sabato 11 aprile 2009

DA UNA NAVE NON PUOI FUGGIRE


La tragedia che in questi giorni si sta svolgendo in Abruzzo ci fa sentire più uniti e solidali (come è sempre avvenuto di fronte a sciagure come questa).


In questi casi è quasi naturale "sentire" il senso di appartenenza. Ci sentiamo più vicini ai cittadini dell'Aquila colpiti dal terremoto. Ci sentiamo più italiani, più uomini. E' come se ci sentissimo tutti sulla stessa "barca". E in effetti lo siamo. A mio avviso, non solo l'Italia, ma l'intero globo è un'immenso "vascello" che naviga nello spazio. Solo che il pianeta è molto più grande di una barca a vela da 18 metri con uno sparuto equipaggio.


Le proporzioni della Terra sono tali che, se la foresta indonesiana dove vive la tigre di Sumatra (leggere articolo su Franz's blog) per i 3/4 è stata falciata dalla "voracità" delle multinazionali del legname (con rischio di estinzione non solo di un polmone verde utile al pianeta, ma anche di una specie di tigre dalla bellezza mozzafiato) noi neanche ce ne accorgiamo.


Così come non ci accorgiamo di mille altre nefandezze che stanno avvenendo in questo momento sul "vascello" Terra.


Ma la globalizzazione incalza e, tra i tanti lati negativi che questo processo porta con sé, ve ne sono anche di positivi: uno di questi è la presa di coscienza (quasi in tempo reale) di ciò che avviene sul nostro globo. Questo ci rende tutti più responsabili, quasi complici dei "distruttori" selvaggi.


A questo punto, ognuno di noi può fare la differenza, proprio come su una barca a vela. E non credo sia necessario essere attivisti pacifisti, ecologisti o altro. Potremmo cominciare con l'essere più responsabili delle nostre azioni quotidiane, ridurre i consumi superflui. Ad esempio non cambiare i mobili, solo perché non vanno più di moda, può aiutare a far calare la richiesta di legname e salvare qualche foresta.

Vi sono migliaia di "piccoli" particolari a cui potremmo stare più attenti per fare al meglio la nostra parte.


Ricordiamoci che siamo tutti sulla stessa barca. Ognuno ha le sue responsabilità. Da una barca non si può fuggire (né sfuggire al proprio dovere, perché ne risentirebbe tutto l'equipaggio), allo stesso modo ognuno di noi può fare la differenza...e chissà che non riusciamo ad evitare che la nave affondi.


Buona navigazione.



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