sabato 23 maggio 2009

TAI CHI - LAVORARE IN SCIOLTEZZA E PRECISIONE


Il mio amore per il Tai chi chuan è coinciso con l'inizio del mio percorso di Ricerca Interiore. Questa è stata una grande fortuna per me perché, studiando discipline come lo Yoga e il Tai chi unitamente alle "tecniche" di osservazione ed allo studio di me stesso, ho potuto cogliere lati nascosti di me e lavorarci su.


Con gli anni ho potuto osservare come ognuno di noi ha due fondamentali modi di "approcciare" la vita.

Da un lato vi sono i "maniaci" della precisione, quelli che non ammettono neanche il più piccolo errore. Spietati con se stessi e con gli altri. Capaci di arrivare all'esaurimento e all'esasperazione per compiere senza la minima sbavatura una qualunque azione. E se non vi riescono (in modo preciso com'era nelle loro intenzioni) si sentono dai falliti e non si danno pace.

Dall'altro lato vi sono quelli che di "sbavature" ne creano fin troppe in ogni loro opera (questo è il caso mio, sul quale sto lavorando). Questo è un tipo di approccio alla vita molto superficiale, di chi ha poca pazienza e non ama coltivare il "lato tecnico" di un lavoro. In questo caso si tratta di persone più immediate, che operano di getto e...come viene viene.

Il tipo puntiglioso e preciso è caratterizzato da una eccessiva "rigidità". E' poco elastico, sia fisicamente che psicologicamente. Ha già le sue convinzioni su cosa fare e come farlo, ed è quasi impossibile schiodarlo dalle sue certezze. In pratica è il tipo che "si spezza ma non si piega".
Il tipo approssimativo, al contrario, è quasi "informe", si piega fin troppo e troppo spesso. Non ha una sua visione delle cose, di conseguenza si lascia influenzare eccessivamente dai "punti di vista" altrui. Questi non riesce a stare concentrato su un compito per più di cinque minuti. Di conseguenza fa cose che difficilmente possono risultare precise.
Arriviamo al Tai chi. Questa Disciplina, si sa, è un'eccellente "via" per giungere ad una sorta di mediazione tra i due estremi suddetti.
Il tipo eccessivamente rigido può, grazie alla costante pratica della Forma, apprendere in scioltezza. Imparando a lasciar correre (ogni tanto) eventuali errori, può scongiurare il rischio di stress ed esaurimenti nervosi. Si può scoprire più aperto e disponibile a nuove idee e a modi diversi di approcciare la vita, arrivando a sentirsi più leggero.
Il tipo contrario invece (quello che lascia sempre andare), grazie ad una applicazione costante e meticolosa (fin nei particolari) della Forma del Tai chi, può costruirsi una "struttura interiore" che lo sorregga. Da "informe" può divenire "con forma". Questo tipo di persona vedrà crescere la propria pazienza e la capacità di rimanere concentrata più a lungo su un qualunque compito. Ciò che prima gli risultava impossibile pian piano diventa alla sua portata.
I progressi nel Tai chi (come in tutte le discipline formative) sono lenti, ma i risultati arrivano e compensano ampiamente gli sforzi. E, cosa forse ancora più importante, diventano un "nostro patrimonio", sempre applicabile e ripetibile.

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