giovedì 21 ottobre 2010

Uso e abuso



Nonostante da diversi decenni molti attenti osservatori abbiano denunciato i pericoli insiti nell’eccessiva produttività, logica conseguenza di un sistema capitalistico, regolarmente le loro impopolari parole sono finite nel dimenticatoio.

Di questi tempi, apparentemente, sembra che non convenga a nessuno fare un uso parco dei beni a nostra disposizione. Tutti hanni degli interessi a far sì che la produttività non solo vada avanti, ma che si raddoppi, si triplichi...

Ma questo solo apparentemente.

Apparentemente sembra che produrre a manetta convenga molto agli industriali e a tutti coloro che offrono servizi collaterali (se parliamo di oggetti).

Stampare infiniti giornali, riviste o libri sembra che convenga molto ai rispettivi proprietari di testate giornalistiche o di case editrici e a pseudogiornalisti e pseudoscrittori.

Mandare in onda centinaia di programmi televisivi (spesso inguardabili) per soddisfare i bassi appetiti di un pubblico incolto “sembra” che convenga moltissimo ai produttori televisivi e alle migliaia di addetti al settore “spettacolo”.

“Sembra” che tutti ci godono con questo sistema basato sulla quantità in vece della qualità: ci gode il produttore televisivo perché alza lo share e guadagna a piene mani con le pubblicità, ci gode il presentatore di turno con i suoi alti compensi di ingaggio, ci godono i partecipanti agli show demenziali (perché finalmente “appaiono” da qualche parte), e ci gode il pubblico in sala e da casa perché riempie il proprio “tempo vuoto”.

Ma a ben guardare, invece, l’abuso (cioé l'uso eccessivo) non sta facendo altro che alienarci, ci sta allontanando sempre più da una condizione naturale di auto-appagamento e soddisfazione per cercare all’esterno (in modo abnorme, intendo) la soddisfazione sensoriale-emotiva.

Uso a abuso sono due modi diametralmente opposti di affrontare l’esistenza, e riguarda tutte le attività umane: mangiare, camminare, parlare, pensare, usare oggetti, lavorare, e via dicendo.

Il primo è armonioso, mentre l’abuso non può che generare disarmonia e, a lungo andare, problematiche varie e scontento.

Le crescenti problematiche sociali legate allo smaltimento dei rifiuti è la prova di quanto stiamo pagando caro non il benessere, ma l’abuso dello stesso.

Niente di male nell’avere un telefonino, ma averne quattro, e usarlo da mattina a sera per scopi futili, soddisferà sicuramente le aziende telefoniche e i produttori, ma “a lungo andare” non meravigliamoci se ci mettono un inceneritore sotto casa.

Se Mangiamo come un fagocito ubriaco questo soddisferà sicuramente le aziende alimentari e gli addetti ai servizi collaterali, ma poi non meravigliamoci se ci viene un infarto (per obesità) o se ci mettono una discarica sotto casa (di fianco all’inceneritore).

Se per fare cinquecento metri (dico 500) non sappiamo fare a meno di usare la nostra automobile lucidafiammanteultimomodellosportivo, sicuramente faremo la gioia delle industrie automobiliste, delle aziende collaterali e dei petrolieri, ma poi non lamentiamoci se, sempre a lungo andare, si fanno guerre per il petrolio (guerre in cui vanno a morire i nostri figli), né lamentiamoci se ci piazzano un’autodemolizione sotto casa (di fianco all’inceneritore e alla discarica).

Occhio all’uso e abuso.

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