Qualche sera fa mi è capitato di assistere ad una mini inchiesta sulla cultura degli italiani (se non ricordo male su Otto e mezzo, il programma di LA7 presentato da Lilli Gruber).
In questo servizio si asseriva che sono circa 4 milioni gli italiani che leggono, vanno al cinema, frequentano teatri e musei...
Solo quattro milioni, gli altri guardano la tivù, leggono le notizie di cronaca o di sport sui giornali e roba di questo genere. Vittime della comunicazione di massa.
In un primo momento mi sono sentito scoraggiato: "Ma come faranno tutti gli altri a sapere tutte le verità nascoste?"
Poi mi sono ricordato della Teoria della centesima scimmia.
Faccio un breve riassunto (giusto per coloro che non ne hanno mai sentito parlare): All'inizio degli anni '50 su un'isola del Giappone, Koshima, degli scienziati che tenevano sotto osservazione una colonia di scimmie notarono uno strano fenomeno (da allora chiamato La teoria della centesima scimmia).
In pratica una scimmia di 18 mesi, Imo, che come tutte le altre scimmie era ghiotta di patate dolci (ma trovava la sabbia di cui le patate erano sporche molto sgradevole) imparò a lavare le patate. Dopo un po' Imo fu imitata da altre scimmie, ma non da tutte.
Poi avvenne un fatto strano: una volta raggiunta la "massa critica" di cento scimmie tutte le altre scimmie della colonia impararono a pulire le patate.
Ma la cosa non finisce qui, straordinariamente (e questo è un fatto ancora più incredibile) anche le scimmie che vivevano su altre isole vicine, pur senza aver avuto contatto con la colonia di Koshima, impararono a lavare le patate.
Sembra che in qualche modo ciò che impara a fare un certo numero di individui (anche umani) una volta raggiunta la massa critica diventi patrimonio di tutti. Prendiamo il caso dei telefonini, di Internet o delle automobili. All'inizio degli anni '80 pochissimi usavano il telefonino, molti lo vedevano come un oggetto inutile, superfluo. Stessa cosa con l'uso del computer o della successiva navigazione in Rete. Per non parlare delle automobili. All'inizio degli anni '60, al Sud era rarissimo vedere una donna anziana guidare un'automobile, cosa oggi molto diffusa, ed erano pochi i diciottenni che prendevano subito la patente. Ora tutti questi mezzi tecnologici sono veramente alla portata di tutti.
Forse un giorno non troppo lontano quasi tutti apriranno gli occhi, quale scelta faranno, però, è tutto un altro discorso.
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