Tutto il mondo manifesto è una immensa, gigantesca illusione. Illusione non vuol dire che non esiste, ma semplicemente che è altro da ciò che sembra essere.
Noi viviamo in un continuo "gioco" di cause ed effetti dove le Cause stanno in alto (non un alto spaziale, naturalmente) e gli effetti in basso.
Tutto questo universo è sorto dalle "supreme" altitudini delle "luci ed energie" primordiali. Suoni, luci e forze che "precipitando" (in senso alchemico) si condensano in forme tangibili, passando per il mondo degli Archetipi.
Queste forme tangibili (che sono simili a nubi illusorie) diventano il "campo di sperimentazione" dell'essere-coscienza. Ma per molto tempo la giovane coscienza non ne è consapevole, guarda solo all'esterno e si "perde" nel mondo delle forme e dei nomi. E si identifica col corpo e l'ambiente circostante al punto tale da vedere solo ciò che è esterno: aggregati di atomi in continua trasformazione trasportati dal vento del mutamento.
Inconsapevolmente l'essere-coscienza percepisce l'inconsistenza del mondo esteriore, ma non vuole accettarlo e si afferra (o tenta di farlo) a tutto e a tutti: ecco nascere l'ansia. L'ansia di ottenere o di perdere ciò che ama, l'ansia di soffrire, di morire, di rimenere sola e via dicendo.
Ciò che prima o poi ognuno di noi deve realizzare (se vuole guarire dall'ansia e trovare pace) è che non c'è un "fuori" da conquistare, da trattenere. Non c'è una "meta" da raggiungere se non la consapevolezza della propria "vera natura".
La cura per guarire da questo terribile male c'è: sono la Meditazione e lo studio.
Tutti i grandi Mastri del passato hanno affermato che la Vera Pace, la Vera Luce e il Vero Amore si possono ottenere solo realizzando la propria natura originaria.
Dice Sri Tilopa nel Tesoro dei Cantici: "La meta è la consapevolezza della propria vera natura...Le persone ordinarie che non capiscono ricercano la meta altrove".
E Krishna dice nella Bhagavad-gita: "...Tuttavia, colui che ha realizzato ed è situato nel Sé, pienamente appagato, ottiene la vera pace e non ha più alcun dovere da compiere".
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