lunedì 25 novembre 2013

Ognuno di noi è potenzialità illimitata


Ognuno di noi è potenzialità illimitata.

Dirò di più.

Ad ogni istante ognuno di noi ha illimitate possibilità di azione, di movimento e di esperienza, siano esse fisiche, mentali o emozionali.

Non c’è limite a quello che potremmo intraprendere a partire da questo preciso istante. Questo è possibile in quanto l’essere umano non è statico, ma un flusso energetico-coscienziale in costante movimento-trasformazione.

Pensiamoci bene e osserviamoci in questo preciso istante: possiamo muovere una mano in molti modi, cambiare posizione corporea, respirare più profondamente o smettere per alcuni istanti di respirare. Possiamo fermare la lettura e parlare con qualcuno, andare a bere un bicchiere d’acqua o fare qualcos’altro.

A partire da questo preciso istante non c’è limite a quello che possiamo decidere di fare. E questo in ogni istante della nostra vita.

In un qualunque istante possiamo decidere di partire per un viaggio (verso qualunque meta), o decidere di “viaggiare” leggendo un libro, guardando un film o con la fantasia.
Da questo punto di vista possiamo considerare la vita intera come un viaggio, un viaggio “esperienziale” dalle infinite varianti sensoriali e cognitive.

E se scorgiamo dei limiti, nella nostra vita, di sicuro siamo noi a stabilirli.

Noi siamo ciò che pensiamo di essere, e se non facciamo qualcosa è solo perché ci siamo auto-convinti che non possiamo farla (forse perché inusuale, non convenzionale, immorale, fuori dai nostri schemi o da quelli collettivi, perché abbiamo paura della novità o semplicemente perché siamo pigri).

Insomma: i limiti sono nella nostra mente, siamo chiusi nei gusci dei nostri schemi mentali, di conseguenza preferiamo scegliere la sicurezza di schemi mentali e comportamentali ripetitivi piuttosto che concederci il lusso (anche se pieno di incognite) di uscire dal guscio e lasciarci andare al flusso di una vita aperta a tutto tondo.

Da questo punto di vista possiamo affermare che l’illimitata o limitata potenzialità è tutta una questione di scelta tra l’essere e il non-essere.

Come afferma Hocking: “…Sii ciò che sei. Cioè, sii nell’azione ciò che sei nella realtà”.

Sii te stesso, insomma!

Riflettendo a fondo su questa semplice frase possiamo scorgere nel “non-essere” la radice di molti mali e patologie psicologiche che tanto affliggono l’uomo moderno: spersonalizzazione, crisi d’ansia, depressione, confusione mentale, frustrazione, aggressività, senso di impotenza, insicurezza e molto altro.

Nel tantrismo l’infinita potenzialità di espressione e sperimentazione da parte di un qualunque essere-individuo, a partire dall’attimo presente, è rappresentata dal punto (bindu) al centro degli  yantra (diagrammi geometrici), o (nel tantrismo buddhista tibetano) è rappresentato anche dalla sfera (tig-lé) al centro del vajra (dorje).



A mio avviso questi sono dei simboli interessantissimi da studiare, in quanto dispiegano un intero universo di profondissime conoscenze psicologiche e spirituali - di carattere sia individuale che universale e atemporale - che ben spiegano la natura di tutta la realtà e…dell’infinita potenzialità che può essere espressa, ad ogni istante, da ogni uomo o donna che decida liberamente di andare “più a fondo” nell’apprezzamento delle esperienze che incontra (o che sceglie di fare) nella propria vita.

A questo riguardo voglio spendere qualche parola per meglio chiarire il mio punto di vista riguardo all’ “apprezzamento dell’esperienza”.

Generalmente si dà valore solo a quelle esperienze che in un modo o nell’altro ci hanno colpito particolarmente, cioè quelle “forti” esperienze che hanno scosso qualcosa dentro di noi.  

Le “comuni” esperienze, invece, di solito vengono vissute nella più tranquilla indifferenza, lasciandole scivolare nell’oblio di “ciò che non merita attenzione”.
Si dimentica che qualunque sensazione è già un’esperienza.

Questo atteggiamento, a mio avviso irrispettoso e insensibile verso la vita e verso noi stessi, analizzato più in profondità esprime la nostra dipendenza dalla forza di attrazione-repulsione (o amore-odio), ed è la causa di un forte senso individuale di insoddisfazione, di noia e di isolamento dalla totalità della vita (oltre che di molti disagi sociali).

In poche parole ci impoverisce, ci immiserisce.

Mi spiego meglio: se non apprezziamo comuni atti quotidiani come respirare, bere un “semplice” bicchiere d’acqua, camminare, guardare ciò che abbiamo sotto gli occhi, sdraiarsi, sedersi, mangiare, toccare, odorare…e un milione di altre “comuni” esperienze e sensazioni a cui normalmente non facciamo caso, ci stiamo privando di preziosi momenti di vita che sommati assieme formano la quasi totalità delle nostra esistenza.

Per tutto quel tempo noi è come se non fossimo esistiti.

Per vivere, per esistere pienamente, bisogna addestrarsi innanzitutto ad essere “sempre” presenti. Non vi sono esperienze non degne di essere vissute.

Questa considerazione (tra le altre) è alla base di tutte le tradizioni di Ricerca Interiore (come lo Yoga, lo Zen, il Buddhismo Tibetano…).

La Ricerca comincia col dare la massima importanza ad un “addestramento” al vivere con “presenza” ogni istante.

Attraverso questo “addestramento alla presenza” pian piano possiamo imparare a “fluire con consapevolezza” sulle ali del Tempo (perché gli istanti non esistono, la divisione del tempo in istanti è solo una convenzione linguistica e simbolica), fino a realizzare che noi stessi siamo una delle infinite espressioni del Tempo.

Grazie alla “presenza” sperimenteremo in modo sempre più vasto l’unità di fondo tra noi e l’esistenza, esattamente come ogni onda sente di far parte di un unico oceano.
Fino a scoprire che noi siamo il Tempo, un Tempo che ad ogni istante può esprimere infinite potenzialità.

Se ciò non avviene nelle nostre vite dobbiamo indagare nella nostra “mancanza di presenza” e nella consapevolezza ristretta e limitata da abitudini, ideologie e opinioni (le idee che ci siamo fatti della vita e di noi stessi).

Se noi pensiamo di essere limitati vivremo nella prigione di spazi esperienziali ristretti, ma se capiremo che i  limiti sono solo nelle nostre rigide  strutture ideologiche e nei comportamenti abitudinari, quelle stesse “strutture” (le idee, le convinzioni, le opinioni)  perderanno  influenza sulla nostra coscienza e, svanendo come neve (al sole della consapevolezza liberata), riveleranno tutto il loro carattere illusorio di semplice miraggio.

Allora saremo liberi di spaziare.


Solo allora potremo realizzare più in profondità la verità dell’affermazione “ognuno di noi è potenzialità illimitata” e farne buon uso, perché si libererà una grande energia dentro di noi.