Anche se ormai non mi meraviglio più di nulla mi ha lasciato comunque sbigottito leggere ieri, nella prima pagina (dico prima) della Gazzetta del Mezzogiorno, un articolo di Giuseppe De Tomaso (nientemeno che il direttore della testata giornalistica) intitolato: "Nel ribaltone delle parole ora la guerra si chiama pace".
Purtroppo non sono riuscito a procurarmi il link dell'articolo in questione, perciò ve ne farò un sunto io.
De Tomaso inizia dicendo che il primo a denunciare questo doppio gioco di parole (per far meglio digerire la cosa ai soldati e alla popolazione) fu addirittura Tacito, pochi decenni dopo la nascita dell'era cristiana.
Queste le parole di Tacito: Ubi solitudinem faciant, pacem appellant (laddove fanno il deserto lo chiamano pace).
Questa frase (tratta dall"Agricola) si riferisce alla strategia "di pace" adottata dal generale Calgaco che cercava con giochi di parole di infondere coraggio nei suoi soldati.
"Si, perché anche gli antichi romani spacciavano le missioni militari come operazioni di pace" dice De Tomaso.
E continua parlando della guerra in Irak e Afghanistan e come da decenni ci spacciano vere e proprie missioni di guerra (a scopo utilitaristico) per operazioni di pace.
"...chi decide, alla Casa Bianca come al Cremlino, sa che le truppe vanno in vere zone di guerra. Ma grazie al marketing e a sofisticate strategie di comunicazione, passa da anni la convinzione che Americani ed Europei vadano a presidiare zone di relativa sicurezza...", queste sono ancora parole sue.
E poi rivela di come la Cina si stia impadronendo di mezza Africa (acquistandola) e tante belle altre cose.
E mi chiedo: - La Gazzetta è un giornale che viene letto almeno da 50.000 persone al giorno. Quante di queste persone hanno letto questo pezzo? Cosa hanno veramente capito? Cosa hanno pensato poi, queste stesse persone, leggendo sulla prima pagina dello stesso giornale, il giorno dopo, le parole del presidente della Repubblica che afferma che i nostri militari in Afghanistan stanno morendo per "una causa giusta"?
Non è che quei ragazzi non sapevano esattamente a cosa andavano incontro?
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