SILENZIOSA NOTTE
Silenziosa notte, buia e vellutata.
Ricordo che sin da bambino,
quando stanco dei giochi
riposavo avvolto in uno scialle
tra le braccia di mia madre,
tu ci avvolgevi entrambi,
silenziosa e protettiva.
Cara notte,
quando ormai giovinetto
amavo trascorrere le ore notturne
a fantasticare con gli amici,
tu, scrigno prezioso,
tramutavi le nostre parole
in un magico incanto.
Cara, cara notte,
sempre tu, amica fedele
puntellata di stelle,
sei stata complice discreta
di mille incontri d’amore.
Eppure sempre tu,
spietata notte,
mi sei sembrata infinita
nei tormenti del freddo,
della fame e della solitudine.
E quando navigando in pieno mare,
o terribile notte,
mi hai fatto rabbrividire
al pensiero che ero solo un puntino
in mezzo alla potenza della natura,
tu comunque sembravi sussurrare:
“non temere, figlio mio,
a me appartieni e
in me troverai sempre
un rifugio sicuro”.
Ma il dono più prezioso,
oh generosa notte,
l’ho ricevuto a Benares
sulle rive del Gange,
quando dalle tue profondità
ho visto apparire sulle nere acque
allietate da un soave mantra,
un puntino luminoso,
lontano…
che man mano s’è ingrandito.
Era una barca illuminata a festa
che scivolava…
silenziosa.
Su di essa, in piedi, fulgenti nella notte
come due condottieri d’altri tempi
v’erano i Maestri del mio cuore.
Oh cara, cara silenziosa notte,
buia e vellutata!
(Sagitta55)
Ricordo che sin da bambino,
quando stanco dei giochi
riposavo avvolto in uno scialle
tra le braccia di mia madre,
tu ci avvolgevi entrambi,
silenziosa e protettiva.
Cara notte,
quando ormai giovinetto
amavo trascorrere le ore notturne
a fantasticare con gli amici,
tu, scrigno prezioso,
tramutavi le nostre parole
in un magico incanto.
Cara, cara notte,
sempre tu, amica fedele
puntellata di stelle,
sei stata complice discreta
di mille incontri d’amore.
Eppure sempre tu,
spietata notte,
mi sei sembrata infinita
nei tormenti del freddo,
della fame e della solitudine.
E quando navigando in pieno mare,
o terribile notte,
mi hai fatto rabbrividire
al pensiero che ero solo un puntino
in mezzo alla potenza della natura,
tu comunque sembravi sussurrare:
“non temere, figlio mio,
a me appartieni e
in me troverai sempre
un rifugio sicuro”.
Ma il dono più prezioso,
oh generosa notte,
l’ho ricevuto a Benares
sulle rive del Gange,
quando dalle tue profondità
ho visto apparire sulle nere acque
allietate da un soave mantra,
un puntino luminoso,
lontano…
che man mano s’è ingrandito.
Era una barca illuminata a festa
che scivolava…
silenziosa.
Su di essa, in piedi, fulgenti nella notte
come due condottieri d’altri tempi
v’erano i Maestri del mio cuore.
Oh cara, cara silenziosa notte,
buia e vellutata!
(Sagitta55)
good start
RispondiEliminaquello che stavo cercando, grazie
RispondiElimina