martedì 21 settembre 2010

Furto di Yoga


Grazie a Walter per la segnalazione


"Furto di yoga".

Titolano così alcuni giornali indiani di questi giorni dopo l'ennesimo tentativo, negli USA, di mettere il copyright sulle posizioni dello yoga.




Il governo indiano già da un po' si sta adoperando per stabilire una volta per tutte che lo yoga è Patrimonio Mondiale dell'Umanità, e non può essere oggetto di privatizzazione a scopo di lucro.


Il direttore dell'Agenzia Governativa di New Dehli (la Knowledge Digital Library), V. K. Gupta, sta stilando una sintesi del rapporto presentato da centinaia di esperti del settore, un rapporto di ben 34 milioni di pagine (l'India non è nuova a scritti così voluminosi, basti pensare che il Mahabharata, il più vasto poema al mondo, consta di ben 400.000 versi).


L'intento è di stabilire che le posizioni dello yoga - almeno 900 tra le più tradizionali - appartengono all'umanità da millenni, e non possono cadere nelle grinfie di operatori economici senza scrupoli.


Tutti hanno diritto allo yoga.

Tutti hanno il diritto di conoscere cosa sia veramente lo yoga.

E di certo lo yoga non è un mera ginnastica.


Personalmente, come insegnante di yoga, mi trovo ad affrontare spesso persone che dello yoga hanno una visione alquanto limitata (se non distorta).


Purtroppo in occidente da alcuni decenni, con l'avvento del filone New Age, vi è la tendenza ad incorporare lo yoga nel "calderone" delle "pratiche per il benessere", svilendo così l'essenza stessa dello yoga (che è quello di elevarsi ad un livello coscienziale tale da far sperimentare direttamente al praticante cos'è Reale e cosa illusorio, al fine di raggiungere la liberazione dal ciclo di morti e rinascite).


Pur riconoscendo che il benessere fisico è essenziale nella vita, e lo yoga apporta sicuramente un grande benessere, ridurlo solo a questa finalità mi sembra alquanto riduttivo (e secondo me addirittura offensivo).


Offensivo non solo per gli sforzi fatti nei millenni da Grandi Esseri che, in una infaticabile staffetta, hanno mantenuto in vita questo mirabile corpo di insegnamenti, ma offensivo anche per ognuno di noi.


Infatti ognuno di noi (che ne siamo consapevole o meno) è "un'anima pellegrina" in cerca della Verità.


Verità che non si presenta nello yoga come un dogma da seguire ciecamente, ma come pratica e studio che, pian piano, ci portano a far splendere il "gioiello" della nostra coscienza (attualmente un po' offuscata).


In definitiva lo yoga, attraverso un percorso di ascesi, porta all'autorealizzazione, alla comprensione di cosa siamo veramente, e al vero benessere, non solo fisico o mentale, ma di natura più profonda e duratura.


Chissà, forse può rivelarsi un bene che avvengano queste battaglie sullo yoga.


Sempre che trionfi la conoscenza del vero Yoga.

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