martedì 28 luglio 2009

IL BISOGNO



Noi siamo ciò che pensiamo di essere.
Questa sembra un frase da poco, invece può spiegarci molto della nostra vita e del nostro modo di essere e di affrontare l'esistenza.
Così, se noi pensiamo di essere il figlio di un miliardario, avremo bisogni da "figlio" di un miliardario. Non riusciremo a vivere senza uno yacht, un aereo personale, un attico a Manahttan e un corollario di belle modelle che ci accompagnano in giro per il mondo. Salvo poi sentirci tremendamente soli (in certi momenti di lucidità) e, strano a dirsi, inappagati.
Mistero dell'identificazione inconsapevole.
Sotto la "scorza" della personalità esteriore (comunque indispensabile come "braccio" dell'Essere) noi siamo ben altro. Il nostro regno interiore è completamente "emotivo". Noi siamo e nuotiamo in un oceano di emozioni.
Ma "bisogna" imparare a conoscere l'acqua in cui viviamo e...imparare a regolare il "flusso" di emozioni che si riversa dall'esterno nel nostro "bacino" personale. Casomai scegliere noi di quali emozioni "nutrirci".
Lasciarci andare ad ogni sorta di esperienza (quando non è scelta da noi, ma solo perché lo fanno tutti quelli che appartengono al nostro ceto sociale) può inquinare talmente tanto il nostro oceano emotivo da non riuscire più a distinguere cosa ci piace "veramente" e cosa no.
Da qui l'importanza di dedicarci a momenti di "ascolto" della nostra profondità. Momenti preziosi di silenzio e raccogliemento durante i quali le acque tumultuose delle emozioni di "massa" si placano, lasciando spazio ad un dolce sentire ciò che di più intimo siamo.
Stabilito quel contatto con la propria interiorità, non ci sarà più tanto bisogno di molte parole per capire quali sono i nostri veri bisogni.

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