lunedì 22 giugno 2009

IRAN - CONOSCERE PER AMARE


Le notizie di repressione che giungono dall'Iran mi fanno molto soffrire. Vorrei dire tante cose, ma non saprei neanche da dove cominciare.


Io in Iran ci sono stato, e non una, ma ben tre volte. Nel mio secondo viaggio in India (via terra, ho impiegato venti giorni per arrivarci) ho avuto l'immenso piacere di attraversare buona parte del mondo islamico. Ho visitato decine di piccole e grandi moschee. Ho conosciuto e sono stato ospitato (in Turchia e a Teheran) in casa di amici mussulmani conosciuti per caso. Ho mangiato con loro (e come loro), ho ascoltato le loro storie (che poi sono molto simili alle nostre) e condiviso le loro aspirazioni di vivere una vita piena ed appagante.


L'Islam non è pieno di "terroristi", come vogliono farci credere. A questo proposito consiglio vivamente di guardare Zeitgeist per farsi un'idea di quali "cospirazioni" dei potenti della Terra sono alla base del "fantasma" del terrorismo.


Io in Iran ci sono stato, dicevo. La seconda volta che sono stato a Teheran vi ho soggiornato una settimana, non da turista, ma da "viaggiatore". Il che è molto diverso. Viaggiando su un autobus che conduceva alla capitale, mi sono imbattuto in un folto gruppo di studenti universitari. Erano tutti ragazzi "puliti". Tornavano dall'Italia, dove studiavano in diverse università, per trascorrere le vacanze con le loro famiglie. Ricordo ancora con piacere la "pacifica" ressa che ci fu tra di loro per avermi come ospite. Siccome ero diretto in India (e Teheran era sulla mia strada) accettai l'ospitalità di un giovane della capitale.


Rimasi a casa sua una settimana. I suoi genitori ed i parenti furono tutti veramente ospitali. Era una casa pulita e piena di tutti i comfort che una famiglia agiata del posto potesse permettersi. Entrai in molte case di amici e parenti del mio ospite e sempre, sempre, sono stato trattato come un ospite "prezioso". La cosa un po' mi imbarazzava ed un po' mi lusingava.


Erano i tempi di Khomeini e dell'assalto all'ambasciata americana. Non vedevano di buon occhio gli americani (li consideravano dei destabilizzatori), ma non erano nemmeno felici della "morsa" ferrea dell'Imam Khomeini. I popoli, si sa, sono solo le vittime dei potenti.
Che siano occidentali o orientali i popoli sono solo vittime innocenti. Ma sono anche facilmente influenzabili e manovrabili. Basta sapere quali "leve" usare. Quali slogan fare circolare. Quali immagini dargli del "presunto" nemico e, siccome ogni uomo vive nella paura, è facile poi fargli credere che se non sarà lui ad aggredire sarà aggredito a sua volta.


Lo spauracchio del terrorismo si basa proprio su questa "debolezza" umana: la facile manovrabilità da parte di chi detiene il potere e la paura. E siccome due più due fa quattro, il gioco è fatto.


Io ho attraversato il mondo islamico, dicevo. Ho guardato attentamente il loro modo di fare. Ho ascoltato i loro cuori. Certo, sono passati tanti anni (anche se poi sono stato, più recentemente, in altre nazioni islamiche) ma posso garantire che è brava gente. Certo, si tratta di una razza diversa dalla nostra, con altre usanze, altri modi di vivere.


Sono stato anche a Kabul. Altra gente, quella afghana. Più dura...ma non terrorista. I terroristi non esistono! Sono solo un'invenzione per andare a conquistare i "tesori" degli altri. Derubarli del loro petrolio, delle miniere e quant'altro possa arricchire i potenti della Terra.


Occhio! Non facciamoci fregare. Stiamo svegli. Rispettiamo la vita, la nostra e quella degli altri, perché non c'è nulla di più prezioso.


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