lunedì 27 luglio 2009

DESIDERIO: LA VOCE DELL'ESSERE



Sono cosciente di correre il rischio di ficcarmi in un ginepraio dal quale potrei anche non uscirne più...ma ci provo lo stesso.
Vorrei parlare del bisogno, del desiderio, dell'aspirazione e della volontà.
Bella sfida ehhh? Soprattutto se la si vuole condensare in pochi post.
Da dove partiamo? Vediamo...ah, ecco! Se non ricordo male la nonna o il padre di Gurdjieff gli consigliarono, quand'era ragazzo, di seguire il proprio naso quando non sapeva dove andare. Penso si riferissero al "fiuto", l'istinto. Non so' quanto ciò possa valere per noi esseri "civilizzati". Penso che abbiamo perso moltissimo in questo senso e ci ritroveremmo piuttosto confusi. Daltronde noi stiamo sviluppando sempre più la nostra "parte" mentale quindi, io credo che per noi è più importante "capire".

Capire, comprendere, sia in senso astratto che concreto (che sono due cose differenti).

Ecco che capire il "valore" del desiderio (e come questo sia la "voce" dell'essere) diventa fondamentale non solo per vivere una esistenza piena ed appagante, ma addirittura per "essere". Infatti se non impariamo a "sentire" i nostri più profondi desideri rimaniamo alla mercé di fattori "esterni" che ci sballottolano di quà e di là, come una barca in balìa dei flutti.
Ma non si può parlare di bisogno, desiderio, ecc., senza prima aver messo subito in chiaro una cosa: noi siamo un essere-coscienza in involuzione-evoluzione. Cioé una "scintilla divina" ricoperta di un "leggero" velo di materia (all'inizio piena di potenziale ma vuota di contenuti) che da ere ed ere "viaggia" (prima discendendo in basso nella materia e poi in alto verso i regni superiori) alla ricerca dell'autoconsapevolezza, della completezza e infine del "servizio" per amore.
Da dove è nata questa scintilla? Dal "seno" del Divino e...per "Desiderio" del Divino (quando parliamo di Divino non associamolo a nulla di antropomorfico; la radice di divino è Div=Brillante, quindi possiamo considerarlo il Padre-Madre-Figlio o la Sorgente di Luce da cui siamo stati emanati).
Chi scrive non conosce certo il "piano" divino e...forse dovrebbe tacere. Ma qualcosa lo spinge a parlare (naturalmente sulla base di ciò che ha ascoltato, letto e compreso).
E quindi vi rimanda alla prossima puntata...

5 commenti:

  1. Ho sempre pensato che tutte le azioni dell'uomo siano incentrate sul bisogno.
    E a causa della nostra evoluzione (o meglio dire progresso) i nostri bisogni più che diminuire sono aumentati causando maggiori angosce e sofferenze, nella loro mancata realizzazione.

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  2. Per Train of trought:
    Il punto in questione da capire a fondo è prima la differenza tra bisogni "veri, reali" e bisogni artificiali (o indotti dall'esterno); e poi l'enorme differenza tra bisogno e desiderio. L'uomo moderno ha perso il suo "contatto" con la "parte" più profonda di se stesso. Vive in superficie e, di conseguenza, anche i cosiddetti bisogni attuali sono superficiali. Direi artificiali. Come dice il mio Maestro un bisogno corrisponde ad un "vuoto" da riempire. Perciò, un vero bisogno lo riconosci dal fatto che dopo che lo hai soddisfatto ti fa sentire più "pieno", appagato. Un bisogno artificiale, invece ti lascia comunque insoddisfatto, con un senso di amaro in bocca.
    In quanto al progresso, io non lo paragonerei all'evoluzione. Non sempre le due cose coincidono. L'uomo di oggi usa internet, il cellulare e missili spaziali, ma le sue paure, sofferenze e "vuoti" di ignoranza di se stesso sono rimasti fondamentalmente uguali a quello di un uomo del medio evo. Non trovi?

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  3. Si sicuramente c'è una forte differenza tra bisogni "reali" e "artificiali" ma credo appunto che l'uomo abbia perso il senso delle cose.
    Abbia perso dei valori fondamentali per capirne la differenza.Nel desiderio attui una scelta (probabbilmente anche influenzata dalla società ) nel bisogno non hai questa possibilità.
    Per me il progresso ha portato solo problemi, uno dei miei scrittori preferiti ha detto:
    L’uomo era nato per vivere come gli animali - e si è lanciato in un’avventura che gli è innaturale estranea. E dunque non ha più una sua sfera di esistenza definitivamente stabilita.Ma questa avventura dell’uomo è abnorme, e si ritorce necessariamente contro di lui.L’uomo, che comunque è un animale geniale, ha il destino di chi si lancia in qualche impresa fantastica ma ne paga le conseguenze.E’ troppo eccezionale perchè le cose vadano a finire bene.Ha imboccato una via che può condurlo soltanto alla rovina….Non si tratta di pessimismo.Io non ho mai detto che l’uomo è una nullità.Constato semplicemente che l’uomo ha preso una brutta strada, e che non poteva non prenderla.

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  4. Io credo che stiamo discutendo di qualcosa di veramente enorme (parlo del comportamento dell'essere umano). Cos'è l'essere umano? Per rendercene conto (almeno in parte) dovremmo leggere per esempio Il Trattato del Fuoco cosmico, oppure la Dottrina Segreta o Il trattato dei Sette Raggi, nei quali è spiegato l'immenso progetto evolutivo di cui siamo una minuta porzione.
    Condivido la visione che l'uomo ha intrapreso una "brutta strada". Penso che ciò è dovuto al fatto che l'umanità non è ancora in grado di usare efficacemente ed armoniosamente le funzioni mentali. Detto in poche parole, l'uomo non sa' ancora riflettere, discriminare, ragionare in modo logico ed universale (cioé scevro da egoismo).
    E questo apre anche la questione se l'essere sia un animale o altro. Io credo che l'uomo non è un animale (anche se indubbiamente quello è il suo retaggio originale) perché è stato "dotato" della "scintilla divina della mente". L'uomo, allo stato attuale, è metà animale e metà dio. Egli (sempre l'uomo) potrà liberarsi definitivamente della sua parte animale (vedi la Legge della giungla) solo coi propri sforzi e raccogliere così la sua "eredità" divina. Perché l'uomo, credo sempre io, è un dio, e giammai deve rimpiangere i suoi trascorsi animaleschi.

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  5. E' vero è un discorso molto complesso da affrontare per dare delle risposte definitive, anche perchè molte volte non esiste una risposta completamente giusta o completamente sbagliata.
    Il problema dell' uomo è che comunque lo si voglia elevare a essere superiore rimane ed è un animale, nell'arco del tempo si è educato a sopprimere i suoi istinti animali dandogli una parvenza di civilizzazione ma questo ha portato ad intensificare e a creare altri sentimenti che nel suo stato animale dava sfogo o non venivano poste le basi.
    Io parto dal presupposto che l'uomo non è perfetto e che attualmente non è pronto per il cammino che ha intrapreso.
    Se lo sarà non lo so, spero solo che non sia troppo tardi, anche se rimango della convinzione che stia facendo il cosidetto passo più lungo della gamba.
    La cosa che potrebbe indurre a riflettere sarebbe quella che se un bambino nascesse in un ambiente non influenzato dalla nostra società sarebbe sempre l'essere più intelligente della terra ma rimarrebbe comunque un'animale.
    Con questo voglio dire che l'uomo ogni volta che nasce viene educato a sopprimere giò che era ed è sempre stato.
    E per animale intendo la sua imperfezzioni i suoi istinti le suoi emozioni, e mi piacerebbe che rimanesse cosi che il suo lato imperfetto emozionale rimanesse tale in un suo contesto.
    (maturalmente sono opinioni personali)

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