venerdì 26 novembre 2010

Yoga: Liberarsi dall'immobilismo dell'ignoranza e dell'impotenza



Esiste un’Unica Natura, un Unico mondo, un’Unica Sostanza Spirituale, un'Unica Coscienza (all'interno della quale si evolvono le infinite coscienze individuali) ma finché continueremo a credere il contrario non combineremo che guai.

L’unità di tutto ciò che esiste è il fine di cui prendere coscienza e al quale armonizzarsi, mentre la disarmonia e l’illusione della divisione, nate dall’ignoranza, sono il vero male del mondo.


Ma non possiamo cambiare niente fuori di noi se prima non guariamo noi stessi, non possiamo trasformare il mondo esteriore se prima non trasformiamo quello interiore liberandolo dall’immobilismo dell’ignoranza e dell’impotenza.

Presupposto fondamentale per intraprendere un autentico cammino alla ricerca della Verità è innanzitutto aver compreso, anche solo per un attimo (ma vissuto intensamente), che viviamo all’interno di una prigione mentale fatta di parole, concetti, opinioni, dogmi, idee fisse che ci impediscono di guardare alla vita e a noi stessi con occhi limpidi e trasparenti.

Questa "presa di coscienza" deve necessariamente produrre in noi uno stato di insofferenza nei confronti della schiavitù dei vecchi contenuti mentali, i soli che ci impediscono di vedere l’eterna freschezza dell’esistenza, tenendoci rinchiusi in vecchi modelli comportamentali.


Se non proviamo questa "insofferenza", non preoccupiamoci, semplicemente lo yoga (quello vero) non fa ancora per noi.

Per chi, invece, è veramente stanco dell'egemonia di una mente tiranna ecco allora la necessità di stabilire il “silenzio mentale”, quello stato in cui le "vecchia mente chiacchierona e calcolatrice" tace, consentendo alla Conoscenza e alla Forza universale di fluire in noi.


Occorre perciò uno "sforzo individuale" che dal basso si dirige verso l'Alto.


Allora la "discesa" della Forza Divina scendendo dall’alto, come una cascata di pura energia, si incontra e si fonde con l'Energia che abbiamo "risvegliato" dal basso.


La Coscienza e la Forza extracosmica si incontra con quella della Natura Inferiore, di cui ognuno di noi è un concentrato.


Il risultato di questa "fusione" pervade tutto il nostro essere rinnovandolo continuamente, espandendolo e nutrendolo di sempre nuova forza, intelligenza e amore, traboccando poi all'esterno.

Sforzo e abbandono: due requisiti indispensabili nello Yoga.


Abbandono...


Con l'abbandono ci si "apre" a quella Dimensione Divina viva e forte, che è Potere allo stato puro.


E' quella "Forza Divina" che da sempre nutre i nostri involucri inferiori, ma che solo le barriere dei concetti mentali ci impediscono di percepire o di abbandonarvisi fiduciosi.


La capacità di sapersi abbandonare a Ciò che viene dall’Alto, dal basso e da ogni dove, quindi, diventa un’altra condizione indispensabile per chi è assetato di Verità, Bellezza, Eternità e vera pace.

Ma, anche quando si sperimentano simili stati di beatitudine (durante la pratica) di solito durano poco; presto il lavorìo meccanico della mente riparte, si viene di nuovo sviati dai pensieri, dalle preoccupazioni, dai dubbi: di nuovo si cade nei vecchi modelli concettuali e comportamentali.

Di nuovo torniamo ad identificarci col nostro "piccolo io".


Ecco quindi la necessità di imparare l’arte della Concentrazione (Dharana), della focalizzazione della consapevolezza e dell’attenzione prolungata su quelli che sono i “punti chiave” che andiamo via via scoprendo nella nostra ricerca.

La concentrazione, proprio come un muscolo, va fortificata, allenata alla resistenza nella durata; solo resistendo concentrati in una condizione di silenzio, di pace, di abbandono (ma solo dopo che ci si è dedicati senza riserve allo sforzo e alla lotta), si può sperimentare sempre più in profondità gli effetti della “discesa della Forza” in ogni cellula del nostro essere.

Questo stato di concentrazione della consapevolezza deve essere costante durante la giornata, qualunque sia l’attività che svolgiamo.


La concentrazione non può essere “recintata” solo nei momenti di pratica.


Da qui l’importanza del “ricordo di sé”, dei propri propositi, obbiettivi e aspirazioni più profonde.


Occorre coltivare la capacità di non farsi travolgere continuamente dalle “onde” o dalle "maree" degli eventi esterni, dimenticandosi di se stessi.


Centratura costante...


Lo Yoga, visto in questi termini, è quindi una esperienza viva, vibrante, che trasforma ogni cellula del nostro essere in Pura Forza, perché: “il valore di una esperienza si misura dal suo potere di cambiare la vita, altrimenti è soltanto un sogno vano o una allucinazione”.

2 commenti:

  1. Grazie Giuseppe.
    Post come questi possono dare coraggio e forza di cambiare a neo ricercatori e non.
    Credo che noi, a differenza del film, Guerre Stellari cerchiamo di interpretarlo e viverlo ogni giorno.
    Ciao.

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