Praticare Meditazione non è difficile: basta sedere immobili, attenti...presenti, e lasciar "cadere" ogni sorta di identificazione.
Compresa quella del "meditante".
Essere semplicemente "testimone" di tutto ciò che accade, fuori e dentro.
Niente giudizio.
Niente attaccamento.
La mente tace...o se parla non le si presta attenzione.
Praticare Meditazione non è difficile....
Quel che è difficile è continuare a farlo giorno dopo giorno, anno dopo anno...in un crescendo di "abbandono" e di "apertura" a "ciò" che sta oltre il conosciuto.
Quel che è difficile è arrivare a "non praticare" più meditazione...ma "essere in meditazione". Sempre e ovunque.
E nonostante tutto continuare a sedersi per "meditare".
Ma senza più ossessione o ansietà di arrivare chissà dove.
Ancor più difficile è provare a spiegare ad un gruppo di persone interessate alla "meditazione" perché sedere e rimanere immobili, attenti, concentrati...presenti.
E' difficile perché ci si accorge che mancano i "fondamenti educativi" alla Meditazione.
Se il gruppo in questione ha "vero desiderio", pazienza, capacità di resistere e perseveranza (sia nel cercare di capire il perché meditare, sia nella pratica), allora si può fare.
Si può cominciare, ad esempio, con lo spiegare i motivi del perché si dice che "la Mente mente".
Perché la mente "nuda e cruda" non l'ha mai vista nessuno. Semplicemente si vedono i riflessi di luce e suoni che si specchiano nella mente. Generando nella coscienza individuale identificazioni e condiziona-menti.
Ecco quindi perché è così necessario (per chi aspira a divenire un "cercatore di Verità") andare "oltre" i contenuti della mente.
Sedere nell'immobilità e rendere la mente come uno "specchio" pulito.
O come una pellicola trasparente.
Sedere...e semplicemente "aprirsi" a Quello che sta "oltre" la mente.
Lasciandolo "filtrare" all'interno...e bagnarsi nella sua Luce.
E lasciare che sia...Ciò che da sempre è...
Ma, a quel punto, dov'è l'interno, e dove l'esterno?
E chi si bagna?
E in cosa?
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