sabato 24 novembre 2012

HUMANI NIL A ME ALIENUM PUTO




Ecco un altro testo che non può assolutamente mancare nella biblioteca di un "ricercatore".

Leggendolo sono tornato indietro nel tempo, a quando leggevo (pardòn: studiavo) i libri di Gurdjieff e di Ouspensky, afferrando solo alcuni concetti - forse perché ero giovane io, o forse perché quei libri mancavano di una coerente "progressione" nell'esposizione su come deve procedere un aspirante "ricercatore di verità".

In questo testo, invece, ho trovato una linearità quanto mai rara in uno scritto che dovrebbe accompagnarci nel difficile "viaggio" della ricerca.

E basta dare un'occhiata a una parte dell'indice degli argomenti trattati per averne un'idea: Sono un uomo - La progressione interiore - La caratteristica principale - L'essere in evoluzione - La falsa personalità (i personaggi) - L'"io" (il mucchio selvaggio) - Il lavoro su noi stessi - Il maggiordomo - Il lavoro sulla falsa personalità - La resistenza - Le maschere - Gli ammortizzatori e le debolezze - Il lavoro con le triadi - Azioni e triadi - Il koshi - L'intuizione - Evitare la triade sbagliata - L'identificazione nell'apprendimento... - La scala della materia... - Gli idrogeni... - Le emozioni negative... - Identificazione... - Il mentire... - Le Legge del Tre... -.

Insomma: ciò che è esposto in questo libro mi ha lasciato pieno di stupore e di gratitudine. 

Eppure non sono nuovo nella "ricerca", sono ben trentacinque anni che ricerco (e spero non finirò mai: sto cominciando a provarci gusto). 

Leggendo mi sono reso conto che chi scriveva non esponeva un sapere di "seconda mano", e questo, secondo me, si può "intuire" leggendo un libro.

Dal libro:

L'intuizione

- Abbiamo fin'ora indicato tre tipi di triadi. Possiamo identificare una quarta in ciò che ordinariamente indichiamo come invenzione, scoperta, intuizione.

In particolare l'intuizione è data dalla ripetitività. Per accedere a qualcosa di nuovo - a un'ottava superiore - dobbiamo "spezzare un cerchio", produrre uno shock, uno stop, che ci faccia fare un "salto".

Occorre quindi prima girare a lungo lungo il perimetro di un cerchio (che sia una nenia, una tecnica ripetuta, un kata, un processo mentale, una struttura emotiva...). I mantra funzionano in questo modo: innestano un processo circolare di ripetitività dentro il quale, ad un certo punto, è possibile trovare un punto di rottura.

La meccanica ripetizione di gesti, il rituale dell'azione replicata di continuo, a un certo punto generano la possibilità di intuire dove è il punto che può migliorarci e aiutarci a effettuare il "salto" che costituisce il cambiamento.

Naturalmente si può rimanere imprigionati tutta la vita nel gesto meccanico. E' quello che avviene la maggior parte delle volte...Il desiderio di cambiare, di non accontentarsi mai, di migliorare, deve naturalmente essere il movente principale per poter accedere al cambiamento...Altrimenti potremo anche acquisire una buona tecnica, diventare anche perfetti nell'esecuzione, ma senza introdurre mai nulla di nuovo.
Senza crescere, dunque. -

Hvmani mil a me alienvm pvto, Anonimovs, Adea Edizioni







domenica 18 novembre 2012

Una scena indimenticabile





Sono passati diversi anni, ormai, da quando ho assistito ad una scena di quelle che lasciano il segno.
Più di una scena si tratta di un episodio.

Ricordo che ero di ritorno da un mio viaggio al Nord percorrendo l'autostrada e, come faccio spesso quando viaggio, mi sono concesso una divagazione.

Sono quindi uscito dal percorso "lineare" per andare ad esplorare una cittadina del Centro Italia, e poiché quando ho raggiunto la città era ora di pranzo, ho cercato un buon ristorantino in centro.

Ed è appunto in quel ristorante che è successa una delle cose più incredibili a cui mi sia capitato di assistere.

Seduti ad un tavolo vicino al mio avevano appena iniziato a pranzare due uomini: uno era un giovane sulla quarantina, l'altro superava sicuramente i sessant'anni.

Entrambi erano ben vestiti, si vedeva chiaramente che erano uomini d'affari. Soprattutto quello più anziano. Questo, infatti, aveva l'aria di essere molto ricco e borioso, di quella specie di ricchi che pensano di poter comprare tutto coi soldi.

L'altro aveva l'aria di essere un professionista, ma non riuscivo a cogliere in cosa. Però aveva l'aspetto di una persona "integra", non saprei come altro definire ciò che mi trasmetteva.

Per via della vicinanza, pur nel trambusto del locale, cominciai a cogliere parte dei loro discorsi.

Per non stare a farla lunga dirò solo che il vecchio stava cercando di corrompere il giovane che ricopriva un ruolo di prestigio in una azienda concorrente.

Giovane: - Posso chiederle perché mi ha invitato a pranzo? Ha detto che ha un lavoro da offrirmi. -

Uomo anziano: - Sicuro! E poiché sono una persona di poche parole ti dico subito che ho intenzione di farti fare carriera. -

Giovane: - Ma io ho già un lavoro, anche piuttosto prestigioso, lei dovrebbe saperlo. -

Anziano: - Certo che lo so. So anche quanto guadagni se è per questo.

Giovane: - Ma...

Anziano: - Ma so anche che hai l'età giusta per fare carriera...di diventare "veramente" ricco. E forse se non approfitti ora non  ti sarà concessa una seconda occasione dalla vita. Tu sai chi sono io, vero?

Giovane: - Sì...-

Anziano: - E saprai anche che ho molte aziende nei settori più diversificati. -

Giovane: - Sì, lo so. -

Anziano: - Allora: quello che voglio da te è avere delle informazioni, diciamo...."segrete" sui piani di produzione dell'impresa per la quale lavori. Questo è quanto, né più né meno. -

Giovane: - Ma io lavoro in quell'azienda da quindici anni, e sono sempre stato trattato come un figlio dal titolare. Poi la mia etica personale, la dignità...il senso di lealtà....-

L'anziano, interrompendolo bruscamente: Etica, dignità, lealtà.....ma in quale mondo vivi ragazzo? Di questi tempi ciò che conta sono i soldi, avere una posizione stabile, sicura. Tutto il resto sono cose per "filosofi"...-

Giovane: - Lei pensa di poter comprare tutto coi soldi? -

Anziano (un po' indispettito): - Non c'è nulla che non possa permettermi: donne, case, abiti....viaggi. Posso comprare tutto, anche il cuore delle persone. -

Il dialogo che sto descrivendo si svolse durante tutto il pranzo, tanto che si era arrivati al dolce.

Io osservavo attentamente, sempre più incuriosito ma senza farmi notare, le espressioni delle due figure.
Dopo quest'ultima frase vidi il volto del giovane farsi dubbioso. Sembrava stesse cercando una soluzione a quella situazione chiaramente "indigesta" per lui.

A un tratto il giovane chiamò la cameriera e si fece portare un contenitore da cucina.

Dopo che la giovane - visibilmente stupita - ebbe lasciato il contenitore davanti al giovane, questi si mise le dita in gola e vomitò tutto il pranzo nel recipiente.

La scena non sfuggì a nessuno dei presenti, tanto che ci fu un momento di scompiglio generale, con mormorii e rumori di sedie che si muovevano.

In tutta questa agitazione generale, il giovane, con aria assolutamente calma, si asciugò la bocca sotto gli occhi attoniti dell'anziano "riccone" e disse: - Tutto quello che lei mi ha offerto è in questo contenitore. La prego di non contattarmi più in futuro. -

Nella sala si fece un silenzio assoluto, ma nessuno aveva avuto modo di capire cosa stesse succedendo.

Detto questo il giovane si alzò ed uscì dal locale, seguito dallo sguardo attonito dell'uomo e di tutti i presenti, nonché dei miei.

Ecco, questa è una delle scene più esilaranti che abbia mai visto in vita mia. Ma la cosa più importante è che quella scena fu regalata solo a me, perché io fui l'unico spettatore di tutto l'episodio completo.

Io non so, né posso saperlo, quali sviluppi possa aver avuto quell'episodio, so solo che ho visto in quel giovane un raro esempio di fermezza d'animo e di dignità.