Una delle prime cose che ho notato, sin dalle prime volte che ho praticato a lungo delle tecniche meditative, è stata la forte sensazione di una maggiore "discesa" nel mio corpo. E' difficile da spiegare, ma ci provo.
A quei tempi sono stato condotto a volte, dalle mie Guide, a rimanere seduto anche per più di tre ore di fila.
Non si può capire cosa si può vivere all'interno, minuto dopo minuto, quando si è sottoposti a una simile "prova di resistenza", se non sperimentadolo direttamente.
Soprattutto le prime volte già dopo una mezz'ora iniziavano a comparire dolori insopportabili alle ginocchia, al sacro. ai glutei, alla schiena...
Dopo un'ora il corpo era praticamente "in fiamme".
Muoversi voleva dire darsi per sconfitto (almeno così lo interpretavo io).
Bisognava resistere, ad ogni costo.
Bisognava guadagnare un "centimetro" in più (come consiglia Al Pacino in "Ogni maledetta domenica" ai suoi uomini della squadra di Rugby).
Ogni minuto di resistenza in più segnava un punto a mio favore, a favore della mia forza di volontà, della capacità di resistere, di comprendere fino in fondo la "portata" della motivazione che mi aveva indotto a seguire un simile insegnamento...e molto altro.
Superata una certa "soglia" del dolore, tutto si trasformava in un "oceano" di pace e beatitudine, ma io questo all'inizio non poetevo saperlo.
Comunque, quello che volevo mettere in evidenza è quella "strana" sensazione (che ho provato allora) di entrare nel corpo, e di poterlo andare ad "esplorare" fin nei più remoti recessi. Mi sentivo "presente" a me stesso come mai mi era capitato prima di allora. Ricordo di aver pensato più di una volta: - Ma dove diavolo sono stato fin'ora? -
Infatti mai prima di allora ho sentito di essere tanto presente e "in forma"...di indossare il mio corpo come un guanto, e sentirmici all'interno, fin nell'unghia del mignolo del piede.
Col passare degli anni ho continuato quotidianamente a "sedere" immobile: un quotidiano viaggio fantastico (ma reale) alla scoperta diretta di questa "nuvola energetica" che è il nostro corpo: sentita, percepita, proprio grazie ad una facoltà (che si sviluppa gradualmente con la pratica) di rivolgere la propria consapevolezza, attraverso la sensibilità, all'interno, anziché all'esterno (come avviene di solito).
Normalmente i nostri sensi sono proiettati all'esterno, verso ciò che ci arriva da fuori. Mai ci fermiamo ad interiorizzarci, neanche nei momenti di relax. Quindi cresciamo convinti che non è possibile andare ad "esplorare" il proprio corpo e la mente direttamente.
Ecco che per sapere come siamo fatti ci rivolgiamo allo specchio, ai raggi X, alle risonanze magnetiche, alle ecografie, agli psicologi, psicanalisti...senza sapere (o volere accettare quando ci viene detto) che è possibile estendere la nostra coscienza anche all'interno di noi stessi, grazie a tecniche di respiro e di focalizzazione mentale.
Sentire il proprio corpo dall'interno è possibile ed estremamente utile, qualunque sia l'obiettivo che inseguiamo nella vita...utile a sfatare molti "miti fasulli" che ci hanno raccontato su noi stessi, ma, soprattutto per chiederci: - Chi sono io che sto andando ad esplorare il mio corpo all'interno? -.
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