giovedì 29 gennaio 2009

LE VIE DELLA NATURALEZZA (2)























LE SFIGHE DELL'INCONSAPEVOLEZZA


L'uomo, così com'è oggi, è innaturale. Tutte le sue problematiche (fisiche, sociali, politiche) derivano da questo stato di fatto.

Ma cosa vuol dire innaturale?
Vuol dire che l'essere umano non è "in linea" con le Leggi della Natura. Con questo non dico che basterebbe andare a vivere in campagna per risolvere il problema. Occorre ben altro. Sarebbe sbagliato, per l'uomo, regredire allo "stato animale".
Perché l'uomo è dotato di una mente superiore a quella degli animali.
Mentre l'animale non ha libera scelta (né consapevolezza di sé), il bipede umano ce l'ha. Almeno dovrebbe averla.

Sì, perché in effetti le cose non stanno così.
L'uomo, allo stato attuale, si trova in una strana situazione: non è più un animale (anche se ne conserva molte caratteristiche). Allo stesso tempo non è ancora la "perla" della creazione (cui è destinato a diventare). L'uomo non sa ancora usare le facoltà intellettuali (se non per procurare danni alla Natura). Non è ancora in grado di pensare obiettivamente. Il suo pensiero non è ancora libero, indipendente (naturalmente parlo in termini generali).
Il suo modo di pensare è ancora legato al "così fan tutti". E' molto superstizioso (crede ciecamente nella religione così come nella scienza).
In pratica, anziché allinearsi alla Natura (attraverso una ricerca personale), si allinea ai dogmi e ai diktat degli ideologi. E questo mette in "gabbia" la sua libera visione della realtà (ed il suo pensiero).
Alle soglie del Terzo Millennio stiamo assistendo ad uno "strano" fenomeno: apparentemente sembriamo civili e progrediti intellettualmente. Poi, gira e rigira, tutte le nostre attività ruotano sempre intorno al mangiare, accoppiarsi, difendersi od offendere (insomma litigare) e imporsi con la forza sugli altri. Ecco i "rimasugli" del retaggio animale.
Anche quelle che dovrebbero essere le attitudini superiori (l'arte e la scienza) prestano spesso il fianco al "fattore" sopravvivenza e alla legge del più forte.
Nessuno che si chieda mai: Chi sono? Cos'è questo mondo? Cos'ero prima di nascere e cosa sarò dopo la morte? Cosa diavolo sarò quando non avrò più un corpo denso? Con quale corpo andrò in Paradiso?
Niente.
Per quanto riguarda il "post mortem" ci si accontenta delle risposte date dai preti delle varie religioni (così il Paradiso è assicurato). Un paradiso su misura per i cattolici, i mussulmani e via dicendo.
Messa l'anima in pace ci si dedica con tutto se stessi alla "sopravvivenza"...e giù botte da orbi. Spallate (se non cannonate) a destra e sinistra per assicurarsi di che campare (di superfluo, pergiunta).
Così facendo il nostro carattere resta fortemente "colorato" di egoismo e di passiva accettazione di quel che "passa il governo".
...E una volta in Paradiso, che faremo? Continueremo ad azzuffarci per assicurarci i posti migliori?
Speriamo forse di cambiare "magicamente" il nostro carattere?
No! Il carattere si cambia qui, su questa Terra. Qui si costruisce il coraggio, l'amore, la consapevolezza, l'indipendenza.
E' qui che viene "messo alla prova" l'essere umano.
I cambiamenti che non si fanno qui, non li si potrà avere da nessun'altra parte.
Continua...


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