Negli anni ho capito sempre meglio che quando dietro le parole vi è una persona coerente con ciò che dice, allora le parole hanno una certa forza. Altrimenti sono solo suoni sterili (nel migliore dei casi) o fuorvianti (in quelli peggiori).
Per questo spesso sono tentato (quando mi sento un po' fuori fase) di stare zitto. E quando scrivo cerco di non parlare mai di ciò che non ho sperimentato personalmente o che non posso sostenere coi fatti.
Così, se leggo su un quotidiano che il Papa (il Capo di uno Stato straricco, potente e con le mani in molte paste) in una delle sue "apparizioni" a Castel Gandolfo dice cose come: "...L'uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall'esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza..."
A parte il fatto che ci sta pensando proprio chi ha in mano i "ruoli di potere" a farci realizzare con forza l'evidente realtà che tutto è passeggero (basta guardare agli stipendi, non si fa a tempo a vederli che due giorni dopo incassati sono già volati via solo per faccende di stretta sopravvivenza); ma sentire quelle parole proprio da quel pulpito non è che mi faccia molto bene alla digestione.
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