martedì 22 giugno 2010

Gli oggetti dei sensi: Il Suono



Come ho anticipato in un post precedente i sensi sono mezzi di “contatto” col mondo esterno e strumenti di conoscenza. Già, perché la conoscenza non è il sapere – cioè un accumulo di dati letti e sentiti qua e là, bensì frutto dell’esperienza diretta attraverso la sperimentazione sensoriale e la comprensione mentale che ne deriva.

Inoltre, sebbene i sensi siano strettamente correlati alla materia, nondimeno si possono rivelare come porte di accesso alla comprensione di qualcosa (il nostro vero sé) che sta oltre (o dentro) la stessa.
Questo è un mistero profondo al quale è possibile accedere con la Meditazione.

Vi è un “principio” immateriale che si evolve e impara a conoscersi proprio attraverso la sperimentazione materiale, attraverso i sensi.

Io credo che sebbene la creazione sia definita la grande Maya - illusoria perché impermanente - nonostante tutto i suoi effetti sulla coscienza sono più che reali, concreti.

Addestrarsi alla percezione consapevole delle impressioni sensoriali si rivela quindi, secondo me, un enorme passo avanti verso una maggiore conoscenza di se stessi e del mondo.

Com’è risaputo in tutte le tradizioni il primo elemento della creazione è il suono.

Prima dell’emissione del suono originario non esisteva né lo spazio né il tempo...né la coscienza.
Le scritture ci dicono che allora solo il puro spirito aleggiava sulle “acque” della materia indifferenziata (quando pensate alla materia originale non pensate a qualcosa di solido, quanto piuttosto di molto rarefatto, etereo).

E’ stato proprio il suono originario – e non entriamo nel merito di chi lo abbia emesso – ad imprimere il primo movimento vibratorio. Col suono si è prodotta la vibrazione.

Lo spazio, il tempo e la direzione sono una conseguenza della vibrazione. La creazione ha avuto inizio.

Il suono originario, vibrando, ha cominciato ad attirare a sé (o respingere) atomi di materia primigenia, differenziandoli e raggruppandoli secondo un ordine, per similitudine.

Il soggetto è vasto e complesso, perciò lo lasciamo qui.

Ciò che invece può essere molto utile a ognuno è l’attenzione (e la conseguente riflessione) ai suoni, e ai conseguenti effetti emotivi e psicologici (nonché fisici) che i suoni producono in noi. Una sorta di meditazione sul suono.

Cosa ci comunica un suono?

Ad esempio il suono ci rende consapevoli della profondità dello spazio, della distanza e della direzione. Profondità. Provate per esempio a togliere il sonoro da un film, tutto diventa piatto, senza profondità.

Inoltre i suoni dicono molto della fonte che li ha emessi: vi sono suoni metallici, cupi, stridenti. Vi sono i fruscìi, i sibili, gli schianti..quante informazioni!

Affiniamo l’udito.

Emessi dall’uomo (anche quando parla) ci dicono molto dei suoi stati mentali e stati d’animo.

Sussurri, parole smorzate in gola, riso, toni freddi o caldi…ci trasmettono risentimento, timidezza, gioia, indecisione, diffidenza, lamento…e se la parola mente è più difficile per il suono fare altrettanto. Ma bisogna imparare a riconoscerlo per quello che è, senza anticipazioni preconcettuali.

Però badate bene, durante questo esercizio ho detto di ascoltare il suono, non la parola, il linguaggio concettuale.
Come base di un linguaggio vi è il suono. Le sillabe sono suoni. Ecco proviamo a “sentire”, attraverso la qualità di una voce, ciò che le parole velano.

Credo che continuerò questa carrellata sui sensi o sugli oggetti dei sensi. Poche parole, in base alle mie esperienze e…buon ascolto.

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