No, non ho sbagliato termine nel parlare di dovere.
Molto spesso si sente dire: "Ho il diritto di essere felice".
Questo è vero!
Ma è altrettanto vero che ognuno di noi ha anche il dovere di esserlo. Sì! Perché noi non siamo isolati dal resto del mondo. Non siamo trasparenti, inodore, incolore, informi, insonori...perciò i nostri stati d'animo influenzano anche gli altri, che lo vogliamo o meno, che ne siamo consapevoli o meno.
Perciò tutte le volte che stiamo male, e ce ne lamentiamo, influenziamo negativamente anche gli altri.
Detto questo resta solo da stabilire che la felicità a cui alludo io non è quella che deriva dall'avere, ma dall'essere.
Una felicità, perciò, che non dipende da cause e condizioni esterne a noi, ma connaturata alla nostra vera natura e che si manifesta spontaneamente quando ci liberiamo dalle emozoni negative (paure, sensi di colpa, frustrazioni, eccetera) dovute ai condizionamenti mentali e alle conseguenti aspettative che abbiamo nei confronti degli altri e della vita in generale.
Liberare l'essere dalle pastoie della speranza e del timore è quanto di più salutare possiamo fare per noi stessi.
Essere sereni e gioiosi è quanto di meglio possiamo fare per gli altri.
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