sabato 28 febbraio 2009

SCHIAVI IN CASA PROPRIA (1) OVVERO: COME LE MULTINAZIONALI SI STANNO IMPADRONENDO DEL PIANETA




Avete capito bene. Non c'è nessun "doppio senso". Questa è la Verità, nuda e cruda.

La situazione è questa: per il Papa "i bambini non sono nostra proprietà". La citazione è tratta da un articolo, letto sulla Stampa circa un mese fa. Per lo Stato, idem: "i bambini non sono nostra proprietà". Ci pensano loro ad "educarli" ed "impostarli" secondo la loro ottica.
Per le Mutinazionali "peggio che andar di notte": i beni non sono nostri, ma appartengono a loro. Noi, al massimo, possiamo andare a fare gli operai nelle loro fabbriche (per quattro soldi bucati) o zappare la terra, per dare a loro i frutti del nostro sudore.

NUOVI NATI: BENVENUTI SUL PIANETA DELLA LIBERTA'!

Detto questo, parliamo di cereali e di globalizzazione (ovvero la schiavitù del terzo millennio).
I cereali sono un Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Esistono da millenni sul nostro pianeta e non appartengono a nessuno in particolare, se non a chi li ha seminati.

Non vogliamo azzardare ipotesi sul tempo e luogo della loro "comparsa". Sappiamo però di certo che il Kamut (tanto per dirne uno) era largamente coltivato nell'antico Egitto. Pare che questo cereale e la birra ne costituissero le risorse alimentari primarie. Addirittura i salari venivano corrisposti in Kamut e birra (infatti si viveva di baratto).
I Maya, invece, coltivavano il Mais. Questi ritenevano addirittura che fosse stato "Dio" a donarglielo.
Il cereale maggiormente coltivato in Asia era, ed è tutt'ora, il riso. Un tempo ve ne erano moltissime varietà. Oggi (grazie alle strategie commerciali della Monsanto ed altre Multinazionali) si è ridotto a poche varietà.
I Romani, ci dice Plinio, si nutrivano principalmente di una sorta di polenta di cereali sfarinati (farro, orzo, miglio) dalla quale ricavavano delle gustose e nutrienti focacce.

I cereali, insomma, hanno sempre rappresentato (e lo sono tutt'ora) il principale alimento dell'uomo. Boccone appetibile per chi vuol controllare il potere economico, perché qui si entra nei "bisogni primari".

Un tempo ci pensavano i re, gli imperatori ed i potenti ad appropriarsi dei terreni. Questi li davano ai contadini (per riprendersi il ricavato in tasse). Oggi la situazione è cambiata di poco. Ad appropriarsi dei terreni ci pensano le multinazionali e, quel che resta, se lo prende di tasse il governo.
MA QUESTO NON E' L'UNICO PROBLEMA. Come vedremo parlando di Vandana Shiva (attivista ambientalista di fama internazionale) e di un saggio di Ulrich Beck, le conseguenze di una certa "politica" agricola ed economica, influenza ogni settore della società ed il futuro "biologico" dell'intero pianeta.
Per ora concludo con le parole profetiche di Karl Marx: "Il mercato schiaccerà la società".

MI RACCOMANDO, NON FRAINTENDETEMI. NON SONO COMUNISTA. NE' MI INTERESSO DI POLITICA, MA SOLO DI GIUSTIZIA UMANA. PUNTO E BASTA.

Continua. (1)

Nessun commento:

Posta un commento