giovedì 3 febbraio 2011

Democrazia, Comunismo e Dittatura: tre facce della stessa medaglia



Avete mai visto una medaglia a tre facce?

Nooo?

Neanche io.

Eppure sembra che vi siano dei 'grandi illusionisti' in giro per il mondo che sono riusciti ad operare questo miracolo: ingabbiare la mentalità dei popoli in queste 'tre visioni ideologiche' per asservirli alla propria volontà.

Naturalmente questo non è avvenuto certo dall'oggi al domani, ci sono voluti millenni di schiavitù umana per arrivare a queste forme più sofisticate di assoggettamento dove, tra l'altro, non si capisce più bene chi comanda e chi è comandato.

Così i governanti 'democratici' si sono specializzati nel far credere che siamo tutti liberi e 'compartecipi' della cosa pubblica, salvo poi non avere il denaro per comprarsela quella 'cosa' pubblica, ma se la comprano i governanti stessi: chi maneggia festeggia.

Quelli comunisti fanno credere che lo Stato siamo noi, che siamo tutti uguali (tutti uguali? ma quando mai?) e che dobbiamo sacrificare la nostra individualità per il bene del Popolo (cioè dei dirigenti del Partito): anche qui chi maneggia festeggia.

I dittatori, invece, se ne fregano un cazzo, e impongono con la forza la loro volontà (ma di questi tempi anche con l'inganno: infatti molti dittatori si fanno chiamare 'presidente' e presentano la dittatura come democratica, perché c'è il 'gendarme' statunitense che ha dichiarato guerra ai paesi non 'democratici', almeno a quelli deboli).

Ora azzardo una 'strana' soluzione, una soluzione 'utopica' naturalmente, una soluzione non certo applicabile nell'immediato, ma che può essere seminata nelle coscienze e, chissà, forse un giorno può anche fiorire.

La soluzione è questa: anziché accettare di farsi governare da 'terzi' perché non imparare ad autogovernarsi?

Anarchia? No! Autarchia.

Ma l'autarchia si impara, si coltiva non si improvvisa, e governare se stessi, si sà, è la cosa più difficile al mondo.

Una autarchia improntata sul senso di rispetto per gli altri, sul piacere di condividere con gli altri le proprie capacità; improntata sull'amore di se stessi e degli altri, sulla riconoscenza delle cose belle che la vita e gli altri ci offrono.

Un'autarchia dove ogni luogo territoriale è autosufficente, si nutre e si arrangia coi prodotti della propria terra seguendo il ritmo delle stagioni, e sviluppa una propria cultura, arti, scienze naturali...sempre improntate sul piacere di vivere e sul rispetto della natura e degli altri.

Dei luoghi dove si riesca a vivere bene anche senza preti, politici, economisti, catene industriali, grandi centri commerciali, case farmaceutiche...e...fare un po' di pulizia, insomma! Pacificamente naturalmente, niente spargimenti di sangue, mi raccomando, ma un 'processo di depurazione' che deve avvenire lentamente, come di decantazione.

E forse si possono salvare anche alcune cose belle della tecnica, perché no?

...un bel sogno vero?

Utopia? Si, può darsi, sicuramente almeno per ora...fatto sta che ogni ideologia è un prodotto della mente e, a volte, basta un click nella mente per mandare a quel paese ogni ideologia, divenendo finalmente veramente liberi di 'autogovernarsi' in modo intelligente.

Le risorse della mente sono infinite, ma occorre conoscersi, coltivarsi.

Ma sembra che l'umanità non è ancora matura per comprendere questo punto.

Senza gendarmi, preti e politici l'umanità tornerebbe ad essere selvaggia, e tornerebbe a imperare la legge del più forte, del più crudele. Si scatenerebbero, molto più di ora, le mafie, i delinquenti...e i lupi farebbero man bassa di popoli-pecore.

No, meglio così, in fondo...meglio la medaglia a tre facce e un po' di erba da brucare.

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