giovedì 24 novembre 2011

Meditazione - Il potere del silenzio


Tutte le tecniche "interne" dello Yoga servono a stabilire uno stato di silenzio interiore.

A partire dal silenzio si può accedere a stati di concentrazione e meditativi, più o meno profondi.

Ma perché stabilire (o ristabilire) il silenzio mentale?

Per comprendere l'immenso "potere" del silenzio è necessario rendersi prima conto del potere che le parole e i pensieri esercitano su di noi. E di quanto ognuno di noi ne sia (consapevolmente o meno) soggetto.

I nostri pensieri hanno una influenza straordinaria sui nostri stati d'animo e sulla "visione" della vita e di noi stessi. Basta una sola parola (o un pensiero) per scatenare nella nostra mente tutta una serie di associazioni mnemoniche.

Queste associazioni di parole e idee sono sempre attive meccanicamente nel nostro pensiero, e generano un vero e proprio vortice che ci trascina in basso o in alto, secondo la colorazione che prendono i pensieri.

E basta una sola parola o un solo pensiero per rovinarci letteralmente la giornata.

Se, per esempio, sin da bambini in famiglia siamo stati trattati con sufficienza, venendo considerati alla stregua di idioti, basterà un "tu non capisci niente" per scatenare in noi una immediata reazione. Reazione che può essere di abbattimento, sconforto, sfiducia in noi stessi, o di rabbia e ribellione.

Le parole hanno veramente una influenza enorme su di noi.

Con le parole veniamo indotti a credere in qualcosa piuttosto che in altre.

Con le parole veniamo convinti ad acquistare un prodotto piuttosto che un'altro.

Con le parole veniamo sedotti, abbindolati, glorificati, vilipesi, offesi....

Ciò che occorre capire è che le parole sono solo simboli che rappresentano la realtà, non sono la realtà, non sono l'esperienza diretta.

Le parole sono solo parole.

E il loro "peso specifico" dipende dall'importanza che noi gli diamo.

Siamo noi che diamo importanza e significato alle parole.

Se ne fossimo consapevoli il "potere" della parola tornerebbe a nostro vantaggio.

Ma meno ne siamo consapevoli più le parole, imprimendosi nella nostra mente, generano associazioni a non finire, creando conseguenti stati d'animo che, belli o brutti che siano, sono comunque sempre illusori.

Insomma, una volta capito l'enorme potere che le parole e i pensieri esercitano su di noi diventa più facile capire il "potere dell'antitodo" al chiacchiericcio mentale: il silenzio.

Ecco che, una volta capita l'importanza di assorbirsi in "spazi" di silenzio interiore, può finalmente farsi strada, dentro di noi, la comprensione del perché delle tecniche meditative.

Da questo punto di vista potremmo dire che la Meditazione inizia col "fare pulizia" dalle sovrastrutture verbali.

Allora, una volta assaporata la pace e la chiarezza di visione conferite dal silenzio, si arriva finalmente a comprendere che il silenzio vi è sempre stato come sottofondo- esattamente come il fondo scuro della pagina sulla quale sto scrivendo ora - solo che era coperto da tale e tanto rumore, e da tali e tante distrazioni, da sembrare inesistente o, peggio ancora, inutile.

Con conseguenze disastrose sulla nostra psiche.

Perché, allora, non imparare ad usare il "potere del silenzio"?

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