lunedì 7 dicembre 2009

TAI CHI: LA DANZA DELL'UNITA' E LA SCOPERTA DEL VERO AMORE


Com'è difficile vedere l'Unità nella molteplicità.

Per arrivare a questa "visione" e conservarla stabilmente è necessaria una "espansione" di coscienza tale da farci vedere che la dualità è solo una necessità (ma anche una limitazione) mentale.
La mente per conoscere ha bisogno di stabilire degli opposti: bianco e nero, giorno e notte, pieno e vuoto, eccetera.
Yin e Yang.
Ma credo sia sbagliato dire Yin e Yang, c'è una e di troppo; più corretto è dire Yin-Yang. Infatti sono inseparabili.
Per questo (al fine di una visione unitaria) occorre far tacere la mente catalogatrice, quella che esamina, misura, paragona, divide, giudica...
La molteplicità esiste, ma fa parte di una vasto "disegno" che, in ultima analisi è un'unico disegno. Al riguardo possiamo immaginare una serie infinita di frattali che presi singolarmente sembrano unità a se stanti, ma se allontaniamo il campo visivo si rivelano parte di un disegno ben più vasto.
E badate bene che stiamo parlando di un disegno spazio-temporale.
Così, praticare la Forma del Tai chi è un modo fisico-energetico per superare le barriere dualistiche del tempo, dello spazio e dei contenuti mentali per accedere ad un "spazio" unitario e viverlo direttamente, come un'esperienza che non è solo capita teoricamente. Poi, col tempo, quella che è stata una breve esperienza si ripete, e si ripete sempre più spesso (dipende da quanto pratichiamo e da quanto cerchiamo di portare nel quotidiano ciò che abbiamo sperimentato nella pratica).
Far tacere la mente e agire.
Se lo facciamo sempre più spesso, sempre più spesso la mente tace e, quando lei tace, c'è unità.
E pian piano si manifesta un'altra coscienza e un'altra morale (non più condizionate da ruoli sociali, da identificazioni), un altro modo di stare nella vita, con gli altri...con noi stessi.
E tutto questo porta all'Amore, quello con la A maiuscola.
Chi scrive non vuole essere ipocrita, quindi confessa di sperimentarlo a "singhiozzo". Un po' come le frecce dei carabinieri: ora sì, ora no...La visione amorevole della vita e degli altri in me non è ancora stabile. Ancora mi capita di cadere nel giudizio, nella critica...nella divisione...di identificarmi e cadere nei miei contenuti mentali.
Ma ho toccato "qualcosa", e tanto mi è bastato per incoraggiarmi a continuare. E uso tutte le armi a mia disposizione: lo Yoga, il Tai chi, la Meditazione, lo studio, l'ascolto di musica armoniosa, l'osservazione silenziosa e acritica della Natura: il Sole, fiori, uccelli, nubi...tutto è così bello...amorevole.
Io credo che il Tai chi può essere di enorme utilità a questo scopo: fermare la mente, entrare nel silenzio e vedere le bellezze naturali che ci circondano (anche se non si vedono solo quelle, si sente anche il caos acustico e si vede la confusione che ci circonda, altrimenti non sarebbe una visione vera ma pura immaginazione).
Praticare la Forma non è una semplice ginnastica o un'arte marziale, ma un modo per lasciar cadere la mente. Allora entriamo nell'eternità, nel continuo fluire della vita, dove non c'è un prima e un dopo, un qui e un là, ma un fiume incessante di energia che io chiamo Amore.

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