Lo Yoga, quello vero, inizia quando finisce l’illusione della separazione.
Lo si può paragonare a quel magico momento in cui le acque di un grande fiume si riversano nell’Oceano.
In quel momento il fiume cessa di essere tale e diviene l’oceano stesso.
Prima di allora il fiume non ha fatto altro che scorrere ingrossandosi e anelando al magico momento dell’incontro e…della fusione.
Perciò io, insegnante di yoga, volendo essere onesto con me stesso e con gli altri, non dovrei dire di essere un insegnante di yoga, perché sono ancora un fiume in cammino.
Sarebbe più corretto dire che sto cercando la fusione e quello che faccio fare non sono altro che tecniche propedeutiche al vero yoga, sistemi per bloccare la mente concettuale.
Yoga non è praticare delle asana, pranayama, mudra…(pur indispensabili per arrivare allo yoga) yoga è aver perso definitivamente il concetto separativo tra noi e il resto del mondo, aver “rotto gli argini”.
Allora, asana o non asana, mudra o non mudra si è in unità.
Prima di allora se non si è un fiume in cammino si è solo una pozzanghera che aspetta il monsone per gonfiare il proprio ego.
Per questo è importante che il fiume scorra sempre, che superi qualunque ostacolo o che lo travolga se necessario, perché il fiume non può fermarsi. Cesserebbe di essere un fiume e diventerebbe un misero acquitrino, o potrebbe addirittura prosciugarsi.
Ma a chi le vado a dire queste cose?
Più semplice continuare a presentarsi come un insegnante di yoga e aspettare che il tempo faccia il resto, dandomi l’occasione per spiegare più compiutamente.
Io intanto continuo a fluire verso l’oceano.
Lo si può paragonare a quel magico momento in cui le acque di un grande fiume si riversano nell’Oceano.
In quel momento il fiume cessa di essere tale e diviene l’oceano stesso.
Prima di allora il fiume non ha fatto altro che scorrere ingrossandosi e anelando al magico momento dell’incontro e…della fusione.
Perciò io, insegnante di yoga, volendo essere onesto con me stesso e con gli altri, non dovrei dire di essere un insegnante di yoga, perché sono ancora un fiume in cammino.
Sarebbe più corretto dire che sto cercando la fusione e quello che faccio fare non sono altro che tecniche propedeutiche al vero yoga, sistemi per bloccare la mente concettuale.
Yoga non è praticare delle asana, pranayama, mudra…(pur indispensabili per arrivare allo yoga) yoga è aver perso definitivamente il concetto separativo tra noi e il resto del mondo, aver “rotto gli argini”.
Allora, asana o non asana, mudra o non mudra si è in unità.
Prima di allora se non si è un fiume in cammino si è solo una pozzanghera che aspetta il monsone per gonfiare il proprio ego.
Per questo è importante che il fiume scorra sempre, che superi qualunque ostacolo o che lo travolga se necessario, perché il fiume non può fermarsi. Cesserebbe di essere un fiume e diventerebbe un misero acquitrino, o potrebbe addirittura prosciugarsi.
Ma a chi le vado a dire queste cose?
Più semplice continuare a presentarsi come un insegnante di yoga e aspettare che il tempo faccia il resto, dandomi l’occasione per spiegare più compiutamente.
Io intanto continuo a fluire verso l’oceano.
E giusto per complicare le cose concluderò alla maniera zen e dirò: - Chi fluisce? C'è forse qualcosa che si muove? -
Ma a questo dedicherò un altro post.
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