martedì 21 dicembre 2010

Le nove cornici dello Sri Yantra



Come già accennato negli altri post lo Sri Yantra ci comunica un percorso di creazione-mantenimento-dissoluzione che parte dal punto centrale (il bindu) e lì torna a dissolversi: "...l'azione del Kama, l'impulso o desiderio primordiale che si manifesta nell'unità indifferenziata come 'fremito' e si condensa, rendendosi al tempo stesso 'vibrazione sonora', è evidenziata dal punto centrale, il bindu. E' questo il primo segno a emergere sull'immota superficie del vuoto (aggiuno io: che vuoto non è!) ed è come un seme che racchiude le infinite potenzialità dell'Essere. Suprema concentrazione, è la prima limitazione che l'Assoluto si impone ed è il preludio all'espansione del cosmo...".


A mio avviso, l'importante 'messaggio' che ci trasmette lo Sri Yantra è che 'tutto ciò che percepiamo non è nient'altro che una serie di riflessi, di scomposizioni caleidoscopiche, simili a frattali, nate dalla nostra stessa coscienza'.


Come recita il Tantra dell'Unico Punto (e tanti altri tantra e scritture): "Lo stato originario della coscienza di sé è la base universale...".


Da qui l'importanza della Ricerca Interiore. Infatti quando si parla delle 'infinite potenzialità dell'Essere' è proprio del 'nostro stesso essere' che si sta parlando.


Lo Sri Yantra siamo noi, le nostre infinite potenzialità...


Fino a quando ci ostineremo a guardare solo all'esterno, a dividere l'esterno dall'interno, a separarci dal Divino pensadoci fuori da Lui e differenti da Lui, non potremo che perderci nelle infinite sfaccettature olografiche che, forse, sono solo riflessi illusori dell'Unica Realtà (la Coscienza).


Ecco che le Nove Cornici dello Sri Yantra che andrò a presentare (tratte dal libro Mandala, Xenia edizioni) devono, secondo me, essere interpretate sia come un 'viaggio espansivo' alla ricerca delle proprie potenzialità (espresse o ancora da esprimere) che come un 'viaggio entropico, all'interno di se stessi', per tornare alla propria essenza immobile e immortale: il luogo della pace.


Ma diamo la parola a M. Albenese e G. Cella:


"...Analizziamo invece lo Sri Yantra nei vari dettagli che lo compongono; la lettura può essere effettuata partendo dal perimetro esterno per raggiungere il centro o viceversa.


Nel primo caso si sottolinea il processo di dissoluzione del fenomenico e nel secondo di emanazione: benché tali fasi siano sincroniche nell'eterno presente del gioco della Shakti, tuttavia colui che traccia, medita e interiorizza lo Sri Yantra effettua una sorta di pellegrinaggio verso il centro o la vetta - a seconda che il diagramma sia vissuto come discesa nel profondo o ascesa verso il sommo e sia disegnato in piano o costruito con materiale durevole, in alzato, come il monte Meru.


Il senso di questo 'pellegrinaggio' è la realizzazione del sacro nel profano e quindi il percorso dello Sri Yantra dovrebbe iniziare dalla periferia per arrivare al centro, in chiaro simbolismo di contrazione/concentrazione per attingere il bindu e da lì riespandersi nel vuoto.


La nozione del vuoto, centrale nel buddhismo Vajrayana, si addice anche al contesto indù, proprio perché è la più vicina a evocare l'infinita e ineffabile dimensione dell'Assoluto.


Si inizia dunque dalla parte più esterna del diagramma per procedere attraverso nove insiemi di strutture geometriche (che non sono i nove triangoli citati nel post precedente) bensì una sorta di cornici concentriche di sempre più sottile visualizzazione, a cui vengono attribuiti dei nomi che evocano i diversi livelli di trasformazione e realizzazione.


La prima cornice (quella esterna) è costituita da un quadrato con quattro porte, formato a sua volta da tre linee e considerato la base dello Sri Yantra.


E' evidente il collegamento con la Terra (nota mia: perché nella simbologia sacra la Terra viene rappresentata come un quadrato) quale elemento più grosso fra i costituenti dell'universo, e con il muladhara, il chakra di base e quindi il più basso nell'essere umano.


Nel quadrato sono inscritti tre cerchi che rimandano al Triplice Mondo e all'incanto che questo esercita sugli esseri, condizione data a questa prima cornice dello Yantra: 'Incantatrice del triplice mondo'.


Tre sono le categorie divine coinvolte in questo livello.
Prime a dispiegarsi sono le divinità che garantiscono dieci poteri eccezionali: la capacità di divenire infinitamente piccoli, infinitamente grandi, leggerissimi o pesantissimi, il potere di dominare, soggiogare, realizzare ogni desiderio e ottenere qualsiasi cosa, provare il piacere più totale e non avere alcun ostacolo nell'attuazione dei propri fini.


Poiché a questo livello l'approccio con il reale è condizionato dal desiderio in esso si lavora sulle passioni per reintegrarle e sublimarle, come indicano le divinità femminili che le incarnano e che qui sono propiziate con il solo intento della trasmutazione: Bramosia, Collera, Avarizia, Infatuazione, Arroganza, gelosia, Mondanità e Deficienza appaiono al meditante sotto l'aspetto delle otto Matrika Shakti, terribili e potenti come lo sono gli ostacoli psicologici che impediscono alla mente (quando è schiava di queste basse passioni) di procedere libera e spedita nel suo cammino di interiorizzazione.


La terza categoria di divinità evocate è quella delle Mudra Shakti, le guardiane delle dieci direzioni dello spazio (inclusi nadir e zenit) che reggono i sigilli, mudra, dell'autorità..."



5. Continua...


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