martedì 28 settembre 2010

Riflessioni sulla pietà


Il modo in cui ho concluso il post di ieri (cioè l’appello ad aiutare il popolo tuvino) mi ha lasciato perplesso per tutta la giornata.

Mi si sono scatenate nella mente tutta una serie di “riflessioni sulla pietà”, l’effettiva utilità che questa possa avere nel dare aiuto a minoranze etniche (o a singole persone) e soprattutto il giusto atteggiamento da avere quando si offre un aiuto a persone bisognose.

E’ facile, infatti, cadere nell’ipocrisia o nel far sentire delle nullità le persone alle quali stiamo rivolgendo il nostro “pietoso” aiuto, se non lo facciamo con molto tatto.

Nel caso del popolo tuvino (e di tante altre minoranze etniche in serie difficoltà) può risultare estremamente umiliante ricevere la pietà degli altri (anch’io mi sentirei umiliato), da altri che ignorano la “vera questione”, cioè l’essere stati decimati e messi in minoranza in casa propria.

La loro attuale indigenza non è dovuta esclusivamente alle impietose condizioni dell’habitat in cui vivono - ci hanno vissuto per millenni, sapranno pur bene come affrontare i lunghi inverni e altre avversità – quanto l’invasione da parte di popoli più forti e numerosi.

Quindi il vero aiuto che si può dare alle numerose minoranze etniche in gravi difficoltà è quello di operare al fine di lottare per stabilire I Diritti Umani a livello planetario.

Per Diritti Umani intendo lasciar in pace una popolazione, non rompergli le scatole. Lasciarla libera di seguire le proprie tradizioni, rispettare il suo territorio, non impoverirlo ed emarginarlo con la propria politica economica-espansionista.

Per questo espongo apertamente il mio dissenso riguardo al comportamento attuale delle Grandi Nazioni: la Grande Cina, la Grande Russia, la Grande America, La Grande Europa…Grandi Rompiscatole che derubano i territori delle piccole minoranze, li derubano delle loro culture millenarie e li privano non solo di territorio e di ricchezza, ma anche e soprattutto di dignità.

E poi se ne esce qualche riccone (di quelle Grandi Nazioni) e ipocritamente mostra di aiutare economicamente dei popoli che sono stati privati di tutto, proprio dai Governi di cui il “riccone” fa parte (e di cui forse è membro).

E la dignità umana dove la mettiamo?

Se non è dignitoso per un popolo essere privato del proprio territorio e delle proprie tradizioni culturali e religiose, è ancor meno dignitoso ricevere la carità.

Quindi, se qualcuno si dovesse trovare nelle condizioni di fare qualcosa, che lo faccia con molta discrezione, ben sapendo che il suo aiuto può piuttosto offendere se non viene dato con amore e riservatezza.

Fermo restando che il vero aiuto, lo ripeto, è battersi per i Diritti Umani.

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