giovedì 26 febbraio 2009

RICERCA INTERIORE - APRIRE GLI OCCHI ALLA REALTA'



Msg. n. 32
Inviato da sagitta55 alle ore 12:17 del giorno 11/02/2009

Noi pensiamo di vedere le cose per quello che sono, ma siamo certi che sia così?

In realtà, nella stragrande maggioranza dei casi noi vediamo solo il riflesso della realtà e, spesso, neanche il riflesso diretto, ma un insieme di frammenti che, uniti, formano un simbolo (per giunta filtrato dal nostro computer mentale).

Noi viviamo in un mondo di simboli.

Ogni civiltà ne è stata profondamente caratterizzata (e influenzata).
Partendo dall’uomo della preistoria e passando ad antiche civiltà come quella Sumera, Egizia, Indo-Ariana, Cinese, Precolombiana e Celtica (solo per citarne alcune di quelle storicamente conosciute), o le più recenti civiltà Greca, Romana, Araba, ecc., fino alla moderna civiltà tecnologica, vediamo che il simbolo la fa da padrone.
Anche (e soprattutto gli Stati e le Religioni) sono fortemente impregnate di simbologia.
Ma cos’è un simbolo?

Etimologicamente questo vocabolo si riferisce ad un elemento scelto per rappresentare un’idea, un concetto. Il simbolo è un segno grafico “convenzionale” usato per rappresentare qualcosa. Solo che non si limita a questo. Il simbolo, infatti, influenza fortemente il nostro pensiero e le nostre emozioni.

La parola simbolo deriva da synbàllo “mettere insieme” (syn “insieme”+ bàllo “mettere, gettare”).
Quindi ogni segno grafico, lettere dell’alfabeto (perciò anche la scrittura e la parola), dipinti, sculture, bandiere, oggetti, architetture…fino all’abbigliamento possono essere fortemente simboliche.

Noi viviamo in un mondo di simboli.
E ne siamo fortemente influenzati.

Pensiamo, per esempio al forte impatto che una bandiera o una pubblicità possono avere sull’immaginario collettivo; oppure al senso di deferenza che i più provano alla presenza di un importante personaggio che riveste un’alta carica: un papa, un presidente, un re o un divo dello spettacolo (anch’essi simboli). Prendiamo ad esempio un papa, se l’incontrassimo vestito normalmente, al mercato rionale del nostro paese, forse non lo guaderemmo neanche di striscio. Immaginiamo, invece, di essere invitati in una sala del Vaticano (già essa un simbolo e piena di simboli) e vediamo un uomo vestito da papa, circondato da alte cariche della chiesa, pronto a conferirci una onorificenza (altro simbolo) ecco che ci sciogliamo, ci emozioniamo, ci sentiamo onorati e lusingati e….forse, in quel momento ci sentiremo quasi in odore di santità.
Potenza del simbolo.

Liberarsi dall’influenza dei simboli (comprendendo come agiscono su di noi) è già un modo per risvegliarsi alla “vera” realtà.
Voglio comunque chiarire che i simboli non sono negativi, al contrario. Questi servono a sintetizzare dei concetti, dei princìpi, delle leggi. Conoscerli aiuta a capire o interpretare la vita, la storia, gli eventi...perfino i sogni, come ci hanno dimostrato René Guénon (ad esempio in Simboli della Scienza Sacra) o C.G. Jung (tanto per citarne qualcuno).

E' quindi bello e utile conoscere il simbolismo. A mio avviso il problema sorge quando si fa dei simboli strumenti di potere, creando soggezzione e influenze "sottili" nella mente delle persone, pilotando le loro scelte e la loro "visione" della vita.
In definitiva (sempre secondo me), la distorsione della visione reale delle cose è uno dei peggiori mali che affligge l'umanità moderna.

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