuole che “il simile cura il simile”. In pratica, somministrando al paziente delle dosi infinitesimali di un elemento con caratteristiche simili a quello che ha generato la malattia, si va a stimolare le difese immunitarie della persona; si tratta di un princìpio simile a quello dei vaccini.

Il nostro organismo dispone già di difese immunitarie. Qualora queste, per un motivo o per l’altro non funzionano più correttamente, con l’aiuto dei “rimedi” omeopatici si può stimolarle positivamente al fine di recuperare un normale stato di salute. Sapientemente consigliati, i rimedi omeopatici, ridonano al corpo la sua vitalità e la conseguente capacità di affrontare un disturbo o una malattia.

Continua. (5)

martedì 24 marzo 2009

SCHIAVI IN CASA PROPRIA (4) - L'IMPOVERIMENTO AGRICOLO IN ITALIA



Abbiamo già parlato di Vandana Shiva. La scienziata indiana è stata ospite, nel 2008 a Torino, all'appuntamento annuale di Terra Madre (un'Associazione internazionale Slow Food nata in Italia, che attualmente coinvolge 130 Paesi dei Cinque Continenti).

Abbiamo anche parlato delle Multinazionali. Queste hanno le "mani in pasta" in tutti i settori. La Monsanto, per esempio, opera nel campo farmaceutico, agrochimico, dei fertilizzanti ed erbicidi, nonché degli OGM.

Se non erro, quasi la totalità del mercato del frumento e della soia è nelle mani di cinque Multinazionali: Cargill, Continental, Louis Dreyfus, Bung & Born, André Toepfer. Un vero e proprio Monopolio Mondiale.

Queste si permettono il lusso di fare quello che vogliono, in nome dei loro interessi, e non si fanno scrupoli di impoverire intere nazioni o inquinare il Pianeta. Tanto per dirne una, la Monsanto è stata accusata di aver scaricato, in Gran Bretagna, una gran quantità di rifiuti tossici (scarto di lavorazione industriale).
L'operato di questi signori non danneggia gravemente solo i Paesi del Terzo Mondo, ma l'intero Globo.

LA SITUAZIONE AGRICOLA ITALIANA

Prendendo spunto da un articolo di Eleonora Serrati (Terra Nuova, febbraio 2009), passo alcune informazioni: "Cento anni fa in Italia si coltivavano 400 varietà di frumento, oggi gran parte del pane e della pasta che consumiamo provengono da non più di dieci". La frutta non se la passa molto meglio.

In poche parole, il nostro patrimonio di varietà vegetali (frutto di millenni di fatica e di scambi con popoli stranieri) si è fortemente impoverito. Tutto questo a partire dagli anni '50, con l'avanzare dell'industrializzazione e della "politica" della Legge di Mercato.
Così, l'agricoltura è diventata un'attività sempre più disconnessa dall'ecosistema locale. A partire da quel periodo si è sviluppata un'agricoltura a carattere intensivo e a monocoltura. Legge del Mercato (e del Profitto).

Il problema dei semi ibridi riguarda anche noi. Ormai, quelle poche varietà coltivate sono rappresentate da sementi ibride. L'agricoltore è costretto ad acquistarle ogni anno, ad un costo vicino (se non addirittura superiore) al ricavo ottenuto dai raccolti.
Questo è quello che sta succedendo in Italia (e nel resto del mondo).

Pian piano, le Multinazionali, hanno ritirato i semi autoctoni ed imposto i loro (presentandoli come più restistenti e di maggior resa). Ma la cosa non è andata come ci hanno prospettato (in parole povere ci hanno presi per il culo). Fatto sta che questa gente sa fare bene i conti, i contadini, invece, un po' meno.
Molti di loro avranno visto sì aumentare le rese, ma non hanno considerato il massiccio uso di fertilizzanti ed erbicidi (obbligatorio e costosissimo), e la questione del "riacquisto" annuale di semi da piantare. Per non parlare dei mutamenti genetici a scapito della "buona qualità" di un tempo.

Io sono vissuto abbastanza per aver assistito in prima persona a questi cambiamenti. E, guarda caso, sono quasi eslusivamente vegetariano. Amo e conosco la frutta, la verdura ed i cereali (mio padre era un industriale del settore agroalimentare).
Ricordo bene il sapore e la qualità della frutta (forse meno bella a vedersi) e del pane di un tempo. Niente a che vedere con quella "roba" che ci propinano oggi.
Detto questo, riporto alcuni siti utili a chi volesse procurarsi semi non ibridi e tradizionali:
www.bavicchi.it - www.fousementi.it - www.franchisementi.it - www.ingegnoli.com - www.lortolano.com - www.semiorto.it - www.sgaravatti.net.

Fine.

domenica 22 marzo 2009

CAMPANE SENZ'ANIMA


DOVE SONO FINITI I CAMPANARI? QUEGLI UOMINI CHE, ANIMATI DA FEDE E SPIRITO DI DEVOZIONE, SUONAVANO CON ARTE E AMORE?


Anche questo è un segno del mutamento (in peggio) dei tempi.

Oggi tutto è sempre più "robotizzato", meccanicizzato...senz'anima.

Anche la Chiesa si adegua pian piano alla deleteria tendenza a "lasciar fare agli strumenti tecnologici". Proprio Lei (che ha fatto dell'Anima e della sua salvezza il suo "cavallo di battaglia") lascia che siano gli oggetti senz'anima a svolgere il compito dell'uomo. Secondo me vi sono "funzioni" che dovrebbero essere esclusivo appannaggio di uomini e donne "animati" da spirito di devozione.


Invece oggi suonare le campane (atto che ha sempre rappresentato in tutte le culture religiose un indispensabile ausilio dei riti religiosi) è un compito affidato a congegni ad orologeria. Congegni che ripetono "freddamente" sempre la "solita musica". E questo la dice lunga sul "sonno della coscienza" che afflgge l'umanità.


Suonare campane, campanelle ed altri strumenti è usanza veramente antica, antichissima. Dall'antica Mesopotamia all'Egitto, dall'India alla Cina e al Giappone, fino ad Israele e ai primi Cristiani, era d'uso accompagnare le funzioni con canti e strumenti musicali.

Nell'antica Roma, i primi Cristiani si servivano, nel celebrare segretamente il loro culto, di campanelle (dette Tintinnabula) suonate con bastoncini (i Sisti).

Con la nascita delle chiese, dopo che il Cristianesimo è divenuto culto ufficiale, si è sentita l'esigenza di grandi campane per segnalare alla comunità l'inizio delle funzioni religiose (oppure per scandire le ore della giornata o segnalare situazioni di pericolo).

All'inizio c'era una sola campana. Poi, man mano, sono stati progettati i campanili e le campane sono diventate due, tre, e a volte anche di più.

Fino a qualche decennio fa suonare le campane era un'arte che, seppure in molti casi aveva già perso la sacralità dei primi tempi, tuttavia era svolta da uomini devoti. Si trattava comunque di uomini che trasmettevano un po' dei loro sentimenti attraverso il suono delle campane.

Ma oggi?

Oggi lo fanno i congegni automatici.

Gli uomini hanno altro da fare...e intanto la loro anima dorme.



sabato 21 marzo 2009

YOGA - MI SCAPPA UN POST

Io sono un insegnante di Yoga.
Niente di eccezionale, per carità. Sono solo un insegnante di provincia. Non sono Iyengar. Non sono neanche un contorsionista, per me lo Yoga è altro.


Però conosco e faccio praticare un centinaio di Asana.
E sono dieci anni che aspetto di vedere qualcuno dei miei corsisti assumere la posizione di Padmasana (il Loto).


Padmasana

E mi chiedo: - Ma come si fa?
Come si fa a seguire per anni un corso di Yoga e non riuscire ancora ad assumere il Loto?
So bene che è solo questione di impegno. Tranne casi rari di persone eccessivamente obese, o con serie problematiche fisiche, conquistare una "posizione" è cosa accessibile a tutti.


Comunque non volevo parlare dei praticanti di Yoga, ma della gente comune.
Pensavo al fatto che su mille persone, forse una sola riesce a toccarsi i piedi (vedere foto).


Uttanasana

Per questo stavo per intitolare il post: "Uno su mille".
E non intendevo neanche fare riferimento alla posizione della foto (altrimenti avrei dovuto intitolarlo "Uno su un milione". Dico solo arrivare a toccarsi la punta dei piedi (a gambe tese).

E mi chiedo, ancora: "Ma come si fa?"
Come si fa a vivere in un corpo non sciolto, che non risponde ai tuoi comandi (o ai tuoi desideri)?
Un corpo rigido...che non collabora con la volontà? O, piuttosto: "Ha volontà chi non riesce a gestire il proprio corpo?"
Di quante cose è costretto a privarsi un simile uomo, o donna (o addirittura ragazzo)?
Possibile che non scatta qualcosa dentro che faccia dire: "...E no, cazzo! Così non si può vivere".
Non è possibile non riuscire a farsi cinque piani a piedi senza stramazzare al suolo. Non è possibile spostarsi in automobile per andare tre isolati più in là. No, questa non è vita!
Abbiamo un corpo che è la quint'essenza della creazione.
Allora usiamolo, cazzo!

giovedì 19 marzo 2009

FARMACI A CONFRONTO (4) - PARLIAMO ANCORA DI FARMACI ALLOPATICI




FARMACI GASTROINTESTINALI
Tra questi un farmaco molto diffuso è il LOMOTIL: la sua azione è ridurre il movimento degli intestini, infatti ne paralizza i nervi.
Anch’esso, come molti altri farmaci, ha delle componenti narcotiche, influisce quindi sul sistema nervoso e sull’umore.
Anche i farmaci usati per curare l’ulcera, i crampi intestinali e i disturbi urinari hanno componenti simili, nonché uguali "effetti collaterali”, che vanno dal torpore a veri e propri effetti narcotici.
BRONCODILATATORI
In genere vengono prescritti a pazienti affetti da asma perché aprono le vie aeree, donando così un immediato beneficio all’apparato respiratorio. La loro azione è indirizzata a stimolare il sistema nervoso simpatico perciò, elimina sì i sintomi dell’asma ma, contemporaneamente può provocare ansia, irrequietezza, eccitazione, insonnia. Una particolarità di questo farmaco è che causa dipendenza, poiché quando l’effetto della dose inalata finisce aumenta il senso di costrizione ai bronchi, ciò fa subito ricorrere ad altre dosi.

ANALGESICI
Di questa famiglia fanno parte molti degli antidolorifici che si trovano in commercio; essi hanno delle percentuali di sostanze oppiacee, perciò anch’essi portano a dipendenza, nonché altri effetti collaterali; uno di questi medicinali è il DARVON.
CAPSULE E COMPRESSE PER IL RAFFREDDORE
Tutti i tipi di questi medicinali in commercio hanno delle sostanze in comune: aspirina, antistaminici, analgesici, caffeina, ed altre ancora. Gli effetti nocivi sono quindi simili a quelli elencati precedentemente.
UN CONSIGLIO
Quando cominciate una terapia da farmaci se avete dei sintomi di sonnolenza, depressione, sogni insoliti, stati di ebbrezza, cambiamenti di umore, volontà debole, ecc., la causa potrebbe essere proprio l’assunzione di farmaci; per rendersene conto personalmente basterà sospendere l’uso dei medicinali.

Continua. (4)

mercoledì 18 marzo 2009

RICERCA INTERIORE - IL CORAGGIO DI ABBASSARE LE DIFESE NEI RAPPORTI INTERPERSONALI


Ricordate quando eravate piccoli?

Ma proprio piccoli piccoli, quattro, cinque, sei anni.

E ricordate l'innocenza di quel periodo?


Ci voleva un nonnulla, allora, per fare amicizia con altri bambini.

Ci poteva capitare di incontrare un bambino estraneo dappertutto: ad una festa, un matrimonio, in casa di amici o per strada. E noi, con estrema naturalezza, ci avvicinavamo dicendo: - Io mi chiamo P...e tu? - E dopo le presentazioni: - Vuoi giocare con me? -
Tutto lì, semplice!

Ci si prendeva per mano e si cominciava ad inventare ogni sorta di giochi. E quel bambino/a diventava, in quel momento, il nostro miglior amico.

Da bambini non avevamo paura di essere toccati, di essere criticati, giudicati, minacciati. Eravamo senza difese, innocenti.
Poi è arrivata l'educazione, l'indottrinamento, i "si fa" e i "non si fa". E' cresciuto il senso morale e quello dell'io e dell'altro. Si sono (meccanicamente e inconsapevolmente) formati i nostri gusti personali, la nostra morale e la soggettiva visione di noi stessi e della vita.
Si sono quindi strutturate le prime barriere divisorie tra noi e il mondo. Barriere mentali illusorie (per di più non scelte e non volute, ma subite passivamente) basate sull'apparente divisione tra noi e il mondo, tra noi e gli altri.
Queste "barriere" hanno preso la forma di "scomparti mentali" dove abbiamo inserito (ben catalogate ed etichettate) tute le diversità. Diversità di classe, di quartiere, di paese, di colore, di gusti, di opinione, ideologiche, religiose, politiche...

E vicino ad ogni etichetta vi abbiamo inserito un personale giudizio: - Amico, Nemico, Collega, Neutro, Stare in guardia...e cose di questo genere. - Fino al punto che...
Fino al punto che non riusciamo più a stare a tavola con qualcuno senza la "protezione" di queste barriere. Barriere che rafforziamo trincerandoci dietro un fiume di parole.

Per non stare lì, nudi e indifesi, di fronte al nostro commensale, ci mettiamo a parlare di politica, di calcio, di lavoro, di cronaca. Oppure sfoderiamo la storia della nostra vita (fingendo una apparente apertura verso l'altro). Parliamo dei nostri gusti e di mille altre cose.
Parole, parole, parole...cantava Mina un po' di anni fa.
Tanti bla, bla, bla che non fanno altro che tessere una trama intorno a noi. Un bozzolo in cui ci rifugiamo per non essere visti per quello che siamo, per non comunicare quello che sentiamo realmente in quel momento (magari la voglia di un contatto fisico, o di fuggire lontano).

Così ci chiudiamo in un bozzolo che, all'esterno, ci fa apparire secondo l'immagine che abbiamo saputo costruire con le parole e i gesti. Maschere.

Una immagine "costruita", appunto, per proteggerci e per schermarci da "presunti" attacchi.
I nostri rapporti, da adulti, non sono più rapporti di corpi (né tantomeno di cuori), ma rapporti di cervelli.
O meglio, di "schemi mentali e comportamentali". Incontri di Software.

Contatti superficiali che non lasciano tracce di vere emozioni vissute. Di veri momenti vissuti pienamente. Di un vero e profondo "contatto" con l'altro/a.
Ciò che resta, dopo un siffatto incontro (avendo rinunciato a guardarsi negli occhi e toccarsi nell'intimo) non è altro che un "sapore amaro" in bocca: il sapore di una occasione perduta.


lunedì 16 marzo 2009

IL DUBBIO - MA SIAMO SICURI CHE LA PRODUTTIVITA' A TUTTI I COSTI FACCIA BENE?

Che bella cosa la tecnologia.
Da quando sono nate le industrie (Inghilterra XVIII sec.) la parola d'ordine è stata: PRODUTTIVITA' E CONSUMISMO.


E pian piano sono nate industrie sempre più grandi, con decine di migliaia di persone alle dipendenze di industriali che servono sì il progresso dell'umanità, ma spesso anche gl interessi personali. Produrre e vendere è diventata un'ossessione, perché l'azienda deve dare profitto (anche quando il mercato è saturo di un certo prodotto).

ECCO COME CADE L'OBIETTIVITA' E IL BUON SENSO.
ED ECCO COME CI SIAMO RIDOTTI (CON LE AUTOMOBILI, PER ESEMPIO).



Come possiamo vedere, questa copertina non è neanche tanto recente (c'è da riflettere).
Mentre corriamo il rischio di soffocare sotto le lamiere, gli spot pubblicitari delle case automobilistiche (sinceramente quasi sempre bellissimi) ci propongono auto come "status symbol".
Oppure, ci fanno vedere guidatori solitari, che guidano estasiati in verdi paesaggi incontaminati o deserte citta. Sarà voluta la cosa? Mah!

Il dubbio Amletico, a questo punto, è: Produrre e consumare ad oltranza, o darsi un freno? Forse sarebbe più saggio cercare una "via di mezzo".
Certo, con la diminuzione della produzione aumenterebbe la disoccupazione, calerebbe il PIL di molte Nazioni con grandi case automobilistiche, e via dicendo. Ma qualcosa biosogna pur fare.
Intanto perché non cominciare dall'AUTOGESTIONE DELLE PROPRIE RISORSE? Dico tenere a freno un po' di più il periodico "incontrollato bisogno di shopping". Sfruttare un po' di più la vecchia auto, il telefonino e mille altri prodotti di consumo.
O no?


domenica 15 marzo 2009

UOMINI SPECIALI - GIORDANO BRUNO E LE OMBRE DELLE IDEE


Quando si pensa a Giordano Bruno, di solito, lo si associa alla sua formidabile memoria, al carattere ribelle o alla morte gloriosa (scelse il rogo pur di non tradire la Verità in cui credeva).

Vissuto in un'epoca oscura, il XVI secolo (non che oggi stiamo tanto meglio), Giordano Bruno: il monaco spogliato, filosofo, mago, uomo di raffinato pensiero (ma anche di azione), combatté l'ignoranza in tutte le sue forme.

LE COSE CREATE SONO OMBRE DELLE IDEE

Questo grande pensatore e osservatore, tenuto in grandissima considerazione da re, regine e uomini dotti del suo tempo (ma anche odiato perché il suo libero pensiero era una minaccia per i "poteri" costituiti), tolse il velo ad alcuni dei misteri della creazione e della natura umana. Il suo pensiero era perfettamente in linea con quello dei massimi filosofi del passato (tra cui Plotino).

Nel De Umbris Idearum (Le ombre delle idee), Giordano Bruno ci dimostra che l'essere umano è solo un'ombra della Realtà. Come tale, egli ha in sé sia le qualità della Luce e dell'Intelletto (il primo piano dell'Essere) che quello dell'Oscurità (l'ignoranza).
L'OMBRA NASCE DALL'AZIONE DELLA LUCE SULLA MATERIA


Più la materia su cui agisce la luce è opaca, più è densa l'ombra. Al contrario, l'ombra di un velo trasparente può essere appena percettibile.
L'uomo può scegliere. Se sceglie la Luce (intesa anche come Verità, Conoscenza, Intelligenza) egli si eleva ai supremi livelli dell'Essere (Dio, la Luce). Se, invece, resta attaccato esclusivamente alla vita corporale e sensuale, l'uomo-ombra non riesce a beneficiare di una intelligenza superiore (prerogativa dell'Essere).
Da qui la necessità di imparare a dominare gli istinti inferiori, coltivando quelle Arti e quelle Scienze che aiutano ad elevarsi verso il "bene" dell'intelletto (il Nous di Plotino).
TUTTO CIO' CHE ESISTE HA ORIGINE DALLE IDEE
Mostrandoci una scala di "valori" che si generano l'uno dall'altro, Giordano Bruno ci fa capire come gli oggetti (e le nostre stesse opere) siano frutto delle idee. Tutto ciò che esiste è stato prima un'idea (nel regno dell'Intelletto). Da lì hanno preso forma i pensieri, le parole e le opere, arrivando a plasmare la materia densa.
Un capo d'abbigliamento, per esempio, è stato prima un'idea nella mente dello stilista, mentre il "materiale" che lo compone era tutt'altro.
Le idee muovono mari e monti. Possono creare o distruggere, generare amore o divisione. Le idee possono influenzare il destino di intere nazioni.
SEMPRE LE IDEE, POSSONO AIUTARCI AD ELEVARCI AI SUPREMI LIVELLI DELL'ESSERE.
DA QUI L'IMPORTANZA DI DIVENIRE COSCIENTI DELL'ENORMO POTERE CHE LE IDEE HANNO SULLE NOSTRE VITE.
IMPARARE A GESTIRLE E, SOPRATTUTTO, A NON FARSI FACILMENTE INFLUENZARE DALLE IDEE DEGLI ALTRI.

venerdì 13 marzo 2009

SCHIAVI IN CASA PROPRIA (3) - I PERICOLI DELLA GLOBALIZZAZIONE




Stavamo parlando di Vandana Shiva, delle Multinazionali e delle loro "strategie" politiche economiche. Queste aziende Transnazionali stanno cambiando la faccia del Pianeta (in peggio, naturalmente).

Vandana Shiva (che nel 1993 ha ricevuto il Premio Right Livelihood Award, simile al Nobel per la Pace), nel 1992 ha fondato l'associazione Navdanya, per contrastare il crescente "monopolio" agricolo delle Multinazionali.

Navdanya (nome che fa riferimento al rituale indiano dei "nove semi") nasce con l'intento di proteggere il diritto dell'umanità alla biodiversità, all'acqua e al cibo, attraverso un'agricoltura sostenibile e non violenta.



Uno dei punti a cui Vandana Shiva ha dedicato maggior attenzione è stato quello di recuperare, catalogare e proteggere, quante più possibili varietà di semi autoctoni per contrastare il "subdolo" gioco delle Multinazionali. Queste, infatti, da molti anni stanno ritirando dal mercato i semi "naturali" sostituendoli con i propri (OGM). Semi, questi, che non possono essere riprodotti (perché sterili) costringendo ogni anno, i contadini, a dover ricomprare "da loro" i semi.

Secondo Vandana Shiva "I brevetti di varietà ibride consentirebbero alle Multinazionali di appropriarsi di saperi millenari, ed espropriare progressivamente i contadini del loro sapere".


I punti "chiave", sui danni delle Multinazionali, denunciati dalla scienziata sono più o meno questi:
1) Desertificazione del territorio agricolo (a causa delle Monocolture);
2) Indebitamento dei contadini;
3) La distruzione della Biodiversità;
4) La questione del brevetto;
5) La questione del Golden Rice (il riso "inventato" dalle Multinazionali);
6) Povertà e Globalizzazione;
7) I danni degli OGM.

La Globalizzazione è la trovata "geniale" di queste aziende Transnazionali. Infatti (e sotto tutto questo vi è sicuramente un "potere occulto mondiale"), questi signori sono diventati così potenti da togliere potere economico ai Governi. Ogni singolo Governo deve solo limitarsi ad "amministrare" l'ordine interno di una Nazione. All'economia mondiale ci pensano loro.


A proposito della Globalizzazione Ulrich Beck, sociologo e scrittore tedesco, dice in un suo saggio: "...La Globalizzazione sta dando potere ad aziende transnazionali (le Multinazionali). Queste possono influenzare notevolmente la politica di un Paese, la sua economia ed ogni aspetto della società...Lo Stato non può più dettare regole alle Multinazionali capaci di raggirare, con la loro influenza, ogni barriera...allo Stato viene chiesto solo di garantire l'ordine interno...La Globalità è la percezione di vivere in una società globale. La società non è più limitata allo Stato, ma al Globo. La Globalizzazione ha messo in moto un processo irreversibile, in cui gli Stati perdono importanza rispetto alle Multinazionali..."


Chiarooo?


E concludo con le parole di Gandhi:
"Noi possiamo sopravvivere come specie solo se viviamo in accordo con le Leggi della Biosfera. La Biosfera può soddisfare i bisogni di tutti, se l'economia globale rispetta i limiti imposti dalla sostenibilità e dalla giustizia. La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di alcune persone".


Continua. (3)

mercoledì 4 marzo 2009

SCHIAVI IN CASA PROPRIA (2) - LE BATTAGLIE DI VANDANA SHIVA




Abbiamo accennato a come le Multinazionali stanno impoverendo il nostro Pianeta (e gonfiando le loro tasche). Sono migliaia le specie animali e vegetali in estinzione. Molte di queste stanno scomparendo per mano dell'uomo.
Le varietà di frutta e cereali "offerte" dalla Natura stanno diminuendo paurosamente, ma quasi nessuno ci fa caso. Stiamo diventando sempre più miopi e, spesso, non vediamo neanche di striscio problemi enormi come montagne.
Quello della vertiginosa riduzione delle varietà di semi di frumento è uno di questi problemi enormi. E riguarda anche l'Italia (come vedremo).
Qualcuno sta lottando (organizzazioni, comunità, singoli individui). Ma sembrano tanti piccoli Davide contro altrettanti "giganti" Golia: le grosse aziende transnazionali (le Multinazionali, per l'appunto).
Una di questi "Davide" è Vandana Shiva. Una donna strabiliante. Pur essendo uno scienziato (laureata in Fisica quantistica in Occidente), anziché la vita "comoda" di tanti pseudoricercatori, ha deciso di dare battaglia ai giganti dell'economia mondiale.
Tutto è nato al ritorno in patria (il nord dell'India). Vandana pensava di ritrovare la terra verde e fertile che aveva lasciato molti anni prima (un po' come nella "Via Gluck" di Celentano), invece cosa si ritrova? Un groviglio di strade, miseria, polvere e smog. Indagando, si rese conto che la causa di tanto sfacelo era stato il "cosiddetto" aiuto della Banca Mondiale. Andando più a fondo scoprì che le Multinazionali avevano stravolto completamente l'agricoltura locale. Molte varietà di riso Basmati erano state letteralmente cancellate dalla faccia della Terra dalle Multinazionali. In cambio, queste, offrivano (e lo fanno tutt'ora) il Golden Rice. Questa è una varietà (OGM) creata da loro, con la particolarità (come tutti i semi prodotti dalle multinazionali) di non potersi riprodurre.
In pratica, i contadini devono andare a bussare alla loro porta ogni anno, per poter riseminare il riso.
Risultato?
I contadini si sono impoveriti oltremisura (con alto numero di suicidi), perché il riso venduto dalle Multinazionali è carissimo.
Così, Vandana Shiva, insieme ad un gruppo di collaboratori, nel 1982 ha fondato il Centro per la scienza tecnologica e politica delle risorse naturali.
Continua. (2)

martedì 3 marzo 2009

RICERCA INTERIORE - LE TRAPPOLE DELL'IDENTIFICAZIONE




Il principale obiettivo delle Scuole di Ricerca Interiore è la "conoscenza di se stessi". Naturalmente, in questa "ricerca" si incammina solo chi desidera fortemente volersi conoscere più a fondo.

Paradossalmente, la "ricerca di sé" passa attraverso la compresione di "ciò che non siamo".

Il Ricercatore, usando le "tre osservazioni" (uno dei metodi usati da Gurdjieff), ed altre tecniche, diventa sempre più consapevole delle "identificazioni". Quello delle tre osservazioni è un processo attivo, lungo ma affascinante, che porta pian piano a fare "luce" sulle mile trappole dell'identificazione. Liberarsi dalle identificazioni (o almeno riconoscerle come tali) è di vitale importanza, per qualunque essere umano. Perché queste sono alla base di tutte le problematiche psicofisiche che tormentano l'uomo.
Ma cos'è l'identificazione?
L'identificazione è assumere una identità, indossare una maschera e credere di essere quel personaggio. Le conseguenze, quando non se ne è consapevoli (infatti le maschere si possono anche indossare consapevolmente, con altri effetti) sono disastrose.
L'identificazione è credere di essere Tizio e Caio, di appartenere ad una certa famiglia, nazione, stato sociale, ecc.

Prendiamo un bambino, per esempio. Se questo nasce in Palestina, viene "influenzato" a pensare di essere Mussulmano e ad odiare gli Israeliani. Ma non solo. Si identificherà con la famiglia in cui è nato, col loro grado sociale, le abitudini e via dicendo. In pratica, gli si costruirà attorno una "griglia" invisibile fatta di mille scelte (e loro conseguenze) dovute all'identificazione.
Se lo stesso bambino (per una svista della Cicogna) fosse nato dall'altra parte della barricata, quel bambino avrebbe avuto un altro nome e altri genitori. Il piccolo sarebbe stato educato con altri criteri e condotto a "credere" in altre cose. Un altro destino, altre identificazioni.
Ma l'essere umano, uomo o donna che sia, è prima di tutto un uomo. L'uomo non è Israeliano, Palestinese, il ragionier Tizio o l'onorevole Caio. Proviamo a pensare alle mille conseguenze dell'identificazione: operai contro datori di lavoro, ricchi contro poveri, uomo contro donna, una religione contro l'altra, un partito politico contro l'altro. La catena delle identificazioni è infinita.
Provate a fare un semplice gioco di immaginazione: mettetevi nei panni di qualcun'altro. Provate a vivere (come ipotesi) una vita che non è la vostra. Immaginate...che ne sò, di essere nati in Afghanistan. E ripercorrete tutta la vostra esistenza di piccoli Afghani.
E alla fine chiedetevi....Ma chi sono Io?
Cos'è l'Io?
Una volta sfogliata tutta la "cipolla" delle identificazioni, una volta liberi dalla trappola delle identificazioni, cosa resta di me?
Ehh, lo so! Ci vuole fegato per arrivare a tanto.

Forse si riferiva a questo l'insegnante Sufi Hakim Sanai quando disse: "Gli uomini si avvolgono la propria rete attorno, mentre i leoni fanno a pezzi la propria gabbia".

lunedì 2 marzo 2009

FARMACI A CONFRONTO (3) - FARMACI ALLOPATICI




COS'E' UN FARMACO?


Il farmaco è un composto naturale, chimico, o di sintesi. Può essere somministrato agli uomini (ma anche ad animali) solo dopo una accurata diagnosi. Il suo scopo è di prevenire (o curare) una qualunque malattia, oppure migliorare una condizione patologica o fisiologica.


FARMACI ALLOPATICI

Sono i farmaci creati in laboratorio, quelli che chiamiamo: “le medicine”; questi si basano su un’azione di cura che sfrutta i princìpi contrari a quelli che hanno provocato una malattia. Il più delle volte si limitano a far scomparire i sintomi, ma non le cause di una malattia. Di solito hanno forti componenti chimiche, artificiali.

Il farmaco, così com’è descritto nei dizionari, dovrebbe essere dotato di virtù terapeutiche.
Da un po’ di anni vi è un crescente allarme riguardo all’uso indiscriminato di farmaci allopatici. Il motivo è che sono spesso costituiti da composti chimici che possono avere, sul nostro organismo, effetti collaterali molto dannosi, come l’intossicazione o la disfunzione ormonale.


ANTISTAMINICI

Questi farmaci agiscono su una sostanza endogena (cioè prodotta dal nostro stesso organismo): l’istamina, con lo scopo di combattere o eliminare i sintomi delle allergie. Si tratta di farmaci molto forti che, influendo su vari apparati dell’organismo, procurano effetti collaterali come:
· alterazione di stati d’animo
· depressione
· apatia
· incapacità di ragionare chiaramente
· mal di testa, ecc.

Gli antistaminici sono presenti in molti altri farmaci usati per scopi diversi.


CORTISONE E AFFINI

Il cortisone è un ormone naturalmente prodotto dalle ghiandole surrenali. Di solito quelli in commercio sono sintetici e servono a ridurre le infiammazioni, alcune reazioni allergiche, ecc. Non di rado i medici li prescrivono con leggerezza, come per irritazioni o mal di schiena.
Il cortisone chimico (della famiglia degli steroidi) anche in dosi blande può sconvolgere l’equilibrio biochimico dell’organismo.

Il cortisone sintetico è un prodotto tossico, perciò può influenzare negativamente il sistema nervoso e le funzioni psicologiche portando a:
· euforia estrema
· depressione
· comportamento irregolare e illogico
· nervosismo
· insonnia
· psicosi e manie suicide

Questo tipo di farmaco si dovrebbe usare con cautela e solo per malattie gravi.

Continua. (3)

domenica 1 marzo 2009

FARMACI A CONFRONTO (2)



Msg. n. 25
Inviato da sagitta55 alle ore 12:53 del giorno 05/02/2009

L CORPO MANDA SEGNALI

Il nostro corpo, con la sua saggezza, ci manda dei segnali molto chiari (i sintomi), basta saperli ascoltare ed interpretare.
Il corpo può reagire in vari modi per liberarsi dal disturbo: la diarrea, il mal di pancia, la febbre, il vomito, l’inappetenza; questi ed altri messaggi appartengono al linguaggio del corpo. Linguaggio che l’uomo moderno sembra avere dimenticato come interpretare. Di conseguenza scambiamo queste reazioni naturali del corpo per malattie.

Mettiamo la febbre: con essa il corpo sta reagendo proprio ad una malattia; perciò si dovrebbe piuttosto fare in modo di non ostacolarla. Invece facciamo di tutto per farla subito "scendere", anziché favorire il suo libero decorso. In caso di febbre sarebbe di enorme aiuto praticare un digiuno, come raccomandava persino il padre della medicina moderna, Ippocrate, nel suo trattato: “Il regime nelle malattie acute”.

La febbre non è una malattia, ma una naturale reazione del corpo per combattere una infezione o l’aggressione da parte di agenti nocivi.

Così come le allergie, che sono dovute ad uno stato di intossicazione del corpo. Si dà poca importanza all’intossicazione come condizione che favorisce l’indebolimento dell’organismo e la comparsa di una disfunzione che chiamiamo “malattia”. Non bisogna pensare che gli intossicati siano solo gli alcolizzati, i drogati, o i minatori e gli operai delle fabbriche metallurgiche: siamo tutti più o meno intossicati.

LA SAGGEZZA DEL CORPO

Il corpo ha la sua saggezza e se non lo ostacolassimo, nel tentativo di ristabilire la sua naturale condizione di salute quando si sente intossicato o alterato, esso recupererebbe facilmente la condizione ideale. Dovremmo quindi imparare ad ascoltare i sintomi e comprenderne le cause, e non ricorrere subito ai medicinali senza rimuovere la causa.

I medicinali dovrebbero essere l’ultima risorsa a cui ricorrere, usandoli il minimo indispensabile, perché sono veleno per l’organismo.


Continua. 2

RICERCA INTERIORE: DIVENIRE CONSAPEVOLI DEL PENSIERO MECCANICO



ECCO COME FUNZIONA IL NOSTRO PENSIERO MECCANICO, INCONSAPEVOLE ED ASSOCIATIVO.
MEGLIO FARE UN PASSO DI LATO E...GUSTARSI UN BIRRA FRESCA!