venerdì 23 luglio 2010

Il libro del mese: Storie dello Yoga Vasishtha



Vasishtha, nell'antica India, era considerato uno dei sette grandi Rishi, un grande veggente illuminato.


Si dice che fu anche insegnante del principe Rama.


In questo testo - attribuito a Valmiki, autore anche del Ramayana - Vasishtha rivela la Verità sull'esistenza al suo discepolo Rama sotto forma di racconti.


Leggo dal retro di copertina: "...Secondo lo Yoga Vasishtha, il mondo dell'esperienza con tutte le sue leggi, gli oggetti, lo spazio e il tempo sono soltanto creazioni della mente. Il suo insegnamento principale è che tutto è Coscienza, incluso il mondo materiale. Il mondo è solo il gioco della Coscienza."


Una pagina dal libro.


"Vasishta continuò: - Possa tu immergerti nel tuo Atman come il re Sikhidhvaja, che annullò quel grande uccello chiamato mente. -

Allora Rama chiese: - O Guru, chi era questo re che fu assorbito nella gioia estatica della beatitudine? -


Vasishtha cominciò: - Il re Sikhidhvaja nacque nel Dwapara Yuga nel paese di Malva; egli era giusto, generoso, paziente, magnanimo, risoluto e virtuoso. Sua moglie Chudala era figlia della regina del Saurashtra ed era dotata di Discriminazione e Vichara (autoanalisi).

Lei fece Autoanalisi in questo modo:

Questo corpo è inerte, composto dei cinque elementi. E' deperibile, ha un inizio e una fine. Perciò il termine "io" non può applicarsi ad esso, come non può essere applicato nemmeno ai dieci organi di azione e di conoscenza. Questi sono mossi dalla mente e anch'essi sono inerti.
Neppure il prana può essere l'io, perché anch'esso è inerte e proveniente dal Rajas (qualità attivante della Natura).


Il termine "io" non può essere applicato nemmeno alla mente. Anch'essa è inerte, ha un inizio e una fine e non è autoluminosa. E' composta dalla parte sattvica (luminosa) dei tanmatra, o elementi base, ed è spronata all'azione dall'intelletto, che a sua volta è vitalizzato dall'ahamkara.


L'egotismo (ahamkara) è mosso dal jiva, perciò non può essere l'io.

Anche il jiva, l'anima individuale, non può essere l'io, poiché ne è solo un riflesso. Come il riflesso del sole nell'acqua svanisce quando questa evapora, così sparisce il jiva quando evapora il lago mentale, cioé quando la mente viene cancellata.


Il Sat-Cit-Ananda, Atman o Brahman, la Sorgente, il supporto, il substrato di corpo, sensi, prana, mente, intelletto e jiva è il vero, illimitato "Io".


Io sono identica a questo Atman o Sè Immortale. Sat-Cit-Ananda (Esistenza-Cosienza-Beatitudine) è la mia vera natura>.


Ella praticò la meditazione sul puro, onnipervadente e immortale Sé ed ottenne l'Autorealizzazione. Divenne una jnani ed anche una yogini, in possesso di poteri yoga. - "


Storie dello Yaga Vasishtha, editrice Vidyananda

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