venerdì 2 settembre 2011

La pratica di Yoga Nidra non comporta la perdita della volontà!



In quattordici anni di insegnamento mi sembra di aver notato in qualcuno, quando propongo la pratica di Yoga Nidra, una certa resistenza a lasciarsi andare completamente, quasi si avesse il timore di perdere la propria volontà e il controllo su se stessi.

Niente di tutto questo!

La pratica di Yoga Nidra, al contrario, ci porta più vicini al "centro" di noi stessi.

Attraverso la "rotazione della coscienza sulle varie parti del corpo", il "conteggio dei respiri" e le "visualizzazioni", dolcemente la consapevolezza viene guidata ad interiorizzarsi, ma non a perdere il controllo psicofisico né la volontà.

Anzi.

Occorre occorre proprio controllo e volontà per permanere e perdurare in questa pratica.

Alla fine della pratica (o durante) il risultato è il "ritirarsi dei sensi all'interno" ed un rilassamento profondo. L'unico senso che resta vigile e attento è l'udito (che spesso diventa più acuto).

Attraverso la pratica di Yoga Nidra è possibile sciogliere tensioni anche di vecchia data.

Questo stato può essere paragonato a quando la tartaruga ritira i suoi arti all'interno del carapace, e corrisponde al quinto "membro" dell'Ashtanga Yoga, cioè il Pratyahara: la ritrazione dei sensi.

Quindi la pratica di Yoga Nidra, ben lungi dal condurre ad uno stato di ipnosi e perdita di volontà, è un "mezzo" veloce e rilassante per entrare in una condizione di calma concentrazione.

In questo stato non si è più disturbati dalle distrazioni sensoriali e dai pensieri, diventa quindi più facile accedere a stati di coscienza più lucidi e rarefatti. Stati di coscienza più vicini al proprio Essere proprio perché ci liberano (almeno momentaneamente) dai condizionamenti e dalle identificazioni.

Quindi quel senso di disagio che alcuni provano, quella sensazione di "perdersi", è strettamente proporzionata a quanto siamo identificati con la nostra personalità di superficie. Più siamo identificati più avremo paura di "mollare gli ormeggi".

E' anche vero che a volte succede di addormentarsi, durante la pratica di Yoga Nidra, ma questo è dovuto casomai alla stanchezza e non comporta nessuna controindicazione. La mia esperienza decennale mi ha fatto sperimentare che non succede nulla di male nell'addormentarsi.

Al massimo si gode di un riposo molto rigenerante.

Se invece si resta svegli lo stato che si raggiunge è simile a quello del dormiveglia. Ed è una sensazione stupenda sentire il proprio corpo e la mente messi completamente a riposo, e nonostante tutto sentire di esistere.

Da questo stato, poi, è possibile interiorizzarsi ancor di più oppure "riprogrammare" alcune caratteristiche indesiderate del proprio carattere e della propria personalità. Tutto in autonomia e sotto la direzione della propria volontà.


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