mercoledì 1 aprile 2009

ZEN - LA SPADA DELL'INTELLIGENZA DISCRIMINATIVA



Curiosando in rete ho scoperto un bel blog: http://strategieevolutive.wordpress.com.
Mentre mi appassiono a leggervi articoli e vedere filmati, scopro una bella poesia Zen (o Chan?). L'autore sembra essere un monaco e poeta vissuto tra il 729-843 d.C. Si chiamava Chia Tao.

Il componimento (breve ma intenso) è questo:
Questa spada l'ho affilata per dieci anni.
Il suo filo gelido non è mai stato provato.
Ora che te l'ho mostrata, ti prego, dimmi:
Vi è forse qualcuno che patisca ingiustizie?

Per me, che pratico quotidianamente sedendo immobile, in silenzio, attento, presente, da circa dieci anni (guarda che combinazione), questa poesia giunge (nel suo splendore) come un lampo accecante.
Forse, solo un serio praticante di meditazione, yoga o arti marziali può capirne la bellezza.
Affilare la "spada" (fuori dal contesto bellico) credo che significhi soprattutto affinare l'Intelligenza Discriminativa, lo “spirito” di giustizia.
Forgiarsi nel fuoco della pratica (e naturalmente della vita).
Rendere forte e tagliente la capacità di discernimento, e portarla nell’azione.,nel gesto, nella parola.
Per difendere non solo se stessi, ma soprattutto il mondo dalle ingiustizie.
Amore.
E penso ad un tale uomo, e alla mano che brandisce una simile spada affilata. Pericolosa.
Quanto dovrà essere veloce, attento, preciso, ben calibrato ogni suo colpo sferrato?
Il rischio è grande. Si può sbagliare nel maneggiare una spada, o la parola. Si può ferire qualcuno, o se stessi.
Freddezza.
Ma, forse, la possibilità di errore è minore se ci si è allenati per dieci anni ad affilarla, addestrandosi a usarla (la spada e la parola).
Resta la responsabilità dell’azione. Ma occorre agire. Perché il dubbio, o l’inazione, possono far più danni.
L’unica soluzione, a questo punto, è buttarsi nella mischia e fare del proprio meglio.
Dopotutto il risultato finale non è nelle nostre mani.
Allora non si può che agire, e parafrasando Chia Tao ripetere:
Questa spada l’ho affilata per dieci anni.
Il suo filo gelido non è mai stato provato.
Ora che te l’ho mostrata, ti prego, dimmi:
Vi è forse qualcuno che patisca ingiustizie?

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