lunedì 25 luglio 2011

Solo la conoscenza di se stessi rende liberi...



Oggi cambio sottotitolo al Blog.

Quello nuovo è: "Solo la conoscenza di se stessi rende liberi, non vi è altra libertà!"...una frase che tenterò di spiegare in questo post.

In pratica "Gli ostacoli sul cammino ci obbligano a svegliarci" viene trasferito in soffitta, nella stanza dei ricordi.

E vorrei spendere ora due paroline su quel sottotitolo (tra l'altro incompleto, perché avrebbe dovuto essere qualcosa tipo: ""Gli ostacoli sul cammino ci frenano o ci obbligano a deviare, e solo in alcuni casi ci aiutano a svegliarci, cioè quando si mette in pratica la Terza Forza").

Quella frase era comunque in relazione alla Legge del Tre.

I "ricercatori" sanno che qualunque cosa esiste, dall'atomo alle immense Galassie, è il frutto dell'operato "sinergico" di Tre Forze, non una di più né una di meno.

Le Tre Forze in questione sono la Forza di Creazione, di Conservazione e di Distruzione (o Trasformazione). Queste sono conosciute con molti altri nomi: Forza Positiva, Negativa e Neutra...Prima, Seconda e Terza Forza.

Nulla esisterebbe senza queste Tre Forze.

Inutile stare a spiegare qui come funzionano le Tre Forze e la loro immensa importanza nella nostra vita (a proposito consiglio di acquistare "Il potere di cambiare le cose", della Adea Edizioni, dove questa Legge - unitamente alla Legge del Sette - è spiegata compiutamente).

Fatto sta che chi conosce queste due Leggi del Tre e delle Ottave, avendole anche osservate in tutti i fenomeni esterni ed interni, può cominciare veramente a "prendere" in mano la propria vita, agendo con Conoscenza (naturalmente si inzia con piccoli passi...e a fatica).

Altrimenti l'uomo sarà sempre soggetto alla Legge del Caso.

Una "foglia" mossa dal vento, insomma.

Gli "Ostacoli sul cammino" sono ciò che ognuno di noi è costretto a subire costantemente, centinaia e migliaia di volte al giorno, tutte le volte che vuole intraprendere qualcosa di "nuovo".

Gli "Ostacoli sul cammino" sono l'effetto della Seconda Forza, la Forza di Conservazione, che agisce su tutto ciò che esiste allo scopo di "mantenere" lo status quo.

In relazione ai nostri comportamenti, invece, la sua "forza" sta nelle reiterate consuetudini e abitudini che scavano - usando una metafora - un solco profondo nella nostra consapevolezza, creando forti identificazioni, cioè un modo fisso e ripetitivo di sentirci e di essere (molto utile, a proposito, può risultare lo studio delle connessioni neuronali, le sinapsi).

L'operato della Seconda Forza rende tutti i fenomeni meccanici e ripetitivi, incanalandoli in una "ciclicità" senza via d'uscita.

La traiettoria segnata da questa ciclicità è detta "via di minor resistenza".

Ad esempio dopo molti sforzi compiuti per imparare ad andare in bicicletta, ad un certo punto scatta un meccanismo grazie al quale ormai andare in bici non ci costerà più tanto sforzo.

In pratica, grazie alla Seconda Forza molte cose vanno avanti per "inerzia", ed è un bene che sia così.

Però, anche se questo costituisce un "vantaggio" che la natura ci offre, allo stesso tempo diventa un ostacolo per la nostra "evoluzione" individuale.

Questo perché una volta "meccanicizzata" un'azione, diventa molto ma molto difficile cambiarla (qualora vi siano nuove esigenze esterne o interne). Occorre un quid in più di energia per fare qualcosa di nuovo e...occorre essere svegli!

Perciò ogni volta che tenteremo di "prendere in mano" la nostra vita, per modificare qualcosa, dovremo fare i conti con la Forza di Conservazione, che ci frenerà o devierà i nostri propositi.


E ora passiamo al nuovo sottotitolo: "Solo la conoscenza di se stessi rende liberi, non vi è altra libertà"!"

Perché questa nuova scelta?

Cosa intendo per "libertà"? E cosa intendo per "conoscenza di se stessi"?

Per spiegarlo dobbiamo necessariamente partire dall'inizio (anche se brevemente, s'intende).

E cominciamo col chiederci: l'uomo è libero?

E' forse nato libero ed è poi caduto in schiavitù (di Leggi e comportamenti sociali, familiari, eccetera?).

Se la pensiamo così allora arriveremo alla logica conseguenza che: - Fare tutto ciò che ci passa per la mente, senza freni e inibizioni è "libertà". Basta liberarsi dai tabù e il gioco è fatto! -

Ma secondo me questo non porta alla "vera" libertà.

L'uomo non è libero perché...non lo è mai stato.

E se continua di questo passo (cioè pensando di essere già libero, o di sapere cos'è la libertà) non lo sarà mai...anche se potrà continuare a illudersi di esserlo (passando invece da una schiavitù all'altra).

I motivi che giustificano questa assenza di libertà umana possono essere spiegati con due semplici paroline: Identificazioni e Condizionamenti vissuti inconsapevolmente.

Tutti noi, venendo alla luce in questo mondo, ci siamo "identificati" col corpo, la famiglia in cui siamo nati, col nome di battesimo, con la lingua e le tradizioni in uso nel tempo e nel luogo di nascita, e con mille e mille altre cosucce del genere.

In pratica ogni nostro gesto, parola, pensiero è "colorato" dalle identificazioni...anche quando ci ribelliamo a queste...infatti Attrazione e Repulsione sono due facce della stessa medaglia.

Identificazione è "pensare di essere ciò che non si è".

Perciò non vi è libertà nel divenire dei ribelli sociali o nell'essere apparentemente diversi, perché ogni nostro pensiero, ogni nostro gesto e parola continuerà ad essere meccanico e ripetitivo...nella più assoluta inconsapevolezza. Non faremmo che cadere in altre identificazioni.

Altra cosa utile da sapere è che ogni nostro pensiero, desiderio, gusto, opinione, emozione, identificazione e condizionamento, rappresenta un "io" differente della nostra personalità frammentata.

Noi allo stato attuale non siamo "uno", ma un agglomerato di migliaia di piccoli "io".

Migliaia di "io" differenti, che sono spesso in conflitto tra loro.

Quindi non solo siamo impregnati fin nel DNA di Identificazioni e Condizionamenti, ma i nostri comportamenti - per via della frammentazione in molti "io" della personalità - sono sempre contraddittori (oppure spenti e ripetitivi).

Questa è una realtà di fatto! E sono veramente pochi i momenti in cui possiamo accedere ad una "visione" lucida e distaccata dei nostri comportamenti meccanici e ripetitivi...e contraddittori.

Di solito questa "visione" non è affatto piacevole, la viviamo come un momento destabilizzante, per questo ne fuggiamo subito via...tornando alla "normalità" di una vita vissuta in "totale assenza di libertà, e nelle identificazioni".

Siamo automi inconsapevoli...e neanche felici, per giunta.

Dov'è la libertà in tutto questo?

Libertà è sapere cosa siamo veramente (cioè l'Essere).

Solo allora potremo cominciare a fare delle scelte in linea coi nostri desideri più profondi.

Ma attenzione! La feccenda non è così semplice come sembra. Come abbiamo visto per essere "autonomi" non basta liberarsi dai cliché precostituiti.

Come abbiamo visto non è facile raggiungere l'autonomia, perché...siamo schiavi dentro. Schiavi dei Condizionamenti e delle Identificazioni. Siamo profondamente ignoranti.

Pensiamo di essere quel certo corpo, di appartenere a quella famiglia, a quella nazione e cultura....ci vantiamo del nostro progresso tecnologico...

Certo, dal punto di vista tecnologico stiamo viaggiando molto velocemente, ma...

...dal punto di vista della "conoscenza dell'Essere" siamo ancora all'Età della pietra.

I condizionamenti e le Identificazioni (con la frammentazione in molti "io") sono sempre presenti, anche se siamo tecnologicamente avanzati!

E siccome gli "io" sono tanti, tutti di opinioni diverse, e pronti ad entrare in "azione" per semplice "reattività" ad uno stimolo esterno o interno - risulta veramente difficile raggiungere una libertà "interiore" stabile e duratura.

Perciò se non riconosceremo onestamente di non "essere uno" e di "non essere liberi di fare e decidere", senza incappare nelle Identificazioni e nei Condizionamenti, non assaporeremo mai il gusto della "vera libertà".

Se pensiamo di conoscerci già siamo fottuti in partenza.

Semplicemente perché non cercheremo quello che crediamo di avere già.

Finché saremo in balia dei frammenti non saremo mai veramente liberi (perché la libertà, lo abbiamo visto, è prerogativa dell'Essere). E ci penseranno il malessere interiore e gli infiniti disturbi emotivi e psicologici a ricordarcelo.

Il malessere interiore è un linguaggio dell'Essere.

L'Essere sta male quando non riesce ad esprimersi o a sperimentare la vita come desidererebbe fare.

Ma nella confusione mentale in cui ci troviamo siamo incapaci di riconoscere l'origine dei nostri malesseri: mancanza di libertà dalle identificazioni e dai condizionamenti!

Divenire liberi dentro non è facile. E' una conquista.

Per divenire "liberi" occorre "ascolto" interiore. Sensibilità. Osservazione.

Ma occorre anche un "lavoro" su se stessi. Un "lavoro di Scuola", insomma!

All'inizio è utile autodisciplinarsi. Sforzo cosciente.

Occorre cioè creare un "centro direttivo" che dia una direzione agli "io" indisciplinati e sempre in conflitto tra loro (questo è un lavoro serio che può durare anche anni, e non termina con la creazione del Centro Magnetico, ma prosegue oltre).

Una volta strutturato un Centro Magnetico (cosa affatto facile), questi comincia a mettere ordine in casa (la nostra personalità) e stabilisce una direzione "coerente" da seguire: autodisciplina, appunto.

Perciò senza autodisciplina non si può neanche iniziare a parlare di libertà...perché in sua assenza vi sono solo movimenti compulsivi e reattivi, o caotici e disordinati!

Le belle parole servono a poco.
La sola lettura serve a poco.

Vi sono antichi sistemi, antiche scienze, che permettono di intraprendere un lavoro serio di conoscenza di se stessi: lo Yoga, la Meditazione, le Osservazioni, e tante altre...un "lavoro" di Scuola, appunto.

Sicuramente l'autodisciplina non è tutto. Non vorrei dare l'impressione che essere un "soldatino" perfettino sia sinonimo di libertà.

Occorre anche e soprattutto la Conoscenza.

Conoscere Se Stessi...imparare a distinguere il Reale dall'irreale. Ciò che siamo da ciò che non siamo.

La Conoscenza del "Reale" è l'unica che conduce veramente alla libertà dalle Identificazioni e dai Condizionamenti. Non vi è altra libertà.


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