giovedì 28 luglio 2011

Arte Marziale - L'importanza della ripetizione del gesto...per renderlo perfetto



Qualunque sia la disciplina marziale che pratichiamo una cosa ha di certo in comune con tutte le altre: la ripetizione del gesto.

Che si tratti di Karate, Judo, Aikido, Kung Fu, Tai Chi Chuan, Muai Thai, Kick Boxing, Difesa personale, Boxe e quant'altro, la ripetizione del gesto ha sempre avuto un'importanza capitale.

Ma raramente, nelle mie frequentazioni di palestre, ho assistito ad un addestramento degli allievi consapevole di questo "semplice" particolare.

Di solito si cerca di "sbrigare" al più presto questa "formalità" passando direttamente al combattimento.

In alcune palestre non ho visto praticare nessun tipo di Kata, di Forma, né ripetizione concentrata del gesto, figuriamoci poi l'addestramento al respiro e al ritmo.
Ci si dedicava soprattutto agli esercizi di riscaldamento e alle tecniche di combattimento.

Lo scopo?
Diventare delle "macchine" da guerra per abbattere l'avversario...in palestra.
Mentre poi, nella "vita reale", sentirsi crollare immediatamente il mondo addosso sotto il peso della prima difficoltà emotiva.

La ripetizione del gesto, per non parlare dell'addestramento all'immobilità, al respiro e al ritmo (ampiamente praticati anticamente in oriente) ci dimostrano che il primo avversario da tenere sotto controllo siamo proprio noi stessi.

Un colpo di taglio, un pugno basso o un calcio alto ruotante dovrebbero essere ripetuti all'infinito cercando il giusto ritmo, il corretto equilibrio...il giusto respiro.

Il gesto deve divenire limpido, pulito, elegante, naturale...senza sbavature.

Il respiro svolge un ruolo importante in tutto questo.

Quando un gesto è teso e disarmonico il ritmo del respiro si altera (con disastrose conseguenze sugli stati emotivi e psicologici). Questo avviene costantemente durante la giornata. Anche durante un combattimento in palestra.

Al combattimento "reale", invece - senza un controllo effettivo sulle proprie emozioni e sui propri gesti -, non ci si arriva neanche, perché l'emotivo gioca brutti scherzi (paralizzando, facendo tremare, o facendo divenire eccessivamente alterati). Risultato: una brutta figura o un guazzabuglio di insulti, di improperi e parolacce che nulla hanno a che vedere con un "confronto" marziale.

La ripetizione del gesto (col giusto respiro e ritmo) di solito annoia.

Eppure cosa c'è di più bello che addestrare il proprio corpo, con pazienza, tenacia e conoscenza, per renderlo uno "strumento" efficace, elastico, forte ed elegante?

La ripetizione del gesto addestra il carattere, fortifica lo spirito, forma la massa muscolare in modo equilibrato, rinforza il sistema nervoso, porta a galla, nella nostra coscienza, il "segreto" dell'equilibrio dinamico (già ampiamente all'opera, in natura, da milioni e milioni di anni).

Il gesto vissuto consapevolmente è importante anche fuori dal tatami.

Grazie alla ripetizione del gesto (vissuto col Cuore) molti grandi uomini hanno realizzato opere importanti.

Cosa sarebbe stato Mozart se non avesse passato molte ore al giorno sulla tastiera? E cosa sarebbe stato Giotto, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Einstein, Bruce Lee o Pat Metheny (strepitoso chitarrista contemporaneo)?

La bellezza espressa da tutte queste persone, attraverso le loro opere, è anche frutto della "ripetizione del gesto". O no?

mercoledì 27 luglio 2011

Ultime ore per far sentire la nostra voce contro il "bavaglio" alla rete



Domani il Presidente dell'Agcom, il sig. Corrado Calabrò, sarà in Parlamento a sostenere la Direttiva pro-censura diretta contro i siti e blog che "sgarrano" nel parlare.

Il Presidente Calabrò sostiene che il "rumore" fatto in rete contro la delibera dell'Agcom sono "...un fiume di commenti, cinguettii, grida di allarme, iniziative. Più megafono che piattaforma di discussione...".

Bene discutiamone allora...ma non quando la "torta" è già pronta!

La libera informazione, si sa, fa paura a chi ha delle cose da nascondere. Perciò si trovano scuse a cavilli di ogni genere pur di far tacere le "voci moleste".

Diversi siti stanno raccogliendo commenti da presentare in Parlamento.
Restano solo poche ore.

Chiunque sia interessato può inviare il proprio commento andando su questo sito: http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio_3rd_action/?vc.

FACCIAMO SENTIRE TUTTI LA NOSTRA LIBERA VOCE!!!

Crisi monetaria...una strana partita di calcio

Con questi "chiari di luna" economici chissà che un giorno non assisteremo a simili partite degli Europei o dei Mondiali. Che ne so Grecia-Portogallo o...Italia-Spagna...Stati Uniti-Canada

...quello che fa l'invasione di campo potrebbe essere qualche dirigente della Banca Mondiale che se la ride.

E l'arbitro?

Un dirigente del Fondo Monetario Internazionale?

Chissà!




lunedì 25 luglio 2011

Solo la conoscenza di se stessi rende liberi...



Oggi cambio sottotitolo al Blog.

Quello nuovo è: "Solo la conoscenza di se stessi rende liberi, non vi è altra libertà!"...una frase che tenterò di spiegare in questo post.

In pratica "Gli ostacoli sul cammino ci obbligano a svegliarci" viene trasferito in soffitta, nella stanza dei ricordi.

E vorrei spendere ora due paroline su quel sottotitolo (tra l'altro incompleto, perché avrebbe dovuto essere qualcosa tipo: ""Gli ostacoli sul cammino ci frenano o ci obbligano a deviare, e solo in alcuni casi ci aiutano a svegliarci, cioè quando si mette in pratica la Terza Forza").

Quella frase era comunque in relazione alla Legge del Tre.

I "ricercatori" sanno che qualunque cosa esiste, dall'atomo alle immense Galassie, è il frutto dell'operato "sinergico" di Tre Forze, non una di più né una di meno.

Le Tre Forze in questione sono la Forza di Creazione, di Conservazione e di Distruzione (o Trasformazione). Queste sono conosciute con molti altri nomi: Forza Positiva, Negativa e Neutra...Prima, Seconda e Terza Forza.

Nulla esisterebbe senza queste Tre Forze.

Inutile stare a spiegare qui come funzionano le Tre Forze e la loro immensa importanza nella nostra vita (a proposito consiglio di acquistare "Il potere di cambiare le cose", della Adea Edizioni, dove questa Legge - unitamente alla Legge del Sette - è spiegata compiutamente).

Fatto sta che chi conosce queste due Leggi del Tre e delle Ottave, avendole anche osservate in tutti i fenomeni esterni ed interni, può cominciare veramente a "prendere" in mano la propria vita, agendo con Conoscenza (naturalmente si inzia con piccoli passi...e a fatica).

Altrimenti l'uomo sarà sempre soggetto alla Legge del Caso.

Una "foglia" mossa dal vento, insomma.

Gli "Ostacoli sul cammino" sono ciò che ognuno di noi è costretto a subire costantemente, centinaia e migliaia di volte al giorno, tutte le volte che vuole intraprendere qualcosa di "nuovo".

Gli "Ostacoli sul cammino" sono l'effetto della Seconda Forza, la Forza di Conservazione, che agisce su tutto ciò che esiste allo scopo di "mantenere" lo status quo.

In relazione ai nostri comportamenti, invece, la sua "forza" sta nelle reiterate consuetudini e abitudini che scavano - usando una metafora - un solco profondo nella nostra consapevolezza, creando forti identificazioni, cioè un modo fisso e ripetitivo di sentirci e di essere (molto utile, a proposito, può risultare lo studio delle connessioni neuronali, le sinapsi).

L'operato della Seconda Forza rende tutti i fenomeni meccanici e ripetitivi, incanalandoli in una "ciclicità" senza via d'uscita.

La traiettoria segnata da questa ciclicità è detta "via di minor resistenza".

Ad esempio dopo molti sforzi compiuti per imparare ad andare in bicicletta, ad un certo punto scatta un meccanismo grazie al quale ormai andare in bici non ci costerà più tanto sforzo.

In pratica, grazie alla Seconda Forza molte cose vanno avanti per "inerzia", ed è un bene che sia così.

Però, anche se questo costituisce un "vantaggio" che la natura ci offre, allo stesso tempo diventa un ostacolo per la nostra "evoluzione" individuale.

Questo perché una volta "meccanicizzata" un'azione, diventa molto ma molto difficile cambiarla (qualora vi siano nuove esigenze esterne o interne). Occorre un quid in più di energia per fare qualcosa di nuovo e...occorre essere svegli!

Perciò ogni volta che tenteremo di "prendere in mano" la nostra vita, per modificare qualcosa, dovremo fare i conti con la Forza di Conservazione, che ci frenerà o devierà i nostri propositi.


E ora passiamo al nuovo sottotitolo: "Solo la conoscenza di se stessi rende liberi, non vi è altra libertà"!"

Perché questa nuova scelta?

Cosa intendo per "libertà"? E cosa intendo per "conoscenza di se stessi"?

Per spiegarlo dobbiamo necessariamente partire dall'inizio (anche se brevemente, s'intende).

E cominciamo col chiederci: l'uomo è libero?

E' forse nato libero ed è poi caduto in schiavitù (di Leggi e comportamenti sociali, familiari, eccetera?).

Se la pensiamo così allora arriveremo alla logica conseguenza che: - Fare tutto ciò che ci passa per la mente, senza freni e inibizioni è "libertà". Basta liberarsi dai tabù e il gioco è fatto! -

Ma secondo me questo non porta alla "vera" libertà.

L'uomo non è libero perché...non lo è mai stato.

E se continua di questo passo (cioè pensando di essere già libero, o di sapere cos'è la libertà) non lo sarà mai...anche se potrà continuare a illudersi di esserlo (passando invece da una schiavitù all'altra).

I motivi che giustificano questa assenza di libertà umana possono essere spiegati con due semplici paroline: Identificazioni e Condizionamenti vissuti inconsapevolmente.

Tutti noi, venendo alla luce in questo mondo, ci siamo "identificati" col corpo, la famiglia in cui siamo nati, col nome di battesimo, con la lingua e le tradizioni in uso nel tempo e nel luogo di nascita, e con mille e mille altre cosucce del genere.

In pratica ogni nostro gesto, parola, pensiero è "colorato" dalle identificazioni...anche quando ci ribelliamo a queste...infatti Attrazione e Repulsione sono due facce della stessa medaglia.

Identificazione è "pensare di essere ciò che non si è".

Perciò non vi è libertà nel divenire dei ribelli sociali o nell'essere apparentemente diversi, perché ogni nostro pensiero, ogni nostro gesto e parola continuerà ad essere meccanico e ripetitivo...nella più assoluta inconsapevolezza. Non faremmo che cadere in altre identificazioni.

Altra cosa utile da sapere è che ogni nostro pensiero, desiderio, gusto, opinione, emozione, identificazione e condizionamento, rappresenta un "io" differente della nostra personalità frammentata.

Noi allo stato attuale non siamo "uno", ma un agglomerato di migliaia di piccoli "io".

Migliaia di "io" differenti, che sono spesso in conflitto tra loro.

Quindi non solo siamo impregnati fin nel DNA di Identificazioni e Condizionamenti, ma i nostri comportamenti - per via della frammentazione in molti "io" della personalità - sono sempre contraddittori (oppure spenti e ripetitivi).

Questa è una realtà di fatto! E sono veramente pochi i momenti in cui possiamo accedere ad una "visione" lucida e distaccata dei nostri comportamenti meccanici e ripetitivi...e contraddittori.

Di solito questa "visione" non è affatto piacevole, la viviamo come un momento destabilizzante, per questo ne fuggiamo subito via...tornando alla "normalità" di una vita vissuta in "totale assenza di libertà, e nelle identificazioni".

Siamo automi inconsapevoli...e neanche felici, per giunta.

Dov'è la libertà in tutto questo?

Libertà è sapere cosa siamo veramente (cioè l'Essere).

Solo allora potremo cominciare a fare delle scelte in linea coi nostri desideri più profondi.

Ma attenzione! La feccenda non è così semplice come sembra. Come abbiamo visto per essere "autonomi" non basta liberarsi dai cliché precostituiti.

Come abbiamo visto non è facile raggiungere l'autonomia, perché...siamo schiavi dentro. Schiavi dei Condizionamenti e delle Identificazioni. Siamo profondamente ignoranti.

Pensiamo di essere quel certo corpo, di appartenere a quella famiglia, a quella nazione e cultura....ci vantiamo del nostro progresso tecnologico...

Certo, dal punto di vista tecnologico stiamo viaggiando molto velocemente, ma...

...dal punto di vista della "conoscenza dell'Essere" siamo ancora all'Età della pietra.

I condizionamenti e le Identificazioni (con la frammentazione in molti "io") sono sempre presenti, anche se siamo tecnologicamente avanzati!

E siccome gli "io" sono tanti, tutti di opinioni diverse, e pronti ad entrare in "azione" per semplice "reattività" ad uno stimolo esterno o interno - risulta veramente difficile raggiungere una libertà "interiore" stabile e duratura.

Perciò se non riconosceremo onestamente di non "essere uno" e di "non essere liberi di fare e decidere", senza incappare nelle Identificazioni e nei Condizionamenti, non assaporeremo mai il gusto della "vera libertà".

Se pensiamo di conoscerci già siamo fottuti in partenza.

Semplicemente perché non cercheremo quello che crediamo di avere già.

Finché saremo in balia dei frammenti non saremo mai veramente liberi (perché la libertà, lo abbiamo visto, è prerogativa dell'Essere). E ci penseranno il malessere interiore e gli infiniti disturbi emotivi e psicologici a ricordarcelo.

Il malessere interiore è un linguaggio dell'Essere.

L'Essere sta male quando non riesce ad esprimersi o a sperimentare la vita come desidererebbe fare.

Ma nella confusione mentale in cui ci troviamo siamo incapaci di riconoscere l'origine dei nostri malesseri: mancanza di libertà dalle identificazioni e dai condizionamenti!

Divenire liberi dentro non è facile. E' una conquista.

Per divenire "liberi" occorre "ascolto" interiore. Sensibilità. Osservazione.

Ma occorre anche un "lavoro" su se stessi. Un "lavoro di Scuola", insomma!

All'inizio è utile autodisciplinarsi. Sforzo cosciente.

Occorre cioè creare un "centro direttivo" che dia una direzione agli "io" indisciplinati e sempre in conflitto tra loro (questo è un lavoro serio che può durare anche anni, e non termina con la creazione del Centro Magnetico, ma prosegue oltre).

Una volta strutturato un Centro Magnetico (cosa affatto facile), questi comincia a mettere ordine in casa (la nostra personalità) e stabilisce una direzione "coerente" da seguire: autodisciplina, appunto.

Perciò senza autodisciplina non si può neanche iniziare a parlare di libertà...perché in sua assenza vi sono solo movimenti compulsivi e reattivi, o caotici e disordinati!

Le belle parole servono a poco.
La sola lettura serve a poco.

Vi sono antichi sistemi, antiche scienze, che permettono di intraprendere un lavoro serio di conoscenza di se stessi: lo Yoga, la Meditazione, le Osservazioni, e tante altre...un "lavoro" di Scuola, appunto.

Sicuramente l'autodisciplina non è tutto. Non vorrei dare l'impressione che essere un "soldatino" perfettino sia sinonimo di libertà.

Occorre anche e soprattutto la Conoscenza.

Conoscere Se Stessi...imparare a distinguere il Reale dall'irreale. Ciò che siamo da ciò che non siamo.

La Conoscenza del "Reale" è l'unica che conduce veramente alla libertà dalle Identificazioni e dai Condizionamenti. Non vi è altra libertà.


lunedì 18 luglio 2011

Il libro del mese - L'Abisso di Fuoco






Questo mese vi propongo un libro molto particolare che narra di un'esperienza intensa vissuta da una "ricercatrice". Una di quelle esperienze che lasciano il "segno". Dopodiché non si è più gli stessi.

Dalla quarta di copertina:

"La straordinaria esperienza di una donna sotto la guida di un Maestro Sufi.
Il racconto di un addestramento spirituale intenso e sublime che passa attraverso l'abisso di fuoco, un tormento fisico e interiore che può uccidere o liberare per sempre...dove il rapporto Maestro-discepolo si rivelerà allo stesso tempo insostenibile, straziante, esaltante, appagante e, infine, decisivo."

Una pagina dal libro:

"17 agosto
Al mattino c'era un giovane che non avevo mai visto prima e Bhai Sahib gli parlò in indi spiegandogli il Sistema.
Usò parecchie volte la parola "autorealizzazione", in inglese, durante la conversazione mi venne in mente una domanda:
- Per favore, Maestro, potresti dirci come si fa a sapere di aver realizzato Dio? E' qualcosa che mi lascia molto perplessa. Come si fa a sapere che non è un'illusione, una qualche maya? Ho incontrato molti sadhu (uomini santi) e sannyasi a Rishikesh e altrove: tutti si autodefinivano "Anime Realizzate". -
- Se uno dice di essere un'Anima Realizzata, non lo è mai. Non si dice. Un wali (un santo Sufi) è una persona equilibrata. Sa che questo mondo non è cattivo e che deve vivere la sua vita su questa terra in entrambi i mondi, spirituale e fisico. Non c'è nulla per lui di buono o cattivo; il buono e il cattivo sono concetti relativi. -
- Ma ti ho sentito spesso condannare le cose mondane! -
- Perché alle persone ordinarie si deve parlare così. - Rise. - Come farebbero altrimenti a sapere che il gioco d'azzardo o l'inseguire i possessi mondani sono sbagliati? Perché preoccuparsi di capire? L'importante è 'realizzare'. Sono nostre solo che le cose che comprendiamo attraverso la realizzazione. -"

L'Abisso di Fuoco, Irina Tweedie, ed. Il Punto d'Incontro.

venerdì 15 luglio 2011

Curitiba: La Capitale mondiale dell'Ecosostenibilità

Grazie a Calogero per la segnalazione (io non sapevo di questa città).

La capitale mondiale dell'Ecostenibilità è Curitiba, Capitale dello stato brasiliano del Paranà.

L'Amministrazione di questa città è stata premiata, nel 2010, ai Globe Sustainable City Awards - un concorso che riconosce le città che si sono distinte per lo Sviluppo Urbano Ecosostenibile - ed è stata riconosciuta, appunto, come la Capitale Mondiale dell'Ecosostenibilità.

Con i suoi 1.750.000 abitanti (3.100.000 se si considera tutta la sua area metropolitana, con i suoi 25 municipi) la città è passata da 1 mtq di verde pro capite del 1970 ai 55 mtq del 2010.

Qui nei primi anni '70 è sorta la prima isola pedonale del mondo.

Volendo affrontare il crescente afflusso di immigrati (la città è cosmopolita) gli amministratori si sono dati molto da fare per snellire la burocrazia (riducendo i passaggi burocratici) e dando particolare attenzione all'Ecologia.

Un particolare impulso degno di nota fu dato dal sindaco-architetto Jaime Lemer (attualmente il sindaco è un'altro). La città fu dotata di un percorso di autobus separato da quello automobilistico. Il risultato fu un buon risparmio sui prezzi di costruzione della rete (rispetto alla Metropolitana) e il forte decremento di automobilisti: il 35% in meno.

Tutta l'energia utilizzata come combustibile ed elettricità è prodotta da fonti rinnovabili o di natura biologica.

La città di Curitiba è pulita e tutti i rifiuti vengono trasformati in energia.

Oltre ai sussidi alle famiglie, date dallo stato, alle famiglie bisognose viene data l'opportunità di scambiare il loro rifiuti con frutta fresca e carne, in base a un rapporto di peso.

Forse gli amministratori di Napoli dovrebbero chiedere a loro come fare a risolvere il "problema" della munnezza.

Naturalmente non ho detto tutto, queste sono solo alcune informazioni.

Scusate se è poco.







giovedì 14 luglio 2011

Tai Chi Chuan: Quando non si sa quel che si fa...



In genere si dice "si trova ciò che si cerca" per alludere al fatto che uno che non cerca una cosa non potrà mai trovarla.
Se è fortunato (o sfortunato, dipende dai punti di vista), al massimo, trova la cosa che sta cercando.

Però può anche succedere che pur cercando una certa cosa ne troviamo una molto migliore per noi, ma di cui ignoriamo il vero valore. Una cosa che possieda un "potenziale" molto, ma molto superiore alla cosa che stavamo cercando noi.

Immaginiamo che noi stavamo cercando un biglietto da cinque euro, avendo bene impressi nella mente il colore, la grandezza e le immagini stampate - evidentemente avevamo bisogno di soldi e pensavamo che cinque euro fossero sufficienti per soddisfare le nostre esigenze - e invece ne troviamo uno da cinquecento, ma non riconoscendolo per il suo valore lo buttiamo via.

Dico questo perché ho direttamente sperimentato, come insegnante di Tai Chi Chuan, che può succedere che una persona, per errate convinzioni, condizionamenti, o per semplice ignoranza, abbia trovato qualcosa di meraviglioso (in questo caso il Tai Chi) ma ne faccia un uso improprio, o quantomeno immensamente riduttivo.

Ecco che una sera all'inizio di una lezione, durante la respirazione prenatale, mi è capitato di sentirmi dire - in modo aggressivo e a mo' di rimprovero - da una persona che seguiva i miei corsi già da un paio d'anni ma che ancora non aveva la più pallida idea di cosa fosse il tai chi: "Io sono qui per fare il Tai chi, non per fare queste altre cose".

A questo punto sicuramente il lettore di questo post penserà che la colpa è mia, che sono io che non gli ho mai parlato dell'importanza del respiro, del Chi, dei canali energetici, di come i movimenti fluidi e lenti del Tai Chi Chuan portino a benefici fisici, energetici, emotivi e psicologici solo se sono abbinati al giusto modo di respirare.

Sbagliato!

Io a questa persona, come a tutte le altre che hanno la sfortuna di venire a praticare da me, gli avevo rotto i maroni per mesi e mesi sull'importanza di approfondire nella "realtà" quotidiana i principi del Tai Chi Chuan, cioè l'osservazione dello yin e lo yang negli elementi e nelle nostre azioni, dell'energia vitale, del rilassamento, dell'armonia...dei vuoti e dei pieni. Casomai leggendo qualche bel testo sull'argomento.

E di questo e di mille altre cose, a lui come agli altri, gliene parlavo (e ancora lo faccio) abbondantemente durante le mie lezioni. Secondo il mio grado di consapevolezza, s'intende.

Cercavo di far capire che il Tai Chi Chuan non è una ginnastica, non è basato sugli stessi principi del fitness. Il Tai chi è un'altra faccenda.

No!

Lui veniva solo per imparare la Forma...e si annoiava a farla lentamente.
E si annoiava a farlo come io dicevo di farlo. Lui aveva già le sue convinzioni di come doveva essere il Tai Chi...e voleva solo imparare sbrigativamente la Forma per ripetersela al mattino, a mo' di ginnastica.

Risultato: quella sera non l'ho messo alla porta in malo modo perché vi era un'amicizia di vecchia data (com'è difficile fare da insegnanti ad un "amico" che ti conosceva prima che tu diventassi insegnante di yoga o tai chi), ma mi sono talmente "spento" nelle mie lezioni e nel rapporto umano che lui, spontaneamente, dopo poche lezioni ha smesso di venire.

Questa persona non ha risolto i suoi problemi fisici né quelli psicologici ed energetici. Non ha capito un cazzo dell'Armonia!

L'armonia con se stesso e con gli altri questa persona non sa ancora dove sta di casa.

E' rimasto aggressivo e prepotente...conflittuale.

E se ancora si ricorda e pratica la Forma, sicuramente starà credendo di praticare Tai Chi Chuan (in pratica si sarà accontentato del biglietto da cinque euro invece che di quello da cinquecento).

Ma, altra cosa deleteria per me, se qualcuno lo vedrà praticare (così legnoso e disarmonico com'è) quella persona penserà male del suo istruttore. Perché, alla fine, la colpa è sempre dell'insegnante.

Non è che forse era meglio quando chi deteneva "certe conoscenze" se ne stava isolato e si faceva pagare fior di quattrini per concedere anche una sola "goccia" del suo sapere?
Ai posteri l'ardua sentenza.

giovedì 7 luglio 2011

Scene d'Autore - Un mercoledì da leoni

Un mercoledì da leoni, un film del 1978.

Protagonisti: il Mare e tre amici Californiani: Matt Johnson, Jack Barlow e Leroy. I tre hanno una passione in comune: il surf, e sono dei veri assi nel loro genere.

Grazie all'aiuto di Bear(quello con la barba), ex campione di surf, costruttore di tavole, nonché filosofo, nell'estate del 1962 i tre giovani riescono a strabiliare, con le loro acrobazie, gli spettatori accorsi da ogni parte per assistere alle gare acrobatiche.

Ma le vicissitudini della vita allontanano i tre amici.
Poi arriva il Vietnam.
Jack parte, e vi resta tre anni.
Matt e Leroy, invece, con trucchi rocamboleschi riescono a farsi riformare.

La vita per i tre amici non è più la stessa...ma l'amore per il surf non tramonta mai.

Molti anni dopo, nella primavera del '74 Bear chiama a raccolta i tre ex campioni ed ex giovani. Sono previste delle onde eccezionali e, pur essendo sorti altri giovani talenti, Bear vuol veder volare sulle onde alte cinque metri quei tre "ragazzi".

Matt, Jack e Leroy accettano, e si ritrovano sulle coste della California per un'ultima grande sfida.

Questa è la scena finale di questo bellissimo film.

Buona visione.


martedì 5 luglio 2011

Oggi 5 Luglio Evento a Roma contro i provvedimenti dell'AGCOM: LA NOTTE DELLA RETE


Giro una mail, così come mi è arrivata:


Non sarà una vigilia tranquilla per l'Agcom: sarà, piuttosto, "La Notte della Rete". Il 5 luglio, a 24 ore dall'approvazione della Delibera definita "ammazza-Internet" dai blogger italiani, artisti, esponenti della rete, leader politici, cittadini e utenti del web si troveranno a Roma per una no-stop contro il provvedimento.

Per maggiori informazioni sul provvedimento dell'Agcom vai alla pagina: www.agoradigitale.org/nocensura

L'evento si svolgerà martedì 5 luglio dalle 17.30 alle 21 presso la Domus Talenti a Roma ( via delle Quattro Fontane, 113 ) partecipa anche tu alla nostra mobilitazione. Fai sentire la tua voce!

Fra i presenti già confermati:
Olivero Beha, Rita Bernardini, Emma Bonino, Pippo Civati, Nicola D'Angelo, Juan Carlos de Martin, Tana de Zulueta, Antonio Di Pietro, Dario Fo, Giovanbattista Frontera, Alessandro Gilioli, Peter Gomez, Beppe Giulietti, Fabio Granata, Margherita Hack, Carlo Infante, Giulia Innocenzi, Ignazio Marino, Gianfranco Mascia, Gennario Migliore, Roberto Natale, Luca Nicotra, Leoluca Orlando, Flavia Perina, Marco Perduca, Marco Pierani, il Piotta, Donatella Poretti, Enzo Raisi, Franca Rame, Fulvio Sarzana, Marco Scialdone, Guido Scorza, Mauro Vergari, Carlo Verna, Vincenzo Vita, Vittorio Zambardino.

Come fare per dare il tuo sostegno all'iniziativa:

Mancano poco piu' di 48 ore all'approvazione del regolamento. Non c'e' piu' tempo da perdere!

Giovanbattista Frontera, Luca Nicotra, Fulvio Sarzana, Mauro Vergari, Marco Pierani, Marco Scialdone
Promotori dell'iniziativa www.sitononraggiungibile.it


domenica 3 luglio 2011

Difendiamo la libera informazione

Far circolare liberamente le informazioni è già difficile nello stato attuale delle cose, ma se non si fa qualcosa per fermare le "geniali" trovate dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) lo diventerà sempre più nell'immediato futuro.

Il 6 Luglio entrerà in vigore la delibera 668/2010 che prevede un sistema di cancellazione o di inibizione di siti internet e blog sospetti di violare i diritti d'autore.

In pratica basterà che un blogger dica anche solo una frase "sospetta" per far si che questi signori gli oscurino il blog.

Se vogliamo difendere la libertà di parola firmiamo la petizione contro questa delibera bavaglio.

Uno dei siti sui quali è possibile firmare è questo: