giovedì 3 novembre 2011

Alcune pagine Zen


Di questo libro non posso dire né il titolo né l'autore, perché l'ho trovato per "caso" e mi mancano le prime pagine. Posso solo dire che appartiene alla tradizione Zen e che probabilmente risale al XIV secolo.

LIBERAZIONE

Coloro che cercano la liberazione solo per se stessi non possono diventare pienamente illuminati. Sebbene si possa dire che chi non è già liberato non può liberare gli altri, il processo stesso di dimenticare se stessi per aiutare gli altri è, in sé, liberatorio.
Pertanto coloro che cercano di fare del bene soltanto a se stessi in realtà così facendo si fanno del male, mentre coloro che aiutano gli altri così facendo aiutano anche se stessi.

COMPASSIONE

Vi sono tre generi di compassione. Un genere è la compassione che ha per oggetto gli esseri viventi in quanto tali. Un altro è la compassione che ha per oggetto gli elementi. Il terzo è la compassione senza oggetto. Questi tre generi di compassione sono molto differenti.
La compassione che ha per oggetto gli esseri viventi in quanto tali è la compassione di chi pensa che gli esseri siano reali e che le loro illusioni siano reali, e desidera liberare questi esseri reali dalle loro illusioni reali. Questa è la compassione sentimentale, che è limitata dalle sensazioni. E' ancora soltanto emozione e desiderio, non una vera compassione liberatoria.
La compassione che ha per oggetto gli elementi è la compassione che vede tutti gli esseri come prodotti condizionati di relazioni casuali, come composti di elementi che non hanno una persona reale o una cosa reale in sé. Questa è compassione illusoria per esseri illusori, e utilizza mezzi illusori per liberare esseri illusori da inganni illusori. Sebbene trascenda l'appiccicosa emozione della compassione sentimentale, tale compassione, simile a un sogno, conserva ancora l'immagine dell'illusione, per cui non è ancora una compassione liberata.

IL TERRENO DELLA MENTE

Fintanto che e persone non realizzano il fondamento della mente, anche se compiono opere di bene la loro virtù è contaminata. Ecco perché i maestri Zen e altre scuole del Buddhismo raccomandano che le persone prima rischiarino il terreno fondamentale della mente e poi coltivino le virtù.
Il bene coltivato da persone che non hanno realizzato l'essenza della mente è soltanto la causa di risultati costruiti. Pertanto non è la via essenziale alla liberazione. Anche se costoro si dedicano all'insegnamento e all'iniziazione degli altri, ricadono nella compassione sentimentale, per cui non si tratta di un vero insegnamento.

DEMONI

Vi sono vari fenomeni e atteggiamenti mentali che ostacolano la vera comprensione. A causa della loro natura dannosa e distruttiva, sono chiamati démoni, o diavoli.
Fra tali démoni vi sono l'avidità, l'odio, la presunzione, le opinioni dogmatiche, l'assuefazione a stati meditativi, l'orgoglio per la conoscenza, il desiderio di liberazione personale soltanto per amor proprio, la compassione sentimentale, la fretta ansiosa di raggiungere l'illuminazione, l'idolatria per i maestri, il rifiuto dell'insegnamento per aver trovato difetti nel comportamento esteriore dei maestri, l'indulgere alle passioni e l'aver timore delle passioni.
Chiunque voglia realizzare l'illuminazione buddhista è obbligato a esaminare la propria mente e il proprio cuore alla ricerca di questi diavoli.
I démoni possono nascere a causa dell'errata applicazione della mente. Possono anche infiammarsi in una mente applicata correttamente in cui stanno per estinguersi, proprio come la fiamma di una candela dà un bagliore subito prima di spegnersi.
In ogni caso, non consentire che la mente venga agitata dai démoni, perché questa agitazione perpetua la loro influenza.

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