Questo film capolavoro di Peter Brook è tratto dal Mahabharata, un poema epico indiano di 400.000 versi (se non ricordo male).
In questa scena Arjuna (interpretato dal grande Vittorio Mezzogiorno), principe dei Pandava e legittimo erede al trono (assieme ai suoi quattro fratelli) si batte contro Karna, il comandante in campo della fazione avversaria sottoposta al re Dhuryodhana (l'usurpatore).
Karna è un Eroe solare invincibile.
Arjuna ha come amico e mentore il dio Krishna (che in questa scena gli fa da auriga).
Arjuna non può sconfiggere Karna in questo scontro decisivo, ma poiché la giustizia (il Dharma) deve trionfare sulla menzogna, la sopraffazione e l'iniquità, Krishna stesso farà in modo che le cose si risolvano a vantaggio di Arjuna.
Così, proprio nel bel mezzo della battaglia una ruota del carro di Karna si impantana: è l'occasione propizia per il Pandava per chiudere definitivamente il conto in sospeso con Karna.
Per Karna, d'altro canto, questo incidente non rappresenterebbe l'incontro col fato - egli conosce una formula mantrica in grado di scatenare potenti energie - ma per una maledizione di Parashurama (un Avatara guerriero anch'esso coinvolto in un primo momento in questo conflitto di proporzioni epiche, e che aveva rivelato la formula a Karna) l'eroe solare proprio all'ultimo momento dimentica la frase segreta da pronunciare...
...il suo destino è segnato.
Con questa morte il conflitto comincerà a volgere definitivamente a vantaggio dei cinque fratelli. La vittoria sarà dei Pandava e la giustizia tornerà a regnare.
Si dice che questa guerra sia veramente avvenuta, circa cinquemila anni fa, nel nord dell'India. Due case regnanti, i Kaurava e i Pandava si batterono su un vasto territorio denominato Kurukshetra.
La guerra durò diciotto giorni e vi morirono milioni di grandi guerrieri.
La causa della guerra fu, come sempre, l'avidità umana.
Il regno sull'Impero spettava a Yudhisthira, il maggiore dei Pandava, rimasto orfano ancora in tenera età.
Temporaneamente la sovranità fu affidata al fratello cieco dell'imperatore deceduto, Dhritarashtra.
Questi aveva cento figli, il maggiore dei quali era Dhuryodhana.
Dhuryodhana odiava sin da bambino i cugini Pandava e, una volta adulto, fece di tutto per impossessarsi definitivamente del vasto impero, compreso il tentato omicidio.
E una volta insediatosi sul trono non volle concedere neanche un misero pezzo di terra ai suoi cugini, i legittimi eredi al trono.
La guerra era inevitabile.
Falliti gli argomenti della diplomazia si passò a quelli delle armi.
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