martedì 3 marzo 2009

RICERCA INTERIORE - LE TRAPPOLE DELL'IDENTIFICAZIONE




Il principale obiettivo delle Scuole di Ricerca Interiore è la "conoscenza di se stessi". Naturalmente, in questa "ricerca" si incammina solo chi desidera fortemente volersi conoscere più a fondo.

Paradossalmente, la "ricerca di sé" passa attraverso la compresione di "ciò che non siamo".

Il Ricercatore, usando le "tre osservazioni" (uno dei metodi usati da Gurdjieff), ed altre tecniche, diventa sempre più consapevole delle "identificazioni". Quello delle tre osservazioni è un processo attivo, lungo ma affascinante, che porta pian piano a fare "luce" sulle mile trappole dell'identificazione. Liberarsi dalle identificazioni (o almeno riconoscerle come tali) è di vitale importanza, per qualunque essere umano. Perché queste sono alla base di tutte le problematiche psicofisiche che tormentano l'uomo.
Ma cos'è l'identificazione?
L'identificazione è assumere una identità, indossare una maschera e credere di essere quel personaggio. Le conseguenze, quando non se ne è consapevoli (infatti le maschere si possono anche indossare consapevolmente, con altri effetti) sono disastrose.
L'identificazione è credere di essere Tizio e Caio, di appartenere ad una certa famiglia, nazione, stato sociale, ecc.

Prendiamo un bambino, per esempio. Se questo nasce in Palestina, viene "influenzato" a pensare di essere Mussulmano e ad odiare gli Israeliani. Ma non solo. Si identificherà con la famiglia in cui è nato, col loro grado sociale, le abitudini e via dicendo. In pratica, gli si costruirà attorno una "griglia" invisibile fatta di mille scelte (e loro conseguenze) dovute all'identificazione.
Se lo stesso bambino (per una svista della Cicogna) fosse nato dall'altra parte della barricata, quel bambino avrebbe avuto un altro nome e altri genitori. Il piccolo sarebbe stato educato con altri criteri e condotto a "credere" in altre cose. Un altro destino, altre identificazioni.
Ma l'essere umano, uomo o donna che sia, è prima di tutto un uomo. L'uomo non è Israeliano, Palestinese, il ragionier Tizio o l'onorevole Caio. Proviamo a pensare alle mille conseguenze dell'identificazione: operai contro datori di lavoro, ricchi contro poveri, uomo contro donna, una religione contro l'altra, un partito politico contro l'altro. La catena delle identificazioni è infinita.
Provate a fare un semplice gioco di immaginazione: mettetevi nei panni di qualcun'altro. Provate a vivere (come ipotesi) una vita che non è la vostra. Immaginate...che ne sò, di essere nati in Afghanistan. E ripercorrete tutta la vostra esistenza di piccoli Afghani.
E alla fine chiedetevi....Ma chi sono Io?
Cos'è l'Io?
Una volta sfogliata tutta la "cipolla" delle identificazioni, una volta liberi dalla trappola delle identificazioni, cosa resta di me?
Ehh, lo so! Ci vuole fegato per arrivare a tanto.

Forse si riferiva a questo l'insegnante Sufi Hakim Sanai quando disse: "Gli uomini si avvolgono la propria rete attorno, mentre i leoni fanno a pezzi la propria gabbia".

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