Di solito non amo ripetere quello che ha detto un Maestro, perché il più delle volte si mettono in bocca alla Guida parole che non ha mai pronunciate, oppure le si distorce, cambiando il senso del suo discorso.
Questa volta voglio correre il rischio, e me ne assumo le mie responsabilità, perché ritengo che ciò che è stato detto contiene preziose indicazioni (per un Ricercatore di Verità). Indicazioni che mostrano una pulizia di fondo che raramente ho riscontrato in altre guide, guide che tendevano chiaramente a creare una "dipendenza" da loro.
Ecco! Ciò che ho notato in Andrea è proprio l'assenza di voler farti dipendere da lui per "sentirti un ricercatore".
Durante un incontro intimo con un gruppo di suoi allievi di Kinesis Defence Andrea Di Terlizzi, in seguito ad una domanda che non ricordo precisamente, ma che verteva su come si dovrebbe procedere sul cammino della Ricerca, ha detto che lui ritiene vi siano tre fattori indispensabili da "coltivare".
Grazie alla pratica costante di questi tre fattori si può fare molta strada sulla via della ricerca, ANCHE SENZA UNA GUIDA (parole sue testuali).
Naturalmente le parole che seguiranno saranno esposte a modo mio, ma i concetti di fondo "spero" siano corretti.
Primo fattore: coltivare la capacità di usare il pensiero per sviscerare a fondo qualsiasi argomento e per "fermare sul nascere" le emozioni negative.
L'uso del pensiero, quindi, può essere un potente alleato sulla via della ricerca.
Occorre imparare a riflettere sulle questioni, piccole e grandi, sviscerandole fin nei minimi dettagli, e senza mai dimenticare che sicuramente qualcosa ci sfugge: non abbiamo compreso tutto fino in fondo.
Mai dimenticare che resta ancora qualcosa su cui non abbiamo ben riflettuto, che qualcosa ci sta sicuramente sfuggendo.
Questo uso intelligente ed attivo del pensiero può aiutarci enormemente a vedere le cose da più punti di vista e farci avvicinare ad una visione sempre più oggettiva delle cose, delle persone e degli eventi (noi sappiamo che la nostra visione dei fenomeni è soggettiva, cioè vista dal "nostro" punto di vista).
Questo accettare l'idea che non abbiamo compreso tutto fino in fondo, che non vediamo esattamente le cose come sono, ci dovrebbe portare anche ad una maggiore cautela nello sparare giudizi a destra e a manca su fatti e persone.
In poche parole se avvertiamo che sta per nascere una emozione negativa di collera, di gelosia, di rancore, di paura, eccetera, col pensiero possiamo fermarla prima che ci travolga completamente nel suo turbine. Come? Semplicemente occorre essere veloci sulla palla. Fermarsi e chiedersi: "Cos'è che mi sta succedendo in questo momento? Perché sto provando gelosia per questa persona? Perché mi sto incazzando con questa persona? Di cosa ho paura in questo momento?".
Questo fermarsi ad analizzare ciò che emotivamente sta per nascere in noi, toglie energia all'emozione negativa stessa, e la dirotta verso un uso intelligente del pensiero.
Per questo occorre presenza e velocità di reazione.
Secondo fattore: essere onesti con se stessi (e di conseguenza anche con gli altri).
Essere onesti con se stessi vuol dire non raccontarsela. Per arrivare a ciò è indispensabile individuare ed eliminare i cosiddetti ammortizzatori Gurdjieffiani e vedersi per quello che si è, senza lenti distorcenti che ci riflettono una immagine falsa di noi stessi.
Certo, non è bello né facile vedersi per quello che si è, vedere tutti i propri difetti, i propri limiti, le proprie paure..ma se non li si vede non si potrà mai fare nulla per liberarsene e crescere veramente.
A che pro fingere? Si può andare avanti per molti anni nella cosiddetta "via della ricerca" con questa attitudine, senza aver fatto un solo "vero" passo avanti verso la verità e verso una visione più oggettiva di noi stessi.
Quindi: essere onesti con se stessi e....pur cercando il superamento dei propri limiti accettare di vedere in cosa siamo limitati.
Terzo fattore: la Meditazione....
Ed alla Meditazione mi fermo. Non aggiungo nulla di mio.
Chi è interessato a sapere come descrive la Meditazione Andrea Di Terlizzi non ha che da cercare di carpirlo attraverso i suoi libri (anche se il massimo sarebbe avere l'opportunità di sedere quietamente in compagnia di Andrea).
Comunque la cosa bella, onesta, dicevo all'inizio, è che alla fine del suo discorso, discorso molto più lungo ed articolato delle poche parole che ho riportato (lo ricordo ancora una volta, a modo mio) egli ha concluso dicendo che si può davvero fare molti progressi "coltivando" questi tre fattori....ANCHE SENZA UNA GUIDA.
A buon intenditor.......
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