venerdì 18 novembre 2011

Rivoluzione sociale? No, grazie!



Il nuovo Governo sta muovendo i primi passi che già si sentono rumori di protesta.

Il timore che questi uomini - tutti dei "tecnici"- facciano precipitare l'Italia ancor più verso il baratro è fortemente sentito da molti. Soprattutto dai sostenitori del "complotto" mondiale.

Che la tesi del complottismo sia vera o falsa è difficile dirlo. Ma a mio avviso una cosa si può dire: non è certo la rivoluzione con le pietre che può cambiare le sorti dell'Italia e del Mondo.

Sempre a mio avviso, s'intende, l'unica rivoluzione possibile (e utile) è la "rivoluzione interiore".

Svegliamoci!

Siamo noi che dobbiamo cambiare. Ognuno di noi, singolarmente.

E' facile puntare il dito verso gli altri. Più difficile fare una seria analisi del proprio comportamento sociale. Un comportamento a dir poco "passivo" (io, ad esempio, bevo solo acqua di fontana da diversi anni, cambio il telefonino proprio quando è necessario, anche dopo anni, eccetera eccetera...).

Perciò per "passivo" intendo chi asseconda l'andazzo politico-produttivo così come lo abbiamo conosciuto dagli anni del dopoguerra in poi.

Passivo, per me, è chi segue pari pari le direttive del "sistema" produttivo. Sistema indirizzato solo alla crescita del PIL, alla produzione massificata di prodotti di scarsa necessità (prodotti utili solo a perpetuare il fallimentare sistema capitalistico per l'utilità di pochi straricchi).

Sistema capitalistico che se ne frega dell'essere umano in quanto tale, perché secondo i codici di questo "sistema" sono più importanti i numeri...i profitti.

L'uomo e la !qualità" dei prodotti passano in secondo piano.

Ecco. Noi, in quanto fruitori dei "beni" di consumo, possiamo imparare a regolarci meglio, comprare solo il necessario, rispettare l'ambiente.

Autoprodurre.

Pretendere prodotti di qualità e "servizi" di qualità.

Perciò vi sono altri modi per "far sentire" la propria voce.

Cerchiamo l'Uomo Nuovo dentro di noi.

Rivoluzioniamo il nostro modo di essere.

E allora sicuramente anche chi ci governa comincerà a cambiare.

Se consideriamo che gli "uomini di potere" possono essere 100.000 in tutto il mondo: cosa possono fare centomila persone contro sei miliardi e mezzo di uomini e donne più oneste, sveglie e consapevoli?

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