sabato 25 aprile 2009

I DANNI PSICOLOGICI DEGLI SPOT DURANTE I FILM



Grazie alle Reti Mediaset, e alla loro politica commerciale, dalla fine degli anni settanta (anno più anno meno) è diventato uno strazio guardare un film in tivù. Propio sul più bello di una scena, tac: PUBBLICITA'.
Col tempo anche i canali nazionali si sono adeguati alla politica delle reti berlusconiane tanto che oggi, se provi a fare zapping, è più facile che becchi una pubblicità che non una qualunque trasmissione.
Ma qualcuno si è mai chiesto quanto è grave questa cosa? Non parlo solo dei condizionamenti "occulti" della pubblicità, di quelli ormai si parla da tanto tempo.
Parlo invece di un "effetto" a mio avviso ancor più grave: la frammentazione, la disgregazione, l'inquinamento interiore di una emozione, di un sentimento che un film, una trasmissione e, perché no, anche un servizio giornalistico ti procurano (nel bel mezzo di una tragedia, toh, pubblicità dell'ultimo tipo di gelato al cioccolato).
Vedere un film è come entrare in un'onda, uno stato emozionale e psicologico (in un certo senso già scelto in partenza dallo spettatore) che ha bisogno di continuità. L'abile lavoro del regista crea un "filo conduttore" che ti prende e ti porta in alto, poi in basso. Ti eccita, ti fa raccapricciare, rabbrividire, commuovere. In un triller (quel filo conduttore) ti tiene col fiato sospeso e ti crea un alleggerimento (nel momento in cui la trama si scioglie nella risoluzione dell'enigma).


Ma il "filo continuo" della storia è indispensabile. In un film ci si tuffa con tutto se stessi. Lo si vive dall'interno. Ci si immedesima con i luoghi e i personaggi. Tutto questo subisce dei gravi traumi quando, mettiamo sul più bello di una scena erotica, ti mandano la pubblicità di pannolini o dell'ultimo ritrovato farmaceutico contro la stitichezza. Le emozioni si spezzano, si sciacquano, perdono di intensità o si dissolvono nel nulla.
Ma la cosa non finisce con la fine del film. A lungo andare la nostra mente è diventata schizzofrenica. Provate a notare, quando siete con un amico, come è sempre più difficile generare un'onda emotiva che non venga disturbata, dopo pochissimo tempo, da fattori estranei: da un discorso fuori luogo, dallo squillo continuo del cellulare, dall'amico che si mette a mandare messaggini mentre gli stai confidando il "segreto" della tua vita, dal continuo guardare a destra e sinistra mentre gli stai parlando, e cose di questo genere.
Riappropriamoci della capacità di vivere lunghi momenti immersi nell'onda emotiva che si genera "naturalmente", quando siamo con qualcuno e...diciamo no alla tivù spazzatura.
Io personalmente non guardo quasi mai films in tivù, preferisco un dvd o il cinema...e voi?
P.S. A dire la verità non guardo quasi mai la tivù (se non trasmissioni mirate, già scelte in partenza).

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