giovedì 4 agosto 2011

I Fiori di Kama - La Runa Wunjo




Oggi mi fa piacere offrire in dono questa runa meravigliosa, Wunjo, legata alla prosperità e alla felicità, ma anche alla comprensione che il destino lo si può subire passivamente oppure creare con le proprie azioni consapevoli.

Alcuni cenni sulle rune estrapolate dal libro di Jean-Paul Ronecker, Il Manuale delle Rune, edizioni Hobby & Work.

CENNI SULLE RUNE

Chi vuole penetrare nel mistero delle Rune deve ricordarsi del precetto:

Onorare gli dei,
praticare il coraggio,
fuggire dal male.

Ossia dobbiamo sempre ricordarci che lo Spirito Divino soffia ovunque e che è in noi...Odino non può scomparire, perché le Rune esistono. Chi getta le Rune diviene depositario dello spirito di Odino. Non bisogna scordarsi che il dio orbo si è imposto un terribile sacrificio per trasmettere la conoscenza runica agli uomini.
Le rune devono quindi essere utilizzate con serietà, essendo strumenti del destino e non giochi mondani di "divinazione.

IL SACRIFICIO DI ODINO

Un mattino d'inverno, mentre si era fermato al limitare di un bosco, Odino vide due lupi affamati che gli chiesero aiuto. Il cavallo di Odino li condusse dove si trovava un cadavere di animale nascosto sotto la neve. Da qul momento i due lupi non abbandonarono mai più il dio. Ma Odino voleva di più, egli voleva conoscere le Rune e rivelarle. Le Rune, questi segni misteriosi, questa scrittura segreta e magica, simboli di una conoscenza proibita a cui gli dei non avevano accesso.

Odino meditò sotto l'ombra protettrice dell'albero Yggdrasil per nove giorni e nove notti...il dio orbo da un occhio rimase appeso a testa in giù ad Yggdrasil per nove terribili notti di sofferenza.
Nove notti, così come servono nove mesi per fare un uomo. I soli compagni che ebbe furono i suoi corvi Hugin (Memoria) e Minin (Riflessione), e i suoi due lupi, Freki e Geri.
Con il loror canto disperato accompagnarono il suo orribile supplizio. Odino lottava per superare il dolore impegnandosi a svelare il segreto delle Rune.

Riuscì a scoprirlo alla fine della nona notte e lo trattenne con una sofferenza indicibile.

Quando le tenebre cedettero il posto al sole, il dio venne illuminato dalla luce delle Rune infine rivelate. Scoprendo le Rune Odino tornò in sé come "il principe del potere inciso".

Egli donò queste Rune segrete e magiche agli uomini invitandoli ad entrare nel mistero che stava per creare.
Il padre degli dei rivolgendosi a ognuno di loro disse:

"Sai come inciderle?
Sai come spiegarle?
Sai come dipingerle?
Sai come usarle?
Sai come pregarle?
Sai come offrirle?
Sai come mandarle?
Sai come consumarle?"

I canti di Odino terminano con un mistero, dato che le Rune non rivelano a tutti i loro segreti...


WUNJO

La runa Wunjo si rapporta alla gioia e alla felicità, come mostra chiaramente la strofa del Poema Runico Anglosassone a lei associata:
"La gioia spetta a colui che conosce poco la pena,
senza afflizioni si ottengono progresso e benedizioni".

Il primo verso evoca la vita rude che faceva parte della quotidianità della maggior parte dei popoli dell'Europa all'epoca in cui veniva utilizzato l'alfabeto runico.
Il secondo verso, in questo contesto sociale, sembra considerare la gioia durevole come un'utopia ed evoca una società ideale in cui regnano pace e abbondanza.

Forse a livello mitologico si allude a quel mondo nuovo che potrebbe seguire al Ragnarok, la battaglia finale degli dei; una sorta di età dell'Oro in un mondo di giustizia e di felicità.

Wunjo insegna che la felicità può scaturire in qualunque situazione in cui è assente la pena e, ancor più, che la felicità nasce dall'assenza del dolore...Ci ricorda che la felicità, come la sfortuna, non dura per sempre; perché tutto è in eterno mutamento: dopo un periodo di oscurità e prostrazione il sole interiore torna a risplendere.

La vita ci offre innumerevoli occasioni per essere infelici, ma abbandonarsi al pessimismo non fa altro che aggravare le cose. Perché se all'esterno regna il disordine, a nulla servirà aggiungervi la confusione interiore.

A volte noi stessi siamo i responsabili del nostro soffrire; in preda alle nostre emozioni la situazione ci appare peggiore di quella che è in realtà.
D'altra parte noi siamo in una certa misura gli artefici del nostro destino, perché le nostre azioni o le nostre non-azioni d oggi costruiranno il nostro futuro.

La filosofia antica germanica condanna la debolezza e il pessimismo, spingendo, al contrario, a risollevare sempre la testa e a lottare. Perché queste pene non sono altro che prove inviate dal potere del destino (il Wyrd) e quindi noi dobbiamo adottare un'attitudine positiva e costruttiva per superarle.

Wunjo offre la promessa che nulla è immutabile o definitivo e che il corso del presente può essere cambiato.

Nel corso della "prova" la speranza non deve essere abbandonata, perché noi non siano soli nell'Universo e non dobbiamo quindi crederci indipendenti.

Non dobbiamo dimenticare che il reame degli dei è in noi, se sappiamo trovarlo.

Sta a ognuno di noi seguire i movimenti del Wyrd consapevolmente o esserne trascinati come schiavi.


Nessun commento:

Posta un commento