mercoledì 4 agosto 2010

Percezione e illusioni percettive


E' da qualche giorno che penso di dire qualcosa sulle Illusioni Percettive, poi due minuti fa (guarda il caso!) ho riletto questo post su Franz's Blog http://www.francescoamato.com/blog/2008/04/16/dove-la-verita-segui-il-bianconiglio/ che in pratica spiega chiaramente ciò che volevo dire.


Quel che voglio dire è che non so quanti si rendono conto che "noi siamo esseri percettivi".


Tutto il nostro corpo è una grande antenna ricetrasmittente.


Un corpo-antenna che continuamente capta suoni, forme, colori, odori e via dicendo.


Tutte le percezioni ci dovrebbero fare avere una visione della realtà che ci circonda, visione sempre mutevole come mutevole è la vita. Ma comunque una "visione" diretta, di prima mano.


Ma è sempre così? Cioé: siamo sicuri di avere sempre una visione diretta, non condizionata da idee preconcette del mondo che ci circonda?


A ben guardare sembra proprio di no.


Infatti raramente la nostra consapevolezza è ancorata esclusivamente alla percezione diretta di ciò che stiamo sperimentando in quel preciso momento.


Molto spesso noi ignoriamo le sensazioni "reali" che derivano da ciò che percepiamo (lasciando stare in questo contesto che anche quelle percezioni possono essere illusorie) ma ci facciamo condizionare dall'idea "a priori" che abbiamo di una qualunque cosa: il famoso pre-concetto.


L'esempio dell'esperimento sui vini (oggetto del post suddetto) è chiarificatore al riguardo (vi consiglio di leggerlo).


Ma vi sono infiniti esempi su cui riflettere.


Uno di questi può essere lo strano fenomeno percettivo-reattivo che possiamo avere con una persona famosa, mettiamo un comico: anche se non abbiamo mai conosciuto personalmente quella persona famosa se per caso ne diveniamo conoscenti noi inetragiamo con lei valutandola solo per quello che ci aspettiamo: se è un comico deve farci ridere. Quindi ogni cosa che dirà (anche seriamente) per noi sarà divertente.


Poco ci importa come si comporta, come è vestita, che emozioni sta vivendo e cosa veramente ci ispira, noi siamo condizionati dalla "fama" che lo ha preceduto. Quindi se è un comico che ci piace per i ruoli che interpreta in tivù qualunque cosa dirà la troveremo divertente.


Davanti a persone precedute da una "conoscenza a priori" ci possiamo intimidire, infastidire, essere attratti o schifati (dipende tutto dal tipo di fama di cui è vittima il poverino) senza minimamente considerare chi abbiamo veramente di fronte in quel momento.


E' quell'idea a priori che ci facciamo delle persone o delle cose che ci frega, non facendoci interagire "naturalmente" con la vita in generale.


Liberandocene potremmo magari scoprire che un vino da quattro soldi è un vino veramente eccellente!

1 commento:

  1. il problema è che non ce se ne può liberare. sono fenomeni che derivano da meccanismi percettivi che svolgono il loro compito in modo automatico per lo più. liberarsene è utopistico. il massimo che si possa fare è prenderne consapevolezza di quando in quando. con affetto

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