giovedì 11 giugno 2009

L'ETERNA RICERCA DELLA FELICITA'



Credo che tutto ciò che facciamo nella vita, in ultima analisi, ha come obiettivo la "felicità".

Cambiando "livello" rispetto al post precedente, torno a ricordare due cose: 1) la verità di cui parlo nel post non è la Ricerca della Verità. quella è un'altra cosa. 2) Anche se faccio riferimenti a persone o organizzazioni il mio intento non è combattere le singole persone od organizzazioni, nulla di personale. I miei post non vogliono essere un incitamento alla rivolta sociale. Nulla di tutto questo. Vogliono solo spingere a "piccoli risvegli" verso una maggiore autonomia nel pensare e nel vedere il mondo che ci circonda.

Felicità. Perché pratichiamo? Cosa ci spinge a fare una scelta piùttosto che un'altra? Cosa ricerchiamo ad ogni istante della nostra vita? Cosa, se non la felicità? Naturalmente quando ci si rivolge ad ipotetici lettori non si può fare a meno di generalizzare. Perciò vi sono post indirizzati a certe persone ed altri a persone completamente diverse. Così ciò che è valido per una persona che pratica meditazione, per esempio, non ha alcun valore per chi non pratica.

Questo post è dedicato a chi pratica...da parte di un praticante.

Un praticante che, dopo anni di "sedute" con un sottofondo di amarezza e di insoddisfazione (perché la pratica era accompagnata da una esasperata ricerca di un obiettivo "preconcetto") a un certo punto, grazie alle indicazioni dei suoi Maestri e la lettura di alcuni libri, ha imparato la "non pratica". Cioé il famoso "sedere senza scopo né profitto" . Chi "mastica" un po' di Zen capirà cosa intendo: cioé sedere e...semplicemente sentire di esistere.


Pian piano, man mano che i pensieri si placano e le "identificazioni" si scliolgono come neve al sole...quando vengono a mancare la speranza e il timore, si sente un senso naturale di pace e soddisfazione profonda. Nulla di sensoriale. Non è la "felicità" dei sensi. Quanto piuttosto uno "stato" connaturato alla nostra "essenza" più intima.


La felicità è già dentro di noi...da sempre. Il nostro errore sta nell'andare a cercarla altrove. Una volta situati nello "Stato Primordiale", Chiarezza di Visione ed appagamento si rivelano spontaneamente.
Ma questo può capirlo solo chi ha cercato a lungo, in ogni modo possibile, la propria Natura Autentica. per gli altri sono solo parole.

" Felicità è trascendere speranza e timore.
Quando si dissolve la propria identificazione
mentale cessa la visione dualistica.

Senza pensare, immaginare, esaminare, giudicare,
meditare, agire, sperare e temere,
le fissazioni mentali si dissolvono spontaneamente.
E' così che si consegue lo stato primordiale "

Tilopa, Il Tesoro dei Cantici. (in Mahamudra , Il Grande Sigillo, ed.Promolibri)

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